Via WhatsApp: al premio Strega vince lo stile, perde la trama

Il sintetico parere dell’ideatore e curatore di #thebooklover sull’esito del premio letterario più importante d’Italia, lo Strega. Perché ha avuto la meglio “Le otto montagne” di Paolo Cognetti su “La più amata” di Teresa Ciabatti

A proposito del recente epilogo del Premio Strega, credo che Cognetti ormai sia una realtà. Rispetto alla Ciabatti ha molta più qualità nella scrittura. La forza de Le otto montagne non è sicuramente nella storia, bella per carità, ma è nella profondità della scrittura, che scava e riesce a tirare fuori qualcosa d’interessante al di là del fatto che la storia sia intrigante o meno. La sua storia è tutt’altro che intrigante, una storia d’amicizia, più che altro, oltre al rapporto del protagonista con il padre.

La Ciabatti, invece, gioca molto sulla “sua” storia, si va avanti nella lettura non per la qualità della sua scrittura, che è schizofrenica, ma per la curiosità di sapere chi è realmente Lorenzo Ciabatti. Cosa che poi, nelle pagine de La più amata non si svelerà mai. Nemmeno lei, alla fine, capisce chi era il padre. Ma è una cosa che le si perdona perché comunque ha messo in gioco se stessa: Ciabatti è coraggiosa e autolesionista, si apprezza il fatto che abbia messo in discussione se stessa e tutta la famiglia e il suo buon nome (non è un caso che, mi pare di aver capito, abbia troncato molti dei rapporti con i parenti…).

Al premio Strega ha vinto proprio chi meritava.

Cognetti

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