Una Montalbano in gonnella per Cassar Scalia

L’autrice siciliana approda al giallo e racconta un’Isola tra storia e contraddizioni, col dialetto come punto di forza. Protagonista è Vanina Guarrasi, affascinante vicequestore, che fa i conti coi ricordi del padre morto, una relazione finita e un delitto di sessant’anni prima

Dopo l’esordio con La seconda estate (2014) e il secondo romanzo Le stanze dello scirocco (2015), entrambi editi da Sperling & Kupfer, Cristina Cassar Scalia, originaria di noto, torna con un nuovo libro, Sabbia nera (392 pagine, 19 euro), pubblicato dalla casa editrice Einaudi, già ristampato più volte.

Parole fra umanità e tradizione

Il romanzo ha già lasciato un’impronta indelebile, conquistando i lettori con la sua protagonista, il vicequestore Vanina Guarrasi. È quasi naturale accostare il nuovo personaggio femminile a quello del famigerato commissario Montalbano e intravedere nella Cassar Scalia la possibile erede di Camilleri, non solo per la scelta di ambientare il racconto in Sicilia, mettendone in luce storia e contraddizioni, ma anche per l’uso del linguaggio dialettale che, sebbene misurato, diventa il punto di forza. I vari annacare, santiando, viscuttina, mavarìa, ammazzarat, picciotta sono parole che raccontano l’umanità e la tradizione della terra sicula, avvicinando la scrittrice e la storia alle persone.

Vanina, forte come l’eruzione dell’Etna

La Muntagna s’era risvegliata quella mattina. Una nube densa di cenere incombeva sulla città, avvolgendola. Nei momenti di silenzio, i boati si udivano persino dal mare, a metà tra il rombo di un tuono e il botto di un fuoco d’artificio attutito dalla distanza. La sabbia veniva giù senza requie, formando per terra un tappeto scricchiolante e scivolando sugli ombrelli aperti, rimediati qua e là da venditori ambulanti prontamente apparsi per le strade, come in un giorno di pioggia improvvisa.

Il giallo è ambientato principalmente a Catania e l’incipit descrive la “tempesta” di sabbia nera della Muntagna, ovvero dell’Etna. Parte dal ritrovamento di un cadavere mummificato dentro un montacarichi, all’interno di un’antica villa di proprietà della famiglia Burruano. Una vicenda che porta la bella poliziotta a indagare su fatti avvenuti sessant’anni prima «perché al vicequestore Guarrasi, in realtà, le rogne piacevano. Assai. E più la impegnavano, più le toglievano il sonno, più le divoravano giorni di ferie e di domeniche, più lei ci si buttava. Anima e corpo». A fare da sfondo c’è la storia personale di Vanina, tormentata a causa della morte del padre e della fine di una relazione difficile. Si delinea, così una donna forte come può essere solo l’Etna quando erutta, testarda, scontrosa, «uno sbirro di quelli veri, di quelli che in questura sembrano esserci nati».

Il passato della Sicilia e quello di Vanina

Lo sguardo della Cassar Scalia sembra rivolto al passato. Un passato che torna, affolla il presente e non solo per i fatti oggetto dell’indagine, ma per le vicende personali del vicequestore, un passato che porta sulle spalle come un fardello e mai morto e sepolto. Probabilmente, la giovane scrittrice siciliana è consapevole del fatto che la Sicilia moderna non può prescindere dalla Sicilia del passato, così come la città di Catania non può fare a meno dell’Etna e delle sue tempeste di sabbia nera. Ricco di personaggi, nel romanzo il passato è rappresentato dalla vedova Burrano, una delle sospettate dei misfatti, e il commissario Biagio Patanè, ormai in pensione, coinvolto sessant’anni prima nella soluzione del caso, ma mai convinto della stessa, che aiuta il vicequestore a risolvere brillantemente il caso. Tutti i personaggi, però, hanno un tratto profondo che coinvolge il lettore, tra ironia e comicità, dramma e tragedia. Ovviamente, non mancano i colpi di scena.
L’autrice, descrivendo le passioni, i desideri, i tormenti della protagonista, è riuscita a tratteggiare la psicologia di questo nuovo personaggio, suscitando l’interesse e la curiosità di tanti lettori che non aspettano altro che il ritorno del vicequestore Guarrasi. La versione femminile di Montalbano che stavamo aspettando!

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