Enia, a Lampedusa per i migranti e per se stesso

Testimone di un’odissea e protagonista di un rapporto ritrovato con il padre: è Davide Enia nelle pagine di “Appunti per un naufragio”, ambientato nell’isola per eccellenza dello sbarco di migranti, persone che non sono numeri e vivono il limen, il confine tra un prima e un dopo

Volere andare in profondità a una storia, cercare di capire, raccontare e testimoniare. Quello che fa Davide Enia con Appunti per un naufragio (211 pagine, 15 euro), edito da Sellerio e fresco vincitore del Premio Mondello per la sezione Opera italiana, con Michele Mari (Leggenda privata) e Laura Pariani (Di ferro e di acciaio, di cui abbiamo scritto qui). La storia è quella degli sbarchi di migranti a Lampedusa. Righe che finiscono spesso sui giornali nelle pagine di cronaca o in quelle di politica quando questa diventa contesa tra partiti. Numeri di persone tratte in salvo, numeri di persone decedute, numeri di uscite della Guardia Costiera. Ma dietro quei numeri, racconta Enia, ci sono delle vite, degli esseri umani.

Un prezzo di violenza, morte e speranza

“Possiamo nominare la frontiera, il momento dell’incontro, mostrare i corpi dei vini e dei morti nei documentari. Le nostre parole possono raccontare di mani che curano e che innalzano fili spinati. Ma la storia della migrazione saranno loro stessi a raccontarla, coloro che sono partiti e, pagando un prezzo inimmaginabile, sono approdati in questi lidi”. Un prezzo fatto di violenza “manco all’animali ci fanno le cose che fanno alle donne”, di morte ma anche di speranza. Lampedusa è solo una tappa dell’odissea di chi cerca una una di vita migliore. E molto spesso rappresenta il limen, il confine tra un prima e un dopo. L’approdo sull’Isola è una nuova nascita, un nuovo compleanno. Una data degna di essere festeggiata.

No ai silenzi, sì ai ricordi

«Andate in giro a raccontare cosa avete visto perché ce n’è bisogno perché ce ne è bisogno, in continente non hanno le idee chiare di cosa stia accadendo davvero, ma non intendo cosa accade qui a Lampedusa un punto di passaggio, la tappa di una odissea, mi riferisco davvero cosa accade a ‘sti poveri cristi che arrivano qui, le atrocità che sono costretti a subire, la mortificazione della loro stessa esistenza, lo svilimento dei sogni e delle speranze».

Enia affronta l’isola insieme al padre, medico in pensione che lo accompagna a Lampedusa. Una esperienza che li spinge a creare un nuovo rapporto che prende il posto di quello fondato sui silenzi e che permette anche di raccontare della malattia dello zio, in un intreccio di ricordi e sguardi sul presente.

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