La neve e la colpa, l’età adulta secondo Carabba

“Come un giovane uomo” è il memoir del poeta ed editor, il racconto di come si diventa adulti e si scopre la morte: una prosa ricercata, senza sbavature mielose, che guarda a Proust ma anche a un vasto immaginario pop 

Stile e sentimenti levigati, approccio colto e letterario, per un viaggio nei ricordi che ha come nume tutelare Proust, ma che non ha paura di “sporcarsi le mani” con riferimenti a serie e trasmissioni tv, cartoni animati, film non certo d’essai. C’è un libro che funziona così: l’esordio nella narrativa di Carlo Carabba, allevato alla scuola di “Nuovi Argomenti”, poeta e principale editor di Mondadori, è di quelli che meritano attenzione.

Due nevicate

Il suo memoir, Come un giovane uomo (174 pagine, 17 euro), è pubblicato da Marsilio, nel nuovo corso targato Chiara Valerio. E si accende dopo un abbondante nevicata romana, a vent’anni da una precedente, legata all’infanzia e vagheggiata a lungo. La capitale imbiancata, però, porta con sé una tragedia: l’incidente di un’amica, Mascia, il ricovero in ospedale, il coma e la sua morte. E la singolare e dolorosa coincidenza per il protagonista, che scrive in persona, di dovere andare a Milano, proprio nel giorno del funerale di Mascia, per la firma di un importante contratto di lavoro.

Misurarsi con la vita

Di riflessione in riflessione e di digressione in digressione, in un lungo flusso unico, l’introspezione della voce narrante ci conduce a lunghi paragrafi, in periodi anche complessi, ma non certo illeggibili. S’affastellano ricordi, d’infanzia e d’adolescenza, legati a episodi e ad amici dell’infausto presente, a chi sta al capezzale dell’amica. E la necessità di misurarsi – filosoficamente, consapevolmente, e in modo non consolatorio – con la vita, con le coincidenze, con l’età adulta e con l’esistenza della morte, dribblata forse da troppi anni, irrompe prepotentemente. Con altrettanta forza emerge l’essere poeta di Carabba, la sua prosa ricercata ne risente, felicemente, e si nutre di figure retoriche proprie dei componimenti in versi.

Dolore ed eleganza

C’è, naturalmente, sofferenza, c’è una quota di dolente malinconia nelle pagine del libro di Carabba, temperata però anche da tanta lucidità. C’è dolore, ma anche eleganza, senza sbavature mielose. E c’è rivelatore di molto, nei ringraziamenti di Come un giovane uomo, un riferimento allo psicanalista frequentato per anni. Il lustro che Carabba ha trascorso a scrivere questo libro (che è tra i semifinalisti del premio Strega) e a trovare la voce giusta è stato ben speso. Chapeau.

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