L’Holden di Salinger letto oggi, non perdersi nel precipizio

Ripetizioni, turpiloqui, interruzioni. Il flusso di coscienza del protagonista nel “Giovane Holden” di J.D. Salinger, la sua insoddisfazione e la strada giusta da trovare. L’effetto che fa il capolavoro del genio statunitense letto oggi, per la prima volta

L’immacolata copertina bianca, priva di una quarta e “sporcata” soltanto dal titolo e dal nome dell’autore caratterizza l’edizione italiana de Il giovane Holden (252 pagine, 12 euro) di Salinger, edita da Einaudi nella traduzione di Matteo Colombo. Fu lo stesso autore a imporre una tale scelta grafica, con cui si evidenzia la volontà di non influenzare il lettore in alcun modo, prima della lettura effettiva del testo, anticipando però a livello visivo lo stile dell’opera. Vale a dire la storia di un adolescente americano degli anni Cinquanta, raccontata in prima persona attraverso la sua voce, utilizzando un linguaggio molto colloquiale, fatto di ripetizioni, turpiloqui e interruzioni, che sospendono improvvisamente la narrazione per esprimere ciò che in quel momento passa per la mente del giovane protagonista.

Semplicità e ironia

Caratterizzato da questa semplicità e dall’ironia di fondo, il romanzo di Salinger è il flusso di coscienza di Holden, il quale offre considerazioni interessanti sulla vita e sulla società, soprattutto perché provenienti proprio da chi essendo adolescente non è ancora entrato nel mondo adulto e non è immerso nelle regole che ne derivano. Di conseguenza può giudicare con uno sguardo distaccato e anche disincantato.

Preso dallo sconforto di non sapere che cosa fare della propria esistenza, il protagonista è un diciassettenne problematico che cerca un appiglio in qualsiasi cosa possa farlo stare bene. La sua è una crisi adolescenziale profonda, che talvolta rasenta la depressione, non permettendogli di trovare pace in nessun luogo e con nessuna persona. A ciò si unisce un senso di inadeguatezza e la constatazione di non aver alcun talento se non per la scrittura, che comunque a livello scolastico gli permette di raggiungere appena la sufficienza in letteratura.

Colpisce la noia di questo giovane per ciò che lo circonda, la quale lo spinge a fare tutto controvoglia. Come ad esempio recarsi al cinema pur odiando i film e il modo finto in cui gli attori recitano, o invitare per un appuntamento una ragazza nonostante quest’ultima rappresenti esattamente quell’ambiente alto borghese che detesta, il quale d’altra parte è anche quello a cui appartiene lui, ma in cui non si rispecchia per nulla.

Contro ipocrisia e conformismo

Insofferente nei confronti della gente del suo ceto sociale, dall’ipocrisia e dal conformismo che lo dominano, come ogni adolescente Holden è estremo nelle azioni, nelle scelte e nelle opinioni sul mondo circostante, vive ogni emozione intensamente e cambia umore e idea con grande facilità.

Così poco prima delle vacanze natalizie, dopo essere stato nuovamente espulso dal prestigioso istituto in cui si trovava, decide di vagabondare per New York per qualche giorno, invece che tornare a casa e comunicare ai genitori di aver fallito ancora.

In questo breve ma intenso periodo, il protagonista cerca di cavarsela da solo, fantasticando sul proprio futuro e pensando di abbandonare tutto. Propone questa sua folle idea anche a una ragazza, a cui chiede di fuggire con lui e iniziare insieme una nuova vita. Ma la giovane gli risponde che ci sarà tempo dopo, quando avranno finito gli studi, per viaggiare ed essere liberi. Holden, però, sa bene che questa è una delle più grandi menzogne, perché se è vero che da adolescenti ci si sente imprigionati, costretti a fare ciò che gli adulti hanno deciso, le cose di certo non cambiano diventando grandi, anzi le costrizioni sociali diventano ancora più pressanti. Una volta che si è superata l’età adolescenziale, infatti, subentra il lavoro e uscire dal reticolo dei doveri è quasi impossibile.

Un po’ di conforto

Soltanto il ricordo del fratello scomparso prematuramente e il pensiero della sorella più piccola, che però chiama ironicamente “la vecchia Phoebe” per la maturità che dimostra, danno un po’ di conforto alla mente confusa, fragile e turbata di Holden.

Mentre tra gli adulti l’unico che dimostra di capire come si sente è un professore, il quale cerca di spiegargli come tutto ciò che sta provando sia normale. Anzi proprio questa sua sofferenza lo rende simile ad altri grandi uomini, che però hanno saputo trasformare tali sentimenti in qualcosa di buono anche per gli altri. Si tratta di quelle menti brillanti che unendo la loro creatività allo studio, hanno lasciato una traccia di sé tramite la scrittura.

Il personaggio di Salinger deve trovare la strada giusta, se non vuole rischiare di perdersi e cadere nel precipizio senza fondo della perenne insoddisfazione che in questo momento lo divora, la quale come ogni dramma giovanile sembra essere senza una via d’uscita.

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