Sfregola e le nozze civili, trovare un posto nel mondo

Saggio e memoir, “Signorina” di Chiara Sfregola ragiona, anche attraverso vicende personali, sul significato del matrimonio nel succedersi dei tempi e l’evolversi delle condizioni della donna. E narra un rapporto coniugale fra lesbiche, con la voce narrante che funge da uomo\marito e Viola da moglie…

Come afferma Chiara Sfregola nella nota introduttiva, Signorina (223 pagine, 16 euro), edito da Fandango, è un’opera non ascrivibile a uno specifico genere letterario poiché oscilla tra il memoir e il saggio, anzi quest’ultimo è predominante poiché occupa la maggior parte del volume, mentre il memoir è presente principalmente nella parte iniziale e finale, dove appunto alcune vicende della sua vita vengono raccontate al lettore per il contenuto emotivo da esse suscitato, di conseguenza ciò che conta non è la verità effettuale, ma quella emotiva che ricostruisce non solo memorie o eventi attuali, ma anche relativi dettagli in base alla suggestione che essi hanno suscitato.

Forma vs vita

Il\la protagonista, essendosi civilmente sposato\a con la sua Viola, va a vivere in casa di quest’ultima, ma a patto che lei accetti le sue condizioni, però «da sola, seduta sul divano verde», contempla «l’estraneità di quel luogo» e si accorge di odiarne «il colore freddo delle pareti, gli infissi moderni, l’arredo scarno come una frase interrotta a metà, come una domanda senza risposta» (pagg. 84- 85). La presenza dei due generi: maschile e femminile, diventa d’obbligo, considerato che, al di là dell’apparenza fisica nel rapporto coniugale chi narra funge da uomo\marito, Viola da moglie. Ciò detto, non si può non ricordare Pirandello, la sua filosofica distinzione tra forma e vita, infatti chi meglio di una lesbica può considerarsi forma, apparenza contro il fluire della sua vera essenza psicofisica?

La parità nel rapporto coniugale

Il matrimonio civile diventa l’occasione affinché il memoir si trasformi in saggio e venga esposto il significato del matrimonio nel succedersi dei tempi e contemporaneamente l’evolversi delle condizioni della donna: dalla sua sottomissione alla parità di oggi nella convivenza e nel rapporto coniugale, grazie anche al movimento femminista, sia presso le coppie eterosessuali, sia presso quelle lesbiche o gay. La ormai indiscussa parità fa sì che per queste ultime, in particolare, il matrimonio è solo un modo per affermare che ci sono anche loro, che esistono, «è il rituale con cui» celebrano «di aver trovato, più che un compagno o una compagna, un posto nel mondo» (pag.49). La storia dell’evoluzione sociale della famiglia porta anche a denunciare la condizione pensionistica della casalinga, che addirittura non percepisce nulla se il marito ha un reddito alto.

Il valore della scrittura

Insomma, un’opera interessante, quella di Sfregola, poiché, partendo dall’io si espande nel sociale, ma anche perché viene espresso appieno il valore e l’importanza che assume per lei\ lui la scrittura, ma anche per la maggior parte di coloro che a tale nobile arte si dedicano: «Più di tutto scriviamo per liberarci. Perché abbiamo qualcosa che tutta quanta dentro al corpo non può stare».

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