Viaggio, verità e realtà (parenti come corpo e ologramma)

Graphic novel e analisi psicologica nel volume a sei mani “Insight – Un viaggio reale ma non vero”, firmato da Fabio Gariffo, Marcello Nicolella e Vincenzo Tallarico. La storia di un viaggio per allontanarsi dall’illusione che si chiama realtà e abbracciare la verità…

Di segno, di-segno. Insight – Un viaggio reale ma non vero: ibridazione svelta, naturale quanto inedita nel panorama editoriale, di tavole di graphic novel e analisi in senso stretto (psicologica, proprio) che reca la firma dello sceneggiatore Fabio Gariffo, del fumettista illustratore Marcello Nicolella e quella di Vincenzo Tallarico sulla profonda chiosa in veste di psicoterapeuta esegeta dalle tante frecce: non soltanto folto fogliame clinico ma profonde radici di cultura indiana, spirituale. Tallarico affianca infatti alla propria formazione di psicoterapeuta junghiano, la competenza di insegnante di meditazione buddista e mindfulness. Art Director del progetto editoriale è Otto Gabos, fumettista italiano molto noto del quale Nicolella è allievo brillante. Di cammino buddhista si tratta, ma senza marchi, icone, ricette. Senza espressione vaga, però con pienezza vacua: ossimoro apparente, inesistente, falso.

Vacuità, da temere e da colmare

Vacuità, parola chiave del viaggio di Sam, “giovane vecchio” trasferitosi adolescente da Parigi a New York, poi diventato, nella cultura e coltura dell’io che tutti in vari gradi accomuna, abile e inserito businessman. Vacuità: vuoto del quale aver terrore (horror vacui di latina, occidentale, topica memoria); oppure vuoto da colmare, come divenire infinito, dentro la meditazione e appena fuori di essa.

Angoscia o pace

Angoscia o pace, i due bracci possibili di un delta che soltanto nell’allontanamento dell’illusione che si chiama realtà e nell’abbraccio della verità, diventa estuario prorompente. Saggezza. Vuoto come potenza. A migliaia di miglia di distanza dagli scritti sanscriti che danno fondamenta a questo e altri racconti, fa capolino Aristotele, e la sua eudaimonia di tensione naturale. Alla felicità come verità, compiutezza, indipendente coerenza. Altre citazioni più aderenti alle tavole, non se ne faranno qui, a ciascuno la propria valigetta degli attrezzi: ne offre a piene mani Tallarico, è un bel leggere. Nel giocoso rimando fatto dalla mente occidente di chi adesso recensisce, noi azzarderemo un’altra immagine: il viaggio di Sam inizia mentre egli è certo – illuso – di stare già viaggiando, camminando sui sentieri del Nepal. Lì incontra un viandante sardonico e pacioso, misterioso e franco, nella ressa sorridente degli opposti. Cammina al fianco del suo cavallo arabo. Beh, pare, a chi, come chi scrive, abbia dentro monoteismi e grecità più che sanscrito, Saulo dopo una notte di riposo, riavutosi dalla folgore che lo fece cadere di sella. Pare Saulo, diventato – sempre stato – Paolo di Tarso. Il cavallo, al passo dopo l’incubo bipede dell’imbizzarrimento da horror vacui. Sulla cassetta degli attrezzi, come sopra.

Il viaggio e la realtà

Questo, preme dire agli autori: il viaggio inizia dopo la crisi, qualunque crisi, dopo la rottura dell’io, di ciò che si è abituati a definire reale in senso esaustivo. Che dentro quel viaggio, di gran parte di quel reale si può scoprire la natura di gigante dai piedi d’argilla. Che quella grossa massa di accadimenti, convinzioni, esperienze che si chiama realtà, realtà non può essere per definizione, siccome non indipendente, non sganciabile da altro senza che ne venga meno l’essenza. Intuizioni e saperi remoti, che oggi la fisica quantistica – come sottolinea dettagliatamente il testo – e il suo ineffabile big bang intellettuale e scientifico, stanno sbalorditivamente confermando, gradualmente, uno a uno.

Verità e realtà sorellastre lontane, con la maggiore ad aspettare al guado la piccola, per trasformarla in vuoto meraviglioso, da pieno terrifico poiché svuotabile. Verità e realtà parenti come solo corpo e ologramma sanno essere.

Forza del contenuto dentro la leggerezza del contenente grafico: denso di simboli pure nel tratto acquerellato e finissimo di Nicolella – al quale l’aggettivo “vacuo” non può che suonare lusinghiero – il racconto di-segnico, come avvertono gli stessi autori in introduzione, non è didascalia né insegnamento, non è né proselitismo né religione in senso (ri)stretto: “è solo la tavolozza dei colori” che ciascuno può usare a piacimento di sé, a proprio essere.

Gli autori

FABIO GARIFFO, 55 anni.

Studioso e praticante da oltre trent’anni di buddhismo tibetano, è stato direttore del Centro Muni Gyana di Palermo. Studi classici, completa il corso biennale in Psicologia e filosofia buddista, presso l’ILTK di Pomaia ed è autore di tre saggi brevi autoprodotti: “Compassione e Saggezza: un insegnamento di Kadro-la.” “Come un arcobaleno: Insegnamenti di LamanZopa Rimpoche al picco dell’avvoltoio” e “Gocce di Nutrimento“ di Nagarjuna. Lettore e viaggiatore instancabile, è appassionato di arte, neuroscienze, fisica quantistica e di sceneggiatura per fumetti.

VINCENZO TALLARICO, 65 anni.

Psicologo analista, terapista della Sand Play e socio ordinario presso il Centro Italiano di Psicologia analitica e l’International Association for Analitical Psychology. Cofondatore del Mindfulness Project, è docente della Scuola di Counseling Transpersonale  e presidente del Centro Mindfulness Pisa. Tiene numerosi corsi e seminari e insegna meditazione secondo la tradizione buddhista tibetana.

MARCELLO NICOLELLA, 27 anni.

Fumettista e illustratore, nasce a Capua e nel 2009 si trasferisce a Modena. Dal 2016 studia presso l’Accademia ribelle arti di Bologna, dove attualmente sta concludendo il corso di II livello in linguaggi del fumetto. Nell’ottobre 2019 illustra la raccolta di poesie “A train of thoughts” di Caterina Losi, con cui fonda, nel 2020 il collettivo di autoproduzioni Ramarro Marrone e con cui pubblica alcune storie brevi con lo pseudonimo di This Wooden Doors.

Il libro è disponibile on line sulla piattaforma delle librerie indipendenti bookdealer.it e, a Palermo, nella libreria ModusVivendi.

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