Rayneri, andare oltre la nuda fragilità della disperazione

Una via per approdare alla serenità dello spirito. Una risalita dagli inferi per chi attraversa il limbo di un disturbo borderline, in una società impreparata ad affrontare il penoso carico di anime confuse alle prese con la propria indecifrabilità. Ecco cosa rappresenta “Un libro di guarigione” di Gaia Rayneri, volume onesto e dallo stile lineare, che mostra una liberazione. Senza dimenticare che per ognuno la strada della salvezza e della guarigione è personalissima…

Devo confessare di aver provato una certa diffidenza quando mi sono ritrovata fra le mani Un libro di guarigione (331 pagine,18.50 euro) di Gaia Rayneri, edito da Harper Collins Italia, perché temevo di essere ammorbata da una lettura stile new age. Ho sempre un approccio molto cauto laddove mi paia di intravedere soluzioni standardizzate, per la serie seguite queste semplici regole e i vostri problemi magicamente scompariranno, perché non esistono scorciatoie alla rielaborazione del dolore, non si può cicatrizzare una ferita con un alito di buone intenzioni. Ammetto di essermi, almeno in parte, ricreduta. È un libro onesto, dallo stile lineare, perché l’intento dell’autrice è quello di trasmettere la sua esperienza di risalita dagli inferi, di guarigione appunto, a chiunque stia attraversando il limbo di un disturbo borderline, in cui ad ogni passo si può superare il confine della follia per ritornare poi a respirare il profumo della “normalità”, in un continuo andirivieni di stati d’animo che frantumano cuore e muscoli.

La città di Dite

La parola delirio deriva dal latino e significa letteralmente uscire dal solco, de (fuori) lira (solco). Chi è affetto da disturbo borderline di personalità respira, prega, soffre, ama, sempre al di là delle nuvole, dove chi viaggia sui binari di una lotteria genetica fortunata non potrà mai raggiungerli. In questo continuo alternarsi di arcobaleni irraggiungibili e di felicità impossibili, i “malati” vagano alla ricerca disperata di una introvabile panacea ai loro mali, disperdendo con rabbia e struggimento ogni più piccolo singhiozzo di speranza.

In questo Inferno di salici che piangono sogni mai avverati, si aggirano spiriti prostrati dalla pesantezza di vite sventrate dall’inquietudine, funamboli che passeggiano sulla corda di una tragedia annunciata, artisti della sopravvivenza oltre ogni ragionevole orizzonte.

Gaia Rayneri raccontando la sua storia diviene latrice di un messaggio più ampio, conferisce voce dolente al canto sofferto di chi non ha più fiato per gridare il proprio dolore e rischia di rimanere ingabbiato nell’oblio dell’inesprimibile. Un libro di guarigione mostra la nuda fragilità della disperazione, laddove ognuno sta solo sul cuore del proprio bisogno d’Amore, e lo fa senza compiacimento ma andando a fondo del buco nero in cui questo malessere risucchia senza pietà.

Ragazza interrotta

La Rayneri evoca, credo inconsapevolmente, un capolavoro della cinematografia anni ’90, Ragazze interrotte, che affronta in maniera  originale, struggente e a tratti dissacrante il tema dei disturbi mentali. Anche l’autrice come la protagonista del film, che si ispira a un libro autobiografico, riemerge con fatica dal fango della propria storia, riuscendo a riannodare i fili confusi di un’esistenza vaga, partendo dalla consapevolezza che occorra chiedere aiuto, anche se emerge chiaramente da quest’opera quanto la società, in ogni angolo di mondo, sia impreparata ad affrontare il penoso carico di anime confuse che non riescono a liberarsi del masso enorme della propria indecifrabilità.

Alla ricerca del tempo perduto

Oltre ogni oggettiva peculiarità e al di là di differenze a volte inconciliabili, tutte le culture, le religioni, le epoche, hanno in comune il desiderio potente ed ancestrale di liberare l’uomo da ogni angoscia, proveniente da una realtà difficile o da un’esistenza mai risolta. Da Platone che considerava il corpo come carcere dell’anima, a tutti coloro che si prendono cura con tenerezza degli ultimi della terra, a James Hillman (che consiglio vivamente di leggere) che cerca di sottrarre l’uomo a un destino già apparentemente segnato indicandogli la via di una originaria originalità, la ricerca della felicità costituisce il Santo Graal di ogni umano sussulto di vita, irraggiungibile ma non per questo meno agognata. Tutti inseguiamo questa utopia di guarigione e la Rayneri ci indica la sua personalissima via per approdare alla tanto sospirata serenità dello spirito. Leggere Un libro di guarigione può certamente aiutare chi ha smarrito la bussola per orientarsi nel proprio labirinto di incertezze, tenendo bene a mente però che per ognuno la strada della salvezza passa attraverso personalissimi percorsi di libertà.

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