Anna Woltz, assaporare la vita anche se i genitori si separano…

Fitz, ragazzina testarda e impulsiva, fa i conti con la separazione dei genitori nel romanzo di Anna Woltz, “Gesso”. Con leggerezza e ironia l’autrice scava nel profondo delle relazioni umane e “regala” incontri e disavventure, che aiuteranno la giovane protagonista a imparare a guardarsi dentro…

Attraverso la voce della dodicenne Fitz, Anna Woltz ci regala un romanzo ironicamente serio che affronta il dramma della separazione dei genitori, il vivere a metà traslocando tra due abitazioni, lo smantellamento del nucleo familiare, l’accettazione di una nuova dimensione quotidiana e poi ancora l’ospedalizzazione, la cura, la fragilità della vita, ma tanto e molto altro condensato in un romanzo per lettrici e lettori preadolescenti, Gesso (159 pagine, 15,90 euro), tradotto dal nederlandese da Anna Patrucco Becchi per la casa editrice Beisler.

Un muro e una corazza

La protagonista cattura sin da subito la nostra attenzione grazie al suo temperamento. Testarda, impulsiva e genuinamente imperfetta, Fitz dalle prime battute sfoga la sua rabbia e si trincera in un atteggiamento di rifiuto di fronte alla separazione dei genitori. La ragazza, impotente, sopraffatta e ferita, alza un muro ostile verso i genitori, sentendosi tradita. Ma l’incidente in bicicletta del papà con la sorellina la catapulta in un contesto che la destabilizza ulteriormente. Sembra troppo per Fitz che si ritrova in ospedale ad accompagnare la sorellina ferita. Tra disinfettanti, bende e barelle, incontra l’amicizia e anche qualcos’altro. E quando crede che la sua anima sia terribilmente ferita per essere abilitata a provare nuovi sentimenti, ecco che avverte di aver bisogno di una corazza per difendersi dai dolori della vita e dal suo pungente sentire. E chissà che non si possano rimettere a posto i cocci di ciò che è andato in frantumi. Così, tra le tante vicissitudini nelle corsie di ospedale, riesce ad avere un “gesso” finto per il suo braccio sano, una protezione ma anche un sistema per cristallizzare ciò che di buono esiste e può essere salvato, per ripartire e ricominciare a ricostruire i pezzi di ciò che si è rotto, del matrimonio dei suoi genitori e anche del suo smarrimento.

Un incontro

Ma così non è. Allora le circostanze la conducono verso un’altra strada, a guardare da un’altra prospettiva, osservare il presente e il come viverlo appieno. Si può essere felici anche se i genitori si separano? Si può trovare serenità e armonia vivendo tra due case, un po’ di qua e un po’ di là? «Sei ancora una famiglia se i tuoi genitori si sono divisi?» Fitz comincia a mettere in discussione la sua rabbia e ostilità verso i genitori quando incontra Adam. Un ragazzo più grande che si trova in ospedale perché ha perso la sua condizione di figlio unico e ora deve familiarizzare con un quasi fratello, nato prematuro, che vive tra tubicini e culle di vetro, lottando per crescere ed entrare nella sua vita.

La fragilità dell’uno e dell’altra, l’incontro e il confronto tra due caratteri forti e ribelli, porterà Adam e Fitz a scontrarsi per tornare a incontrarsi e riappacificarsi. Lui, un ragazzo di «quindici anni, figo, che fuma e ha quattro insufficienze sulla pagella di fine semestre»; lei, una ragazzina di «dodici anni, degli spaghetti per capelli, le sigarette le fanno schifo e vuole diventare una dottoressa, quindi (…) una secchiona insopportabile». Tra i vari personaggi compare anche Primula, una ragazzina dal cuore fragile, ma sorprendentemente forte e sensibile, la cui schiettezza senza filtri avrà un ruolo di equilibrio tra la vulnerabilità del sentire e i rapporti d’amicizia tra i giovani protagonisti.

Sfumature di adolescenza

Con Gesso la Woltz riesce a cogliere le varie sfumature dell’età adolescenziale, dalla fragilità all’allegra incoscienza, senza tralasciare la purezza e il genuino bisogno di autenticità, il tentativo di imparare a guardarsi dentro e assaporare la vita anche quando tutto sembra vacillare. L’autrice, con uno stile ironico e leggero, ci spinge a riflettere non solo sulla sfera interiore dei giovani protagonisti, ma anche sul ruolo degli adulti e sulla genitorialità, scavando senza banalità nel profondo delle relazioni umane.

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Un pensiero su “Anna Woltz, assaporare la vita anche se i genitori si separano…

  1. Mariangela Biffarella dice:

    Le recensioni di Maria Pia Ribaudo si caratterizzano per la rara capacità di sintetizzare una storia, di coglierne e delinearne le tematiche di fondo con chiarezza e profondità introspettiva, cosa tutt’altro che facile! Bravissima! Non si può che leggere il libro!

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