Cent’anni di una famiglia e dell’Italia attraverso diversi punti di vista e tante voci. Li racconta Dario Buzzolan, con il romanzo “Baracca e burattini”. Dissolversi e sparire, a un certo punto, è la maledetta costante di gran parte dei protagonisti…
La storia di una famiglia e la Storia degli ultimi cent’anni. Narratore di lunghissimo corso, il torinese Dario Buzzolan ha scritto il suo romanzo più ambizioso e maturo, tutt’altro che velleitario, un’opera che lo fa svettare e getta addosso a lui una luce meritata. Con la pulizia di una prosa semplice ma mai banale, Dario Buzzolan s’inventa un’epopea della fuga perpetua, un florilegio di abbandoni improvvisi, scompaiono e si dissolvono le figure che l’autore muove da consumato puparo, e sono scossoni decisi alle esistenze di tre generazioni di una famiglia italiana affascinante e disfunzionale, una famiglia laziale con ascendenze piemontesi, probabilmente esemplare di un intero Paese. Inizia più o meno tutto con un bimbo che cade in un pozzo
Cose della vita
A lungo ho pensato che sarei riuscito a spezzare l’incantesimo: a sottrarmi a quella che mia madre chiamava ora maledizione, ora destino, ora condanna della nostra famiglia. Che non sarei andato via come mio padre. Invece me ne sono andato anch’io.
In prima persona parla Ermes, proprietario di un’azienda di trasporti e padre di Ranieri (famoso oncologo, laureato in medicina contro il parere paterno) e nonno di Elle, ovvero le principali voci narranti del libro, appartenenti alla famiglia Bo. Forse in amor vince chi fugge, ma nel complesso della vita non è… detto. Sembra volerci dire anche questo Dario Buzzolan con Baracca e burattini (387 pagine, 21 euro), pubblicato dall’editore Mondadori. I diversi punti di vista che si alternano conferiscono vivacità e ritmo ai lettori che, di volta in volta, si immedesimano nell’uno o nell’altro personaggio. Ci sono incomprensioni, sbagli e dubbi, è tutto un concatenarsi coerente di eventi, di cose della vita, fino a un tirar le somme che è compimento ben congegnato.
Fra determinazione e smarrimento
E appena dentro mi pento di esserci anche se questa è casa mia, e vorrei già scappare come sono scappata anni fa, avverto subito la stessa tensione che quando ero ragazzina colava su tutti per futili motivi o per nessun motivo…
Qui la narrazione è affidata a Elle, probabilmente il personaggio più vero e riuscito, attrice teatrale, dipendente da sostanze psicotrope, con cui spera di superare le proprie sofferenze, che alterna determinazione e smarrimento, e vorrebbe fare i conti con la storia secolare della propria famiglia, con grovigli irrisolti e tribolazioni che sono il tessuto vivo di una grande tensione narrativa: le mosse del romanzo sono avvincenti e si reggono su tanti temi forti, a cominciare dal fine vita, come pure dalle dipendenze.
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