Il bello e il brutto dell’amore, le meditazioni di Frédéric Boyer

Dal Kama Sutra alla Bibbia, a Dante attinge Frédéric Boyer in “Tecniche dell’amore”, frammenti di riflessione su un sentimento che è comunione e trascendenza, senza retorica e dolcezza, tra flussi di pensieri, esperienze di vita e frasi tutt’altro che ritrite…

Clichy ma soprattutto, e molto più compiutamente e nell’ambito di un progetto, le edizioni Sanpino stanno gradualmente alzando il sipario sull’opera di un prolifico e singolare scrittore francese, cioè Frédéric Boyer. Diffusamente abbiamo dato conto di un altro suo libro Il dio morto così giovane (ne abbiamo scritto qui) e adesso ritorniamo su questa figura profonda e mai banale per Tecniche dell’amore (70 pagine, 13 euro), libro audace nel tentativo di osservare l’amore e di riferirne, come se fosse la prima volta. Non è semplice dire dell’amore qualcosa che non sia ancora stato detto. Frédéric Boyer ci prova, meditando sul sentimento amoroso, sui suoi tormenti e sulle sue dinamiche, tra citazioni, memorie personali.

Ho creduto molto presto a tutte quelle cose che si raccontano sull’amore, belle e brutte. Ma senza capire mai come o perché.

Vigliaccherie e scabrosità

Traduttore di testi religiosi e uomo di enorme cultura, Frédéric Boyer, incastra frammenti personali e attinge alle opere di grandi autori per provare ad addentrarsi nell’amore. Ci sono gli studi e le passioni di lettere, ma anche le esperienze di vita, alcune singolari. Un «diario privato», «a tratti delirante», fatto anche di «versi di mistico ardore», è questo libro per Franco Arminio, che ne firma la prefazione. Non c’è retorica, non ci sono cioccolatini e dolcezze nell’orizzonte dell’autore, che non scansa scabrosità e vigliaccherie, che associa l’amore anche alla perdita e alla vulnerabilità, che passa con disinvoltura da San Paolo al Kama Sutra, dal profeta Geremia a Dante.

Orazioni e maledizioni

Flussi di pensieri, osservazioni non immediate, parole tutt’altro che ritrite, un desiderio amoroso che è comunione ma anche trascendenza. In testi sempre essenziali ma grondanti di domande e stimoli, come Tecniche dell’amore, Frédéric Boyer stupisce, colpisce. È mistico, inquieto, malinconico, perfino sconcertante. Le sue frasi possono sembrare allo stesso tempo maledizioni e orazioni. C’è bisogno di libri così, che non sciolgono i nodi, ma fanno arrovellare. A volte c’è bisogno di volumi così

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