Una storia d’amore ai tempi del fascismo, quando l’Europa è un labirinto di utopie fallite. È “Ogni cosa è per Giulia” di Lucia Tancredi, che racconta l’amore e il matrimonio di Giulia Schucht e Antonio Gramsci, alternando documenti reali ed episodi di finzione…
Già il titolo, Ogni cosa è per Giulia dell’autrice Lucia Tancredi, pubblicato dalla casa editrice Ponte delle Grazie (pagine 298, euro 18), rimanda «all’idea che una vicenda umana possa essere universale, quindi politica». Protagonista è la storia d’amore tra Giulia Schucht e Antonio Gramsci, «viva più che mai», si legge nella nota dell’autrice. Lucia Tancredi costruisce il romanzo (304 pagine, 18 euro), edito da Ponte alle Grazie, come un caleidoscopio storico-emotivo, alternando documenti reali (come le lettere di Gramsci) a episodi di finzione che arricchiscono la psicologia dei personaggi.
Il violino abbandonato
La narrazione si sviluppa in capitoli cronologici (dal 1922 al 1937), ma con frequenti flashback e digressioni liriche che ricordano la poetica proustiana, riflettendo la formazione letteraria dell’autrice. Lo stile è caratterizzato da una prosa musicale, con ritmi che evocano le composizioni classiche di Bach o le improvvisazioni jazz, metafora della vita caotica e passionale di Giulia. Le descrizioni sensoriali (profumi dei boschi russi, suoni del violino, texture delle lettere) creano un’immersione totale nel contesto storico e interiore dei protagonisti. Giulia non è solo la moglie di Gramsci, ma un personaggio autonomo e contraddittorio, in primis «la musicista rinnegata»: figlia del rivoluzionario Apollon Schucht, è un’artista di talento costretta ad abbandonare il violino per seguire Gramsci, sacrificando la sua identità artistica per amore. I figli Delio e Giuliano diventano simboli di un’esistenza domestica mai realizzata, mentre Gramsci, incarcerato, diventa un padre fantasma.
Silenziosa resistenza
Pur non essendo attivista, Giulia incarna la resistenza silenziosa al fascismo attraverso il sostegno a Gramsci, diventando un ponte tra la sfera privata e quella rivoluzionaria. Definita “lupa sull’orlo del baratro”, incarna un femminismo ante litteram, combattuta tra il desiderio di normalità e la fedeltà a un uomo irraggiungibile. Il romanzo tratteggia l’Europa del primo Novecento come un “labirinto di utopie fallite”. “L”uomo-acciaio” (Stalin) domina un regime oppressivo, contrapposto agli ideali romantici di Apollon Schucht, devoto a Rousseau. La persecuzione di Gramsci e la censura delle lettere diventano metafore della repressione della libertà individuale .Le sorelle Schucht (Eugenia, Tatiana) rappresentano diverse sfaccettature del ruolo della donna: Eugenia, ricoverata in sanatorio, simboleggia la fragilità; Tatiana, mediatrice delle lettere, incarna la resilienza.
Le lettere censurate e i colori
Il rapporto tra i due protagonisti è un “punto cieco”, dove l’intimità si scontra con l’impegno politico. Gramsci appartiene alla Storia, Giulia alla memoria privata. Strumento simbolo dell’identità perduta di Giulia, il violino rappresenta il prezzo pagato all’utopia rivoluzionaria, mentre le missive di Gramsci, spesso censurate o indirizzate a Tatiana, diventano frammenti di un dialogo interrotto, evidenziando la comunicazione come atto di resistenza. Imperversa il simbolo della purezza, in un contesto storico che nulla ha di puro, con un continuo riferimento al bianco dei vestiti di Giulia allude anche al lutto; anche il verde, ricorrente nelle descrizioni, richiama la natura come spazio di libertà effimera. Il romanzo è stato accolto come un atto di giustizia letteraria verso figure femminili dimenticate, riconsegnando alla Storia tutte le donne sacrificate sull’altare dei grandi uomini.
Il costo delle scelte individuali
Ogni cosa è per Giulia di Lucia Tancredi supera i confini del biopic storico per diventare un’indagine universale sull’amore, il sacrificio e l’oblio. Tancredi non si limita a raccontare una storia d’amore, ma interroga il lettore sul costo delle scelte individuali in tempi di crisi collettiva. Come scrive nell’ultima pagina: “Navsegda. Per sempre” , un’eco che trasforma la vicenda privata in un monumento alla resilienza umana. Ciò che ottiene la scrittrice è un romanzo storico con profondità psicologica, affascinante per l’intreccio tra arte e politica.
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