Giornata internazionale della risata, 19 libri che vi consigliamo

Libri classici e contemporanei, celeberrimi o misconosciuti, con un solo comune denominatore, la risata, declinata in tanti modi diversi. Un elenco di buoni consigli in occasione della Giornata Internazionale della risata, che ricorre oggi, 4 maggio. Buona lettura e buon divertimento

“Mare, amore e barbecue” di Dario La Rosa

L’invito, ricevuto da Lucialibri, di proporre un libro per celebrare la Giornata Internazionale della risata mi ha messo in crisi. Leggo solo drammi e storie tristi? Evidentemente sì. Pur volendo, non sapevo con quale titolo partecipare. Finché, ad un certo punto, quasi al 90°, quando stavo per confessare di non avere niente di divertente da proporre, un amico, anzi due, sono arrivati in mio soccorso. E si sa, gli amici si vedono nel momento del bisogno per aiutarti nelle difficoltà e risollevarti con una bella risata! I miei prodi si chiamano Iachino Bavetta e Gerlando Guarrasi, giornalisti di satira prestati all’investigazione e questa è una delle loro numerose ed esilaranti (dis)avventure: Mare, amore e barbecue di Dario La Rosa (qui articoli su altri suoi titoli).
Equipaggiati come un’unità militare in missione, le famiglie Guerrasi e Bavetta, domenica alle 9 in punto, approdano sulla spiaggia di Mondello. Teli, sdraio, ombrelloni e cappellini per proteggersi dal sole; anelletti al forno e caffé freddo per rifocillarsi; settimana enigmistica e carte da briscola da alternare alla siesta con un occhio chiuso e uno aperto a controllare i bambini. Il sole e il mare. Non manca niente per una perfetta giornata di vacanza “alla palermitana”. Ma, ancora una volta, i due compari, Iachìno e Gerlando, sono nel posto giusto al momento sbagliato! Manco il tempo di arrivare, il bagnino li avverte: “Un macello c’è! C’è un tizio morto qua in spiaggia, un picciotto di neanche trent’anni”.
Impossibile per i due giornalisti (di satira) non impicciarsi. Il loro fiuto investigativo, corroborato da ciambelle zuccherate “cavure cavure” e stimolato dalla caffeina del bar, li porterà alla soluzione del caso. Destreggiandosi tra indizi accidentali, depistaggi involontari e il placcaggio delle mogli, Iachìno e Gerlando, in perfetta tenuta da bagnanti, con tanto di ciabatte e piedi insabbiati, consegneranno il colpevole al Questore ormai rassegnato a dover considerare la “strana coppia” una risorsa investigativa. “Voi avete la capacità di infastidirmi tutte le volte che vi penso. Eppure sapete che ormai è nato un sentimento? Mi fate tenerezza e mi dispiace ammettere che nella follia e nella fortuna in cui sembrate affondare ogni volta, non posso non tenervi in considerazione”. E nemmeno noi lettori! (Paola Ardizzone)

“Una cosa ancora, storie e altre storie” di B.J. Novak (Baldini e Castoldi), traduzione di Donatella Rizzati

Era da molto che avrei voluto scrivere qualche breve nota (breve come una risata) su questo libro uscito ben 10 anni fa dal titolo. L’occasione giusta è proprio questa della Giornata dedicata alla risata, perché con questo volume dell’attore americano, presente tra le altre in celebri pellicole quali Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino e Saving Mr. Banks, si ride davvero. Lo stesso Novak è anche produttore televisivo e sceneggiatore, e a quanto pare anche scrittore (insomma sembra faccia  tutto lui). Sono 63 brevi storie (le ho contate) che raccontano irridendola la cultura pop contemporanea, storie sul nostro quotidiano con i suoi vizi e ossessioni. In realtà il conto delle storie deve salire a 65 se si considera la pagina Spunti nella quale l’autore suggerisce, come lui stesso tra l’altro ammette, iniziare la lettura dalle più brevi, in un contesto generale nel quale nessuna supera le cinque pagine, senza dimenticare la pagina finale dei ringraziamenti, il cui spasso potrebbe valere di per sé il volume e farci chiedere quasi implorando…una cosa ancora, o anche solo altri titoli, che già dicono molto, qualche esempio: Diario dell’uomo che inventò il calendario, Kellog’s (o: l’ultima fantasia salubre di un ragazzo di scuola media, Cortesia tra torte, La non località quantistica e la morte di Elvis Presley, Benvenuti al Campeggio Fantastico per adolescenti dotati…e così via. (Simone Bachechi)

“I magnifici idioti” (Rizzoli) e “Nel nome dello zio” (Guanda) di Stefano Piedimonte

Leggete tutti i libri di Stefano Piedimonte. Dall’ultimo in ordine cronologico, I magnifici idioti (ne abbiamo scritto qui), pubblicato da Rizzoli, al primo, Nel nome dello Zio, pubblicato da Guanda. Nel debutto basterebbero le sopracciglia ad ali di gabbiano di un personaggio per farvi ridere a crepapelle; il romanzo è ambientato nel mondo della camorra. E, a partire dallo speciale punto di vista della dissacrazione della criminalità organizzata, Piedimonte ha anche allestito, ormai più di dieci anni fa, un memorabile spettacolo di cui è stato protagonista assieme all’amico Roberto Saviano, sul palco del festival di PordenoneLegge. Dentro le risate di Piedimonte c’è un universo, recuperate i suoi libri. E alcuni, voi editori, tornate a stamparli. (Arturo Bollino)

“Una vita da libraio” di Shaun Bythell (Einaudi), traduzione di Carla Palmieri

“The diary of a bookseller” – Shaun Bythell Profile Books è il primo di una serie di libri di un libraio scozzese che commercia libri usati. Shaun Bythell vive nell Galloway, regione sud occidentale della Scozia, incantevoli paesaggi di montagne, colline e campagne non distanti dal mare. Shaun viaggia per la Scozia alla ricerca di librerie intere da acquistare, inventaria i libri trovati, li cataloga e li mette negli scaffali della sua libreria a Wigtown. Nella maggior parte del tempo cura la sua libreria, accoglie i clienti ed è tra i principali promotori di uno dei festival letterari più accreditati di gran Bretagna, il Wigtown book festival.
Tutto questo Shaun lo racconta in un diario, giorno per giorno, mese per mese. E qui mi chiederete: “e dove sarebbe il divertimento? per cosa dovremmo ridere?”
Leggetelo e capirete, la prosa di Shaun è essenziale, cruda ed effervescente, sarete travolti dal più sagace humor britannico. Il modo in cui descrive i suoi improbabili clienti, le loro assurde domande, lo sforzo di restare gentili davanti alle pretese più assurde vi solleverà il morale e sveglierà i neuroni.
Scoppierete a ridere davanti alle trovate degli originali abitanti di Wigtown, della sua collaboratrice Niki ossessionata dalla religione e dai cibi in scadenza al supermarket, alle trovate anti Amazon e alle invettive contro gli ereader.
Il libro però va anche molto oltre, racconta la capacità di sopravvivere delle librerie indipendenti, la forza necessaria, la motivazione giorno dopo giorno, sterlina per sterlina per non soccombere davanti ai colossi del mercato. Shaun testimonia la capacità di reinventare un mestiere antico e necessario dove il lato umano resta necessario alla dimensione culturale. (Anna Caputo)

“La versione di Barney” di Mordecai Richler, traduzione di Matteo Codignola

Per questa ricorrenza internazionale volgo lo sguardo oltre l’oceano Atlantico e non posso non ricorrere al mitico Mordecai Richler, fenomeno canadese lanciato in Italia da Adelphi, e in particolare al suo leggendario romanzo La versione di Barney. Memorie sui generis, tre matrimoni, e una verve sarcastica infinita, con risata garantita a ogni piè sospinto. Chi non l’ha letto, faccia una corsa in libreria. Leggerà cose del genere:

Sono sempre stato, e rimango, una spaventosa testa di cazzo, un uomo cattivo, che gode nel vedere quelli migliori di lui trascinati nella polvere […] nulla mi delizia quanto una biografia da cui apprendo che questo o quel presunto grande in realtà era una vera merda.

Concluso La versione di Barney, recuperate tutto quello che ha scritto… (Giosuè Colomba)

“Dente per dente” di Francesco Muzzopappa (Fazi)

Nella ridente e (quasi) mitteleuropea Varese c’è un museo particolare, che vanta un record ineguagliato. Al Mu.CO (Museo di Arte Contemporanea) sono esposte le peggiori opere dei grandi artisti della scena internazionale: quelle veramente inguardabili. Ci lavora Leonardo, giovane ingenuo e sognatore, che dopo avere subito una delusione d’amore, escogita una vendetta non convenzionale. La sua irreprensibile fidanzata – da sempre strettamente osservante dei precetti biblici e per questo indisponibile al sesso prematrimoniale – si fa trovare a letto con un altro? A Leonardo non resta che vendicarsi, decidendo di infrangere a uno a uno i comandamenti scolpiti a fuoco sulle dodici tavole, nel modo più fantasioso e creativo possibile. Francesco Muzzopappa – il più pugliese degli scrittori lombardi o il più lombardo degli scrittori pugliesi – vive sul lago Maggiore e la vita di provincia la conosce bene: la racconta dal di dentro con notevole efficacia, facendo ampio uso del nonsense – tecnica in cui eccelle e grazie alla quale getta uno sguardo originale, corrosivo e indulgente, sulle debolezze umane. (Sabrina Colombo)

“James Brown si metteva i bigodini” di Yasmina Reza (Adelphi), traduzione di Daniela Salomoni

Sono certa che è bastato il titolo per strapparvi un sorriso. Ma non lasciatevi ingannare perché Yasmina Reza non è simpatica ma ironica, non è spiritosa ma sarcastica e non vi farà ridere di cose divertenti ma spesso tragiche.
James Brown si metteva i bigodini è una pièce teatrale che vi farà sentire protagonisti anziché spettatori nel teatro che è la nostra vita.
Abbiamo già incontrato i protagonisti, i coniugi Hutner, in Felici i felici. Li ritroviamo qui, in questa sorta di spin-off, alle prese con il loro amatissimo ma strambo figlio, convinto di essere Céline Dion. Sì avete capito bene. Questo ragazzo crede di essere la famosa cantante internazionale e si comporta di conseguenza: ci si deve rivolgere a lui (anzi a lei) come Céline e non come Jacob, deve avere un certo tipo di abbigliamento e seguire rigide regole per preservare la sua preziosa voce in vista della ripresa della tournée dopo quella che lui crede essere una “pausa” ma che in realtà è un ricovero in una clinica psichiatrica.
È qui che gli apprensivi genitori gli faranno visita tra compagni di stanza altrettanto confusi e dottori messi non proprio tanto meglio.
Affilata e indagatrice come sempre, Yasmina Reza ci conduce attraverso un cunicolo di paradossi volti a scardinare il gioco dei ruoli imposti dalla società.
Siamo persone (o personaggi?) che recitano nel tentativo di emanciparsi senza essere emarginati, accomunati dal disperato bisogno di condividere la propria unicità col mondo. (Manuela D’Angelo)

“Cocco di mamma” di Howard Jacobson (La Nave di Teseo), traduzione di Milena Zemira Ciccimarra

Io non saprei spiegare davvero in poche righe l’ironia che sgorga dalle pagine dei romanzi di Howard Jacobson. Anche perché non è un’ironia elementare, immediata, né tantomeno italianissima. Certo lui è un grandissimo scrittore inglese, di Manchester, di famiglia ebraica. Mi limito a consigliarvi il suo libro più intimo, lo spassosissimo Cocco di mamma. Fidatevi, mi direte. (Giovanni Leti)

“Era meglio il libro” di Valerio Lundini (Rizzoli Lizard)

Era meglio il libro, opera prima di Valerio Lundini (seguita poi da Foto mosse di famiglie immobili), è una raccolta di racconti, lettere e poesie in pieno stile lundiniano, dove l’ironia, il cringe e la parodia dei luoghi comuni dominano la scena.
L’opera, erroneamente interpretata come un insieme di testi scartati dai suoi sketch televisivi, riesce a restituire su carta tutta l’originalità del comico romano, che adotta una comicità controcorrente basata sul meta-umorismo: interpreta personaggi che sono al tempo stesso oggetto e veicolo della sua satira, creando consapevolmente situazioni imbarazzanti e paradossali.
Tra palindromi infiniti, dialoghi su Tripadvisor e una lettera d’amore dedicata alla terza classificata di Miss Italia, l’autore si diverte a ribaltare i luoghi comuni e a mostrarli sotto una luce nuova; ad esempio rivelando, con tagliente ironia, la crudezza latente in momenti televisivi all’apparenza innocui, come i siparietti di Paperissima.
Una piccola perla, divertente e di facile lettura, ma che può spiazzare chi non è familiare con l’umorismo surreale e sottile di Lundini. (Rossella Lettieri)

“Dizionario affettivo della lingua ebraica” di Bruno Osimo (Marcos y Marcos)

Lo spassoso debutto di Bruno Osimo risale al 2011, ma si trova adesso in libreria in versione economica, riveduta e corretta. Intimo, ironico, brillante, specie quando si legge del “tamponico”, la lingua della madre che smorza, dissimula e manipola un po’ la realtà. Le voci di un dizionario che sono le tessere di un fantastico puzzle, la vita di un uomo cresciuto come italiano fra gli ebrei e come ebreo fra gli italiani. Si ride e si pensa, cosa chiedere di più? (Salvatore Lo Iacono)

“Non hanno un amico” di Luca Bizzarri (Mondadori)

L’autore tende a rovesciare il punto di vista della gente comune, pertanto con ironia, parla di noi stessi, delle nostre manie, debolezze, proponendo quell’immagine di noi stessi che non vorremmo vedere. Insomma, per adoperare il lessico di Pirandello, svela il nostro essere spesso in totale disarmonia con l’apparire che il vivere sociale spesso impone. (Francesca Luzzio)

Gianni Rodari

Il bambino, bisogna farlo ridere. È più importante farlo ridere che rivelargli chissà quali misteri. Il dialogo è ridere insieme. Il riso è la cosa in più, il dono inatteso, l’al di là della protezione e della sicurezza. Ridete con lui, è vostro per la vita.

Poche, illuminanti, frasi, di Gianni Rodari, che ha dimostrato come la fantasia sia nutrimento per la mente, per il cuore. Leggiamo, ogni tanto, le sue Favole al telefono, ci troveremo situazioni strampalate, eppure credibili, giochi linguistici, mondi possibili. Ogni sorpresa una risata, ogni risata una gioia da condividere, ogni condivisione un passo per la fratellanza universale. Ma leggiamo anche la Grammatica della fantasia, ed impariamo a creare storie per grandi e bambini. Oppure compriamo il Meridiano che Mondadori gli ha dedicato, e ci troveremo anche i saggi in cui spiega che far ridere un bambino, senza freni, senza ragionamenti, è indispensabile per farlo crescere bene, per far crescere il bene. (Mauro Mangano)

“Kaddish.com” di Nathan Englander (Einaudi), traduzione di Silvia Pareschi, e “Se la luna mi porta fortuna” di Achille Campanile (Rizzoli)

Uno straniero e un italiano. Nella vita come nella letteratura la risata fine a se stessa non mi è mai interessata. E allora mi piace consigliare Kaddish.com di Nathan Englander, uno scrittore statunitense grandissimo che non ha ancora “attecchito” come meriterebbe fra i lettori italiani. È un romanzo che inizia colmo di verve comica, di pazze risate e poi, lentamente, scivola nella malinconia e nell’introspezione. L’ho scoperto dopo avere letto questo articolo qui. E ora un italiano, inimitabile, sarcastico, assurdo, paradossale, esilarante. Sto scrivendo di un fuoriclasse, come Achille Campanile, da riscoprire senza ombra di dubbio. Dubito che esista qualcuno, oggi, capace di scrivere un libro come il suo Se la luna mi porta fortuna (con introduzione di Umberto Eco) (Vicky Maniero)

“Il giornalino di Gian Burrasca” di Luigi Bertelli (Giunti)

Giannino Stoppani è detto Gian Burrasca per le marachelle pressoché gravi che lui ingegna a danno degli adulti e che annota nel suo prezioso giornalino (o diario) con innocente irriverenza e ingenua buona fede.
Gian Burrasca è praticamente un pericolo per tutti quelli che gli stanno intorno! E ciò che scatena la risata di noi lettori è che alla base della marachella c’è un “ragionamento” non propriamente furbesco, ma anzi partecipe e solidale verso chi ne sarà oggetto. Perciò si ride PRIMA di architettare il danno, nel MENTRE e nel DOPO, cioè quando Gian Burrasca si giustifica e si confronta con adulti ormai provati e sfiniti.
Un tema interessante sembra emergere: Giannino sottolinea di continuo il divario che esiste tra sé e il mondo degli adulti, e il fatto che le punizioni che subisce sono dettate dal fatto che i grandi non riescono a comprendere le vere ragioni che stanno alla base delle cose. È vero che si tratta pur sempre di ragioni additate da un bimbo di 9 anni, ma resta il fatto che gli adulti non riescono neanche lontanamente ad avvicinarsi al suo modo anche un po’ goliardo di intendere il mondo. “E pensare che spesso si sgridano i ragazzi per certe cose che, se i grandi aspettassero il tempo necessario per vedere come vanno a finire, dovrebbero invece lodarci e ringraziarci per averle fatte!”.
La lettura delle avventure di Gian Burrasca è ideale per un bimbo che sta per mettersi a letto quanto per un adulto che ha bisogno di una risata spontanea in un periodo particolarmente stressante! (Elena Realino)

“Le lettere di Groucho Marx” (Adelphi), traduzione di Davide Tortorella

Fra le tante lettere, di risata in risata, c’è questa scritta nientepopodimenoche a Eliot

19 giugno 1961

Caro T.S.,
la sua fotografia è arrivata in ottimo stato e spero che questa lettera la trovi nelle stesse condizioni.
Non credevo che lei fosse così bello. Se non le hanno ancora offerto il ruolo di protagonista in qualche film sexy, ciò è da attribuire solo alla stupidità dei responsabili del casting.
Se verrò a Londra approfitterò sicuramente del suo gentile invito, e se lei viene in California spero che mi permetterà di fare altrettanto.

Cordialmente,
Groucho Marx

Insomma, accattativillo! (Micol Treves)

Seguici su TelegramWhatsAppThreadsYouTubeFacebookTwitterInstagram. Grazie

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *