Dopo tanti racconti Valerio Valentini si dà al romanzo, con “Ci sono tanti modi”. Il protagonista, Riccardo, è “un professionista” che sta accanto a quanti decidono di farla finita, consigliandoli. Alle sue spalle ci sono malesseri, traumi e una storia d’amore finita, però…
Il poco più che quarantenne Valerio Valentini ha scritto a lungo racconti, ne ha pubblicato un paio di raccolte, e adesso ha fatto il grande passo, con un romanzo. Un libro complesso e duro nella sua intimità, che non si guarda intorno alla ricerca di mode da inseguire. Non è un salto alla cieca, questo mettersi alle spalle, almeno al momento, la forma breve. Ci sono un disegno preciso e una mano sapiente dietro questo suo nuovo libro, che può sorprendere lettori in cerca di scritture non convenzionali e storie fuori dall’ordinario. Ci sono molti modi (269 pagine, 17 euro), questo il titolo del romanzo pubblicato da readerforblind, è un racconto attualissimo, specie nella nostra epoca caratterizzata da instabilità di ogni tipo, a livello internazionale, sociale, familiare, personale. Gli ultimi lustri hanno messo a dura prova la popolazione mondiale su vari fronti e hanno cambiato abitudini e priorità di molti. E hanno accentuato il drammatico dati dei suicidi. È il “contesto” in cui si muove Riccardo, che conosce profondamente bisogni e meccanismi di chi è vicino al precipizio, di chi medita di farla finita.
Una strada nel mondo
Io sono un’Arpia e aiuto le persone ad attraversare il Flegetonte.
È una professione singolare quella cucita addosso al protagonista del romanzo di Valerio Valentini (qui una sua serie di consigli in un video sul nostro Canale YouTube), che si muove tra la Roma delle periferie e Ladispoli. Non stiamo parlando di un istigatore, ma di un consigliere, che scruta, studia e scopre chi intende porre fine alla propria esistenza, sostenendolo, aiutandolo, consigliando metodi non cruenti e meno dolorosi.
Diciamo che le delusioni d’amore non vanno più di moda e per la maggiore va la frustrazione di non aver sfiorato neanche per sbaglio la vita piena di colore che ci si aspettava una volta raggiunta la libertà, l’indipendenza, magari la fama. Io mi vivo i passaggi finali, quando si mette il punto e non c’è spazio per ricominciare, quando il silenzio è caos puro e vivo: io sono la parola fine. Ed è un cazzo di privilegio.
Dietro questo impegno, naturalmente, c’è una spiegazione, c’è soprattuto una storia, quella di Riccardo, tra sbagli, malesseri esistenziali, traumi (uno alla nascita, uno in piena adolescenza) e un amore finito. E sono gelidi resoconti quelli che riguardano in prima persona Riccardo, per le proprie vicissitudini, o di riflesso, accanto a vite che decidono di spegnersi. È un individuo che ha trovato una strada del mondo, discutibile, forse aberrante, ma è solo il riflesso di una vita, cresciuta in un contesto insensibile, che isola e smarrisce. Tra i suoi pensieri morte e amore s’assomigliano più che in ogni altro luogo.
Venditore e confidente
Di vite ai margini e di incomprensione, di dolore e insensatezza sono intrise le pagine cupe di Ci sono molti modi. Valerio Valentini non s’accontenta, decide di giocare una partita molto difficile e la vince, con una scrittura implacabile, provando ad allargare lo sguardo, a riflettere anche in generale su quanti guadagnano grazie al dolore degli altri, in varie forme e nelle realtà più disparate. Chi ha deciso di andarsene trova nel suo Riccardo – poco più di trent’anni, laurea che non l’ha portato da nessuna parte, casa in affitto, frigo tutt’altro che affollato – prima il venditore di un servizio, dopo un confidente via via sempre meno impenetrabile, in cui i rapporti fra disumanità e umanità finiscono per non essere così sbilanciati come potrebbe sembrare nei primi capitoli. Accanto alla morte saprà affiancarsi e irrompere la vita? Andare in fondo a queste pagine è una questione tutt’altro che di poco conto.
Una defezione sui riflettere
Piccola parentesi in chiusura. Quest’anno readerforblind non ha preso parte al Salone Internazionale del Libro, a Torino. Un’assenza che deve fare riflettere quella della sigla indipendente laziale. Per rinunciare, non a cuor leggero, alla vasta platea della principale manifestazione dedicata ai libri, nel nostro Paese, i motivi sono tutt’altro che risibili. Realtà come questa – di grande valore, basti pensare soltanto alla collana Le Polveri, con grandi recuperi di autori dimenticati o non ancora tradotti in italiano – chiedono inclusione vera in un contesto complesso come quello del Salone, che rischia di favorire sempre i soliti noti, ovvero i grandi gruppi, che hanno già tanta visibilità. «Preferiamo investire le nostre energie in contesti realmente collaborativi – hanno spiegato i responsabili di readerforblind – dove le piccole voci non vengono soffocate ma amplificate». La riflessione appare inevitabile, fra quanti organizzano, tra le major, tra altri editori che vivono lo stesso disagio, ma che hanno comunque partecipato alla kermesse.
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