L’omicidio da compiere, esilarante e sorprendente Oscar Wilde

Una nuova edizione per un classico di Oscar Wilde, il racconto “Il delitto di Lord Arthur Savile”. Le predizioni di un chiromante inducono lord Savile, alla vigilia delle sue nozze, a cercare di compiere… un omicidio. Cura stilistica, prosa raffinata, tono ironico e provocatorio, una delle migliori opere dello scrittore irlandese

Oscar Wilde è noto per i suoi scritti dal tono ironico e provocatorio, e questo breve e frizzante racconto – Il delitto di Lord Arthur Savile (76 pagine, 12 euro), edito da Bibliotheka – rispecchia l’intento dell’autore a questo proposito: mettere in evidenza vizi e paradossi che hanno contraddistinto l’epoca del suo tempo, quella vittoriana.

Un contrattempo da risolvere al più presto

Il protagonista, lord Arthur Savile, apprende dalla lettura della mano da parte di un chiromante, il signor Podgers, che si sarebbe presto macchiato della colpa di omicidio, e così da lì in avanti inizia ad avvertire il peso di quella che lui assume come una missione, ovvero il compimento di questo delitto. Per nulla invece avverte il peso morale di una coscienza macchiata. Questo perché lord Savile sta per convolare a nozze con la sua amata Sybil e non vorrebbe mai coinvolgerla in un’eventuale onta: per questo motivo il delitto deve avvenire prima del matrimonio.
Ciò che guida Arthur Savile è un beneficio puramente egoistico: la sua felicità futura non può essere assolutamente compromessa da nessun imprevisto, anche se questo imprevisto ha a che fare con la vita di qualcuno. L’auspicio perciò è che questo contrattempo possa essere risolto al più presto.
Alla luce di questo si può rimarcare il tratto ironico di Wilde nelle parole di lady Windermere all’inizio del racconto: «Io credo che ognuno dovrebbe farsi leggere nella mano, una volta al mese, per sapere quel che non deve fare». Ma a quanto pare, per lord Arthur è esattamente l’opposto.

L’opera di una Provvidenza assoluta

Mentre attraversa le vie di Londra osserva quasi con invidia i carrettieri e i venditori, ignari secondo lui di essere burattini predestinati. «Pur rozzi che fossero, con gli scarponi irti di chiodi e il passo pesante, avevano in sé un certo profumo di Arcadia. Lord Arthur sentì che essi avean vissuto con la Natura e ne aveano appreso la Pace. E non poté fare che non invidiasse la loro ignoranza».
Tutto questo mentre Savile sta escogitando come attuare il suo delitto, e soprattutto su chi attuarlo; ma se questo omicidio è l’opera di una Provvidenza assoluta, come può pensare lord Arthur di guidarne l’intreccio e gli esiti? Questo ovviamente posto che la predestinazione esista, e che non sia frutto dell’inventiva di chi la promuove e la divulga tramite la pratica della chiromanzia. Perché se così non fosse, bisognerebbe ribaltare l’attribuzione del giudizio di ‘ignoranza’.

L’inatteso colpo di scena

L’ironia di Oscar Wilde si rivela già nel titolo del racconto, ovvero nella seconda parte del titolo che recita: “Uno studio sul dovere”. E allora, che cos’è davvero il dovere a cui sono chiamati gli uomini del tempo di Wilde? Ciò che si intende per ‘dovere’ è frutto di un punto di vista ristretto e personale oppure è la lecita norma?
In realtà il dovere può diventare un inganno se la mente è ottenebrata da fanatismo e superstizione, e il senso di ciò che è bene o male ne esce alterato.

Annoverato fra i migliori scritti di Oscar Wilde, questo bellissimo racconto è assolutamente da leggere, sia per la cura stilistica e la prosa raffinata che contraddistinguono lo scrittore e sia per il messaggio che se ne ricava e che stimola molto la riflessione.
Seguire le vicissitudini del protagonista, i modi in cui cerca di commettere l’omicidio, le sue congetture e il suo rimuginio al riguardo, fino all’incredibile e inatteso colpo di scena, è tutto molto sorprendente ed esilarante, degno di Wilde e del suo genio creativo.

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