Jackie Ess e il fragile cuckold per cui si parteggia

Circondato da personaggi di ogni guisa, Darryl, protagonista dell’omonimo romanzo di Jackie Ess, non è un semplice cuckold: alle prese con un conflitto interiore, cerca un ruolo nel mondo, scava nella propria vita, sperimenta droghe e fluidità, ma è incapace di reagire davvero…

Nel leggere Darryl (232 pagine, 16 euro), dell’ex matematica Jackie Ess – pubblicato da Pidgin edizioni, traduzione di Stefano Pirone – non basta porsi in una posizione di neutralità, rispetto alle proprie idee e preferenze in materia di orientamento sessuale, ma bisogna quasi astrarsi, astenendosi da qualsivoglia pregiudizio o preconcetto.

Esperienze sempre più estreme

Il primo di questi, ben presto fugato, a dire il vero, è quello che ci si trovi di fronte ad un libro che affronti il tema del “cuckoldismo”, ovvero la tendenza a desiderare e assecondare l’adulterio del proprio partner. Infatti è palese che il vero tema di questo romanzo di Jackie Ess sia l’introspezione, l’analisi del significato della vita del protagonista ed il proprio ruolo nel mondo, analizzato attraverso esperienze sempre più estreme, non solo sessuali, condite di droghe e fluidità di genere.
Darryl è un uomo incapace di qualsivoglia reazione, passivo al limite dell’abbandono di ogni velleità di reazione agli eventi, rasentando la resa incondizionata, in balia di ciò che la vita gli pone innanzi.
Circondato da personaggi di ogni guisa, dal predatore feroce Clive a Bill dall’immenso cuore d’oro, dall’ascetica Satori all’insaziabile, in ogni senso, moglie Mindy.

Nessuna certezza

Alla fine, senza voler svelare alcunché del finale, peraltro alquanto sorprendente, non si è del tutto sicuri che si riesca a sciogliere il bandolo di questa intricatissima matassa che è la vita di Darryl. Ciò che è certo, però, che il crollare di ogni sua benché minima certezza, durante il dipanarsi della storia, sembra, in verità, delineare una strada ben precisa verso la più grande rivelazione di questo libro che, parafrasando Lorenzo de’ Medici, potremmo riassumere nella massima: del doman, e di tutto ciò che potrà accaderci, non v’è certezza.
Allo stesso modo, io non sono certo di aver afferrato, al 100%, ogni sfumatura del conflitto interiore di Darryl però, senza ombra di dubbio, non ho potuto fare a meno di simpatizzare e fraternizzare con la sua fragilità.

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