Amato e la vita latente dei desideri d’amore

Un aspirante chef siciliano che si trasferisce a Milano è il protagonista di “Vedrai, vedrai”, romanzo di Stefano Amato. Ben presto emerge la storia di un amore impossibile, quello con Beatrice. Una storia, quella di Amato, tra illusioni e realtà

La notte di San Lorenzo, le stelle cadenti danno una circolarità strutturale e semantica al romanzo: Alessio, conseguita la maturità, si prepara a partire per Milano dove lavorerà presso il rinomato ristorante della zia e nella suddetta notte «si sedette a guardare il cielo. Non passò molto tempo prima che una stella cadente lo attraversasse. Lui chiuse gli occhi ed espresse un desiderio (pag. 18). A Milano s’innamorerà di Beatrice e anche lei lo ama, ma il loro è un amore impossibile e, tornato al suo paese, dove continuerà a praticare il mestiere di cuoco nel suo ristorante, il Cent’anni, a nulla servirà la sua nuova relazione con Simona, sebbene questa abbia gli occhi bicolori come Beatrice : il primo amore non si scorda mai.

La notte delle stelle cadenti

Cosi, nel ciclico succedersi del tempo, in una notte di San Lorenzo, a Milano, Beatrice «Tornò a guardare il cielo. In quel momento vide una stella cadente …. E di nuovo sorrise, e chiuse gli occhi, e mentre esprimeva un desiderio tornò a chiedersi: e se…? Anche Alessio, nell’angolo del nuovo terrazzo del Cent’anni vide la stessa stella cadente. Anche lui chiuse gli occhi e si pose le medesime domande…». (pag.222, ultima del romanzo). I desideri, i sogni non sempre e non tutti si realizzano, ma essi hanno una vita latente nell’anima, sono essenza dell’io e possono diventare sogno-realtà che si concretizza nell’immaginifico in certi momenti speciali, come la notte di S.Lorenzo, la notte delle stelle cadenti.

La forza del passato

Questa ossimorica essenza del desiderio è un filo rosso che lega gli eventi narrati nel romanzo Vedrai, vedrai (222 pagine, 14 euro) di Stefano Amato, edito da Giunti, smentisce la reiterata e razionale asserzione dello stesso protagonista che «il passato è passato e basta», forse perché così avrebbe voluto, ma in realtà non era, infatti egli stesso ne è vittima e il passato condizionerà tutta la sua vita, anzi si può affermare che per Alessio diventa presente, costanza di vita, realtà. Ma se il reale è ciò che concretamente si vive ogni giorno, possiamo considerare tale i nostri pensieri, i sentimenti che spesso alimentiamo in noi, al di fuori del meccanicismo operativo che pratichiamo nel quotidiano?

Tra essere e apparire

Nel romanzo di Stefano Amato c’è una sorta di pirandelliana dualità tra l’essere e l’apparire e Alessio, nella gestione del suo ristorante, mette in atto il suo apparire, invece nel guardare le stelle cadenti, esprimendo il desiderio di vedere Beatrice con i suoi occhi bicolori, esprime la sua essenza, il suo essere più profondo, il suo inestinguibile amore per lei. Insomma, Alessio non vuole strappare il velo di Maya, non vuole uscire dalla dimensione illusoria per giungere alla realtà, al punto da cercare un’altra donna, Simona, con la stessa caratteristica fisica  e scegliendo di non scegliere, come sostiene Kierkgaard, finisce con il rinunciare alla propria identità, al suo “stadio etico”, ossia a quel momento nel quale, stabilendo di scegliere, ci si rende responsabili della propria libertà. Lo stile del romanzo è scorrevole e piano, caratterizzato dal prevalere dell’azione e del dialogo, lasciando così in parte alla fantasia del lettore la costruzione psico-fisica dei personaggi e la caratterizzazione degli ambienti.

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