Corpo e spirito, limite e crollo: gli outsider di Palomba

Una vita estrema, tra stupefacenti e rave party, quella di Bianca, e un rapporto, quello con un docente cinquantenne, che è un’ennesima vertigine. “Brama”, nuovo romanzo di Ilaria Palomba, scava i lati oscuri dell’animo umano con un linguaggio mistico e suggestivo che lacera e graffia

Brama. Br(amare). La Treccani spiega il verbo, derivante dal germanico *bramōn «urlare, ruggire»; propr. «urlare dal desiderio», con il significato di desiderare ardentemente.

Brama (239 pagine, 16 euro), pubblicato da Giulio Perrone editore, è il titolo dell’ultimo romanzo di Ilaria Palomba, sorprendente e instancabile scrittrice, classe ’87 (qui abbiamo scritto del suo romanzo Disturbi di luminosità). La storia di un tormento, quello di Bianca che vive una vita estrema, inesplicabile, contorta e al limite della sopportazione: «stai lì, nella frattura». Ha un rapporto complicato con i genitori che ama, odia, o forse teme, la minaccia della loro costante influenza nella sua vita. Fa uso di stupefacenti, partecipa a rave party e non si fa scrupoli nel concedersi a uomini appena conosciuti o s-conosciuti in rete. Le relazioni diventano pericolose, un gioco al massacro. I rapporti assumono spesso la forma di frammenti, di pelle e lemmi. Schegge di vissuto che lasciano solchi di dolore, spacchi di follia.

« …sei il fantasma di te stesso e cammini in coda a un’infinita molteplicità di sé. I frantumi, eccoli, li vedi? Li vedete? Per me in frantumi sono i dieci sé con cui parlo in chat, scambiando poesie di Rimbaud, Rilke, Hölderlin, frammenti di parole, versi spezzati…».

Sperimentare con il corpo

Il corpo diventa uno strumento di sperimentazione e scoperta delle pulsioni estreme, della brama, appunto; l’unico mezzo che le permetta di conoscere se stessa, attraverso gli altri. Desidera i corpi di uomini e donne, si lascia domare dall’istinto e dal piacere, si lascia desiderare. La pelle è l’involucro sensibile con cui stimola la mente, e la mente, a sua volta, diventa un varco, il solco che disgiunge la razionalità dalla follia. Un profondissimo sentire. Il cammino di crescita e conoscenza della protagonista è contraddistinto da versioni antitetiche dell’Io, un percorso fluido, liquido, in sottrazione, che scivola tra convalescenza ed euforia. Possesso e alchimia. Alienazione e fissità.

«Non amo nessuno, traduci in: ho paura di non essere amato. Non sopporto la gente, traduci in: non sopporto di vivere in un mondo così barbaro. Posso fare a meno di tutti, traduci in: vorrei saper vivere senza lo sguardo dell’altro. »

Giostra di elevazioni e precipizi

Vivere profondamente il corpo, quanto lo spirito. Una continua giostra di elevazioni e precipizi. La scrittura è un rimbalzo incessante tra riflessioni e istinto. Filosofia e sessualità. Tuttavia, quando il limite viene oltrepassato, il crollo diviene imminente. La brama di volere tutto all’estremo diventa paura, di non saper gestire quel profondissimo sentire. Recidere, dunque diventa inevitabile. Sottrarsi al mondo e agli altri, perfino a se stessi e rifugiarsi in un lungo inverno dell’Io. Ingerendo attenuanti e psicofarmaci. Limitare ogni cosa, con un atto fisico. Tuttavia, estremo.

Quando Bianca incontra Carlo Brama, il cinquantenne, professore universitario di filosofia, uomo schivo, evanescente e forse anche misogino, sembra aver trovato il suo mentore, il filosofo che tanto rincorre nei suoi libri di studio. Carlo Brama è cinico, brillante, mentale. Possiede una voluttà estrema ma composta. Carlo non sarà un compagno generoso per Bianca, scatena l’occulto. Anche lui è un borderline. Un outsider nella vita di tutti i giorni. Una distonia. L’ennesima vertigine.

«Il suo genio consiste nel saper spegnere il telefono e ogni contatto con l’esterno al momento opportuno e porre al centro dell’esistenza il suo sacrosanto lavoro di ricerca»

Una penna innovativa

Ilaria Palomba scrive un romanzo affilato che attraversa la mancanza, il deserto e la brama (per altro, tutti titoli dei suoi libri), fino alla dissolutezza. Un libro alchemico e tormentato che arde di desiderio, fino a consumarsi. La mente, la pelle. Scava i lati oscuri dell’animo umano con un linguaggio mistico e suggestivo che lacera e graffia. Con Brama, la scrittrice Ilaria Palomba si conferma una penna innovativa per il panorama culturale italiano.

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