Ossessioni amorose e generazioni distanti, Pauls incanta

Una relazione virtuale dopo un mese di passione vera, con sguardo ironico e una prosa musicale e piena di digressioni. Dopo “Il passato” anche nel nuovo “La metà fantasma”, l’argentino Alan Pauls riesce a scrivere, come pochi, una storia d’amore contemporanea tra due stelle distanti

Tu chiamale, se vuoi, ossessioni. Prendete uno scrittore prodigioso che ha sempre nutrito la propria materia letteraria di ossessioni. E considerate che, da quando scrive di ossessione amorosa, ha fatto un ulteriore salto di qualità. In tal senso era esemplare il suo precedente bellissimo romanzo pubblicato in Italia, Il passato (ne abbiamo scritto qui). E il nuovo dell’argentino Alan Pauls, La metà fantasma (357 pagine, 18 euro), pubblicato da Sur nella traduzione di Maria Nicola, è certamente all’altezza, ha la capacità di incantare e rapire i lettori. Stessa voce, stesso andamento narrativo che fagocita, positivamente, il lettore, stesse frasi lunghe, stesse digressioni, che sono rappresentative dello stile dell’autore argentino, uno fra i più bravi dall’altra parte dell’oceano.

L’uomo sedentario e la ragazza eterea

A prima vista, che Carla fosse a una decina di migliaia di chilometri di distanza non era una contrarietà, un problema di timing increscioso ma tollerabile per gli incontri su Skype – l’idea degli incontri su Skype, la possibilità di vedersi in tempo reale a distanza – potevano trasformare in argomento di conversazione, uno di quegli aneddoti condivisi che, per quanto indesiderabile sia l’incidente che li ha originati – il passaporto scomparso durante la coda all’imbarco, la macchina rimasta senza benzina in autostrada, la benzina di candeggina riposta per sbaglio in frigorifero, un errore nel calcolo di una certa fase del ciclo mestruale -, l’amore sa come metabolizzare e perfino come serbare con orgoglio in un capitolo importante dei suoi annali, non più nei termini di una disgrazia ma di un patrimonio comune, prove su scala ridotta di un dramma reale, piene di tensione ma inoffensive e, soprattutto, senza conseguenze.

Per Savoy, invece, erano un dramma.

Questo passaggio a pagina 207 del romanzo di Alan Pauls ci conduce fra le pieghe di una relazione a distanza ai nostri giorni e nella mente di Savoy, porteño di mezza età, che può fare a meno di lavorare, in virtù di una grossa eredità. Lui – che, per ingannare la noia e cercare occasioni di vita e incontro, visita appartamenti e trasloca, o fare acquisti on line, per ritirare i prodotti dalle mani dei venditori, si impegna in conversazioni assolutamente banali e superficiali – s’imbatte nella eterea, magnetica e giovane Carla, professione house sitter (si prende cura della casa per il periodo in cui i proprietari sono via, ad esempio per vacanze), e fa i conti con un incendio di vera passione. Le fiamme divampano per un breve periodo, un mesetto di felice reclusione a Buenos Aires, poi lei riparte, il lavoro la conduce in giro per il mondo, e i due in qualche modo si incroceranno a Berlino…

Il web e la metà che non completa

Equivoci, sospetti, beffe, deliri e congetture di un amore che presto diventa virtuale e tecnologico sono interpretate sulla pagina da Pauls con assoluta verosimiglianza e con un pizzico di coinvolgimento. Il dialogo complicato fra generazioni con abitudini e competenze tecnologiche molto diverse, ma anche una seria e lucidissima riflessione sul web scandiscono questa storia romantica (più per l’analogico, novecentesco, per certi versi ottocentesco Savoy, che per la digitale Carla?). Con la nomade Carla («Suoi unici possedimenti erano un telefono e un computer… il solo bagaglio che accettasse di portare ovunque andasse… un trolley di un turchese spento e sporco…») Savoy sembra dover accontentarsi della sua… metà fantasma. Una metà imperfetta, sfuggente, troppo veloce per i suoi ritmi, intermittente nel suo sparire e riapparire. Una metà che, probabilmente, non riuscirà a completarlo. Sono pochi, pochissimi gli autori che al giorno d’oggi possono permettersi, e sono capaci, di scrivere storie d’amore così, anche intrise di sguardo ironico, lavorando forsennatamente sulla forma, su musica e sintassi della prosa, al di là della storia raccontata. Pauls è già riuscito due volte in questa impresa…

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