I versi di Buttasi, felice controcanto fra parola e immagine

Il legame indissolubile fra testo e foto caratterizza “Orizzonti”, silloge poetica di Vanni Buttasi. Fra tenerezza ed emozione si entra nei meandri dell’autobiografismo dell’autore, dove viene accompagnato il lettore…

 

Orizzonti di Vanni Buttasi (Edizioni Il Rio) sembra porsi non solo come intermezzo letterario di una vita caratterizzata dallo scavo nella lingua, nella parola data, ma si presenta nella veste elegante di un racconto corale dove il testo e la fotografia creano un legame indissolubile, richiamandosi l’uno all’altra e costruendo un continuum narrativo.

Pianura padana e riviera romagnola

La raccolta poetica permette l’immersione nei microcosmi della pianura padana e della riviera romagnola. Ogni fotografia suggerisce una contestualizzazione della poesia a cui è legata trasformando la cifra linguistica in un flusso di emozioni e pensieri che attraversa decenni di storia privata e collettiva. Nelle poesie si ritrovano frammenti di una vita famigliare espressi nella forma della rimembranza (il ricordo dei genitori, dell’infanzia e dei momenti di gioventù) ma anche istantanee di un’Italia che cambia (le contestazioni e i movimenti tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta, i mutamenti sociali e politici fino ad arrivare ai più recenti fatti riguardanti la pandemia da coivd-19).

Un controcanto piacevole tra poesie e fotografie nel quale intravedo, e lo scrivo non senza una punta di nostalgia, il quadro di una terra lasciata anni fa, proprio quella terra che mi ha dato i natali e che Buttasi dipinge delineando ciò che lo unisce a quegli orizzonti sterminati, lo sguardo che si posa lontano.

Ricordi… tra presente e futuro

La tenerezza e l’emozione vengono affidate alla parola che entra nei meandri dell’autobiografismo dell’autore. E così il ricordo di un cinema d’estate, nel luglio del ’69, si intreccia alle immagini in bianco e nero trasmesse in tv di estati altrettanto lontane, i ricordi di amicizie nate tra le altalene diventano un tutt’uno con le istantanee delle pagelle scolastiche e dei compagni di banco; si alternano le canzoni stonate alle parole poi cancellate e alle disperazioni che invece non sono state dimenticate. 

Come scrive Susanna Vezzadini nella prefazione, siamo di fronte a poesie che “rimarcano l’incedere deciso dell’autore nel presente e verso il futuro”, poesie che colgono un momento del quotidiano e lo fissano sulla carta. È in questi attimi che Buttasi unisce l’osservazione alla scrittura conducendo il lettore oltre la linea dei suoi, personali, orizzonti.

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