“Per il lato obliquo delle cose” di Orofino, un estratto

Da domani in libreria “Per il lato obliquo delle cose” di Alessandro Orofino, romanzo edito da Pathos. Sergio Bonetti, rampollo di una famiglia di costruttori, abbandona gli agi della città per un paesino dell’Appennino. Qui l’incontro con una donna misteriosa destabilizzerà i suoi equilibri. Una storia surreale ed enigmatica, con un epilogo a sorpresa, in cui nulla è come sembra. Per gentile concessione di autore ed editore pubblichiamo un estratto

Pioveva. Dalla finestra di casa osservava tutta quell’acqua venire giù violentemente. Erano gocce sputate giù dal cielo come se a spararle fosse una mitragliatrice. Alcune, quasi dotate di vita propria, compivano delle strane evoluzioni in volo prima di schiantarsi al suolo, dove si suicidavano senza paura e senza rimpianto. La piazzetta era oramai piena di fango e nelle strade del paese non si vedeva un’anima. I muri delle case, molti dei quali scrostati dal tempo, avevano assunto un colore che li faceva assomigliare ad un ammasso indisposto di cartoni bagnati. Era una pioggia cattiva che lo innervosiva, uno di quei temporali estivi che ricordavano sempre più gli tsunami asiatici di cui aveva sentito parlare in televisione. Il clima stava cambiando, sull’argomento l’opinione pubblica sembrava convergere verso le tesi di quegli scienziati secondo cui il global warming fosse colpa dell’uomo, sebbene non mancassero le voci di chi, sempre nella comunità scientifica, metteva in discussione certi allarmismi. Dal davanzale di casa, in canottiera, Sergio si fumava la sua Marlboro in maniera agitata. Qualche tempo prima aveva lasciato la città per rifugiarsi in quel piccolo centro montano dell’Appennino, senza saper poi però dire, a posteriori, se quella fosse stata la scelta giusta. Di sicuro non poteva comunque negare a se stesso alcuni evidenti aspetti positivi di cui la sua vita, senza ombra di dubbio, era riuscita a beneficiare. I disagi dell’ambiente cittadino, acutizzati da alcuni fenomeni dei quali i grandi centri urbani parevano non essere più in grado di liberarsi – lo smog, la frenesia, la microcriminalità – erano quasi del tutto scomparsi. 

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