Turrisi Colonna, tra anima cosmopolita e radici fortissime

“Anna Turrisi Colonna Pittrice dell’Ottocento siciliano”, saggio di Tiziana Crivello è la testimonianza della vita di una pittrice singolare, che aiuta a riflettere sulla condizione delle donne artiste di ogni epoca… Artista scomparsa prematuramente, non espose mai in vita

Anna Turrisi Colonna Pittrice dell’Ottocento siciliano (87 pagine, 15 euro) di Tiziana Crivello, per Ex Libris, è un saggio che restituisce storia e memoria ad una donna e artista singolare. La sua breve vita è una notevole testimonianza per l’arte e per la riflessione sulla condizione delle donne artiste, dell’epoca, non considerate al pari degli uomini. Si tratta di una figura assai interessante ed attuale sia per la Storia dell’Arte che per la Storia delle donne, che merita di essere riscoperta per farne memoria presso le giovani generazioni e non. A firmare la prefazione del saggio è la storica dell’Arte Daniela Brignone, la quale focalizza l’attenzione sulla personalità unica di donna e artista che vive il suo tempo, nella sua interezza, se pur assai brevemente. Cito le parole con cui la Brignone chiude la prefazione: “La sua pittura diventa così il luogo di un’esperienza vissuta, di una tradizione e di una identità in cui la storia e la famiglia diventano un tutt’uno, esprimendo al contempo il valore culturale e sociale di una ricerca”,

Assecondata nelle arti liberali

Nata, il 4 agosto 1820, in una nobile famiglia di origini madonite, Anna Turrisi Colonna visse a Palermo, coi genitori, la sorella e i sei fratelli, nel Palazzo Asmundo, di fronte alla Cattedrale normanna. A testimoniarlo è Francesco Guardione, il biografo di Giuseppina Turrisi, la sorella poetessa, minore di Anna, che racconta della targa, voluta dal Principe Girolamo Settimo e dalla baronessa Clotilde D’Alì, vedova di Mauro Turrisi, nel centenario della nascita di Peppina, come era chiamata la sorella, ovvero il 3 aprile 1922. La nobile famiglia dei Turrisi Colonna darà un’istruzione paritaria ai figli maschi e alle figlie femmine. Consentiranno così ad Anna e a Giuseppina di coltivare le loro inclinazioni, di praticare le arti liberali, per Anna la pittura, nello specifico la ceroplastica, e per Giuseppina la poesia. Grazie ai versi di Peppina, è possibile, perfino, avere perfetto riscontro di alcune opere di Anna e della vita intrisa di pittura della sorella:“A te scrivendo giorno e notte accanto/Ogni effigie che pingi, ogni più degno/Pensier tolgo alle fiamme, che non mai/di te, dell’opre tue paga sarai”.

In simbiosi con la sorella

La pittrice era apprezzata dagli studiosi a lei contemporanei, quali, per citarne qualcuno, Agostino Gallo, Paolo Emiliano Giudici, Giovan Battista Castiglia e Francesco Guardione. Tuttavia, è stata dimenticata dalla grande storica Maria Accascina, ma fortunatamente è stata riscoperta dalla critica recente. Anna respira lo spirito del tempo, attraversato dai moti rivoluzionari e dalle sofferenze portate dalla pestilenza del colera. La sua anima è cosmopolita, ma allo stesso tempo fortemente legata alle radici e alla famiglia. Vive in simbiosi con la sorella, condividendo con lei l’arte e la poesia. Più volte ritrae sè e la sorella, insieme e singolarmente. Entrambe sono state allieve del poeta fiorentino Giuseppe Borghi, ritenuto pericoloso dalla polizia borbonica, benchè lontano dai coinvolgimenti politici, ma costretto ad imbarcarsi per la Francia. Borghi si occupò dei fratelli Turrisi, instaurando un forte legame con tutti, ma soprattutto con le sorelle, le quali ebbero molti carteggi con lui, dopo il rientro a Firenze dello stesso. Anna si esercita nei ritratti e negli autoritratti, copia e dipinge spontaneamente e riflette sugli artisti dell’epoca e sulla poca attenzione riservata alle donne, considerate, ingiustamente, minori, rispetto agli uomini. In una corrispondenza col fratello Nicolò, esprime il suo dispiacere nel vedere la ceroplasta Anna Lo Forte, detta La Fortina, non considerata per il suo giusto valore e genio, non minoritario rispetto a quello maschile.

Lettere e iconografia

In appendice al saggio Tiziana Crivello, da sempre studiosa della pittrice, raccoglie cinque lettere della Turrisi Colonna, apparse in varie riviste letterarie dell’epoca, inviate ai suoi cari e agli stessi artisti di cui parla. Esse permettono al lettore di entrare ancor meglio nell’anima e nello spessore dell’artista e della donna, oltrechè nella storia dell’arte del periodo. Le lettere sono dedicate ad Anna La Fortina, al Gagini, al musicista Bellini, alla visita alla Casa dei Matti e l’ultima dedicata a Una tomba in Santa Maria di Gesù. In esse si evince il genio, il pensiero e la riflessione di Anna, artista e intellettuale, dall’animo nobile, sensibile e cosmopolita. Inoltre, il saggio è arricchito da un’iconografia di tredici opere della Turrisi Colonna: autoritratti, ritratti ed altre opere, alcune di collezione privata ed altre esposte nella Galleria Moderna, nella Biblioteca Comunale, all’Istituto agrario e all’Istituto di Storia Patria, nella città di Palermo. In vita, Anna Turrisi non esporrà mai le sue opere. Solo nel 1863 saranno in mostra, a Palazzo Comitini, due quadri, Un moro e Ritratto piccolo di uomo. Un saggio importante per recuperare la memoria di Anna Turrisi Colonna, artista e intellettuale singolare, scomparsa prematuramente a soli 28 anni nel 1848, di tisi, a Castelbuono, un anno dopo avere partorito il suo ultimogenito, Ruggero. Notevole il lavoro della Crivello, quale divulgatrice e studiosa della pittrice dell’Ottocento siciliano. 

Saggi e illustrazioni

Tiziana Crivello è docente di Lettere, specializzata in Storia dell’Arte Medievale e Moderna. Già nel 2001 ha pubblicato una prima monografia su Anna Turrisi Colonna. La sua ricerca si concentra sulla pittura del primo Ottocento siciliano e sull’Arte della ceroplastica, con una particolare attenzione al ruolo delle figure femminili, spesso dimenticate. Le pubblicazioni della Crivello sono numerose. Per citarne qualcuna: ha partecipato alla stesura di varie biografie in Siciliane Dizionario biografico illustrato delle donne di Sicilia,  Romeo editore, curato da Marinella Fiume; nel saggio I luoghi dei Florio Dimore e imprese storiche dei Vicerè di Sicilia, edizione illustrata, a cura di Daniela Brignone, Rizzoli editore, ha scritto un saggio sul Mausoleo dei Florio a Palermo; un altro saggio è inserito ne La Palermo delle donne, di Claudia Fucarino, per Navarra editore; tanti sono gli articoli e i saggi sulla ceroplastica, pubbblicati nella rivista scientifica OADI dell’Università di Palermo. La Crivello è inoltre artista e illustratrice. Tra le sue illustrazioni, i calendari del MIR (Movimento Internazionale di Riconciliazione) e della Consulta della Pace, dedicati ai Diritti umani. Il primo nel 2019, i cui protagonisti sono i migranti e il popolo dei morti nel Mar Mediterraneo. Adesso ha illustrato il nuovo calendario del 2023, in cui protagoniste sono le donne iraniane e il loro diritto di essere libere di decidere e di vivere. La Crivello ci regala dei ritratti di attiviste e semplici donne, alcune morte per il solo fatto di aver mostrato i capelli o aver fatto una coda. 

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