I Ceccoli e quella bimba che cammina nelle stanze ignote…

“Resta con me” di Francesco e Nicoletta Ceccoli è un libro illustrato di struggente poesia. Tra colori pastello, visioni fiabesche e surreali, le stanze in cui cammina una bambina e porte da aprire per non avere paura del mondo…

Aver paura della solitudine.
Aver paura dell’abbandono.
Ma essere coscienti che, affrontando le proprie paure e mostrandole, quel mondo fatato in cui ci siamo trincerati cadrà.
Tutto cambierà.
E forse tutto sarà più bello.

Paura e vulnerabilità

Resta con me (88 pagine, 20 euro) – pubblicato da Logos, con testi di Francesco Ceccoli e immagini di Nicoletta Ceccoli – è la poesia che tutti noi dovremmo mettere nelle mani di chi vuole essere parte della nostra vita. Persone che incontriamo quotidianamente ma che – inconsciamente – allontaniamo (con piccoli gesti, con piccoli passi).
Perché? Per paura.
Perché feriti dai rapporti umani.
Perché coscienti che cedere ai sentimenti significa essere vulnerabili.

Fiabe inquietanti…

Resta con me è un libro illustrato. Poche parole – che compongono una struggente poesia – ma tante immagini: stanze fiabesche, mondi immaginari, luoghi caldi dell’infanzia che sussurrano protezione. Visioni surreali, pieni di caramelle e zucchero. Scenari anche inquietanti, alle volte. Ma i colori pastello ammorbidiscono le scene.
Fuori da questo mondo, dalla zona di comfort, c’è l’ignoto.
E ignote sono anche le stanze da favola in cui cammina la bambina protagonista di Resta con me: sono luoghi sconosciuti per chi vorrebbe starle accanto.

L’attesa dell’amore…

Occorre essere disposti ad uscire, da quelle stanze, per trovare qualcosa di diverso.
Ma occorre essere disposti anche ad entrare, in quelle stanze, per scoprire chi è quella bambina che ha solo paura del mondo.
Occorre essere disposti ad aprire quelle porte.
E a lasciarle aperte.
E, cosa più difficile: occorre essere disposti a restare.

Resta con me è una dolce poesia che si dirama tra pagine piene di giocattoli e visi alle volte angelici e alle volte gotici. È la dolce poesia dell’attesa dell’amore.
O – semplicemente – dell’accettazione.

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