Il fuoco nell’anima, Anna Magnani che “viveva” i personaggi…

Oggi ricorre il mezzo secolo dalla scomparsa di Anna Magnani. La saggista Chiara Ricci ha scritto “Anna Magnani. Racconto d’attrice”, non una semplice biografia, ma una raccolta di spaccati sulle origini teatrali della grande attrice, sui suoi maggiori successi al cinema, con attenzione ad aspetti non ancora approfonditi: più che il triangolo da gossip con Rossellini e Bergman, le ragioni artistiche della diva, il sodalizio con Tennessee Williams

La capostipite delle dive italiane, attrice capace di incarnare ogni registro, vivendo i personaggi, non limitandosi a interpretarli. Gavetta e determinazione, sconfitte e successi portarono Anna Magnani a restare eterna nella storia del cinema e del costume. Anticonformista, profondamente romana, eppure in grado di imporsi a Hollywood, nata dall’avanspettacolo e dagli studi teatrali e giunta alle vette del neorealismo cinematografico e dei riconoscimenti internazionali. A mezzo secolo dalla sua morte del 26 settembre 1973, fra le tante pubblicazioni che si interrogano su Anna Magnani, che provano a restituirne l’anima, una si segnala in particolare, ovvero Anna Magnani. Racconto d’attrice (147 pagine, 16 euro) scritto da Chiara Ricci, studiosa di cinema e già autrice di vari saggi, e pubblicato da Graphe.it edizioni. Un libro speciale che, alle analisi dell’autrice, intercala giudizi d’autore di colleghi, amici, artisti e stralci di pensieri e di interviste all’attrice.

Teatro e Tennessee

Generosa e inossidabile, assetata d’amore e capace di dedicarne infinito al figlio colpito dalla polio, anticonformista e rivoluzionaria, da donna, in un mondo profondamente maschile come era, come è, quello del cinema, Anna Magnani proveniva da una formazione teatrale, dall’accademia d’arte drammatica diretta da Silvio d’Amico. Nascono lì, in quel “laboratorio”, le interpretazioni che l’hanno resa immortale sul grande schermo, con Rossellini, Pasolini, Zeffirelli, Monicelli, e anche oltreoceano (raggiunto sempre in nave, per paura dell’aereo), con la complicità del grande amico Tennessee Williams, il drammaturgo che le scriveva film e personaggi su misura, a cominciare da Serafina delle Rose ne La rosa tatuata, che condurrà Magnani allo storico Oscar del 1956, come migliore attrice protagonista.

Maneggiare con cura

Chiara Ricci, che su Anna Magnani scrisse la tesi di laurea, amandola fin dal primo momento, è stata abile nel non redigere la più classica delle cronologiche biografie, ma nel concentrare il suo sguardo sulla genesi delle opere principali di Anna Magnani, sui film che hanno fatto la storia. Pochissimo spazio viene dedicato agli esordi in pellicole da “telefoni bianchi”, patinati e posticci, che provavano a celare i danni e le ferite del fascismo. Dai primi successi, post-bellici, in coppia con Totò, un sodalizio totale, alla rivalità con Aldo Fabrizi, di Anna Magnani si approfondiscono aspetti, se non inediti, che non sono stati abbastanza scandagliati. Più che il triangolo con Rossellini e Ingrid Bergman, o le interpretazioni da icona del neorealismo, è il sodalizio umano e artistico con Tennessee Williams a trovare spazio in pagine scritte con precisione e scioltezza, o anche le esperienze nel cinema a stelle e strisce. Il libro si apprezza per la passione e per la competenza con cui Chiara Ricci scrive: riesce a maneggiare con cura una donna ingombrante e notevole, che metteva soggezione in vita, a non nasconderne difetti, a esaltarne i pregi. Tra ansie e dolori, gioie e fiamme di passione in petto, il ritratto di Anna Magnani ha quell’autenticità che sarebbe piaciuta alla diva normale di un’Italia ormai scomparsa.

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