Eric-Emmanuel Schmitt, ma che te sei bevuto?

Primo volume di una lunga storia romanzata dell’umanità attraverso un protagonista immortale, “Paradisi perduti” di Eric-Emmanuel Schmitt delude, specie chi ha nel cuore questo straordinario scrittore: non una ricostruzione storica, non un’opera di fantasia, ma un fumettone che non si capisce dove vada a parare

Mi intrigava moltissimo l’idea di una storia romanzata dell’umanità attraverso un immortale protagonista che dall’età della pietra arriva ai giorni nostri, quindi, come ad ogni uscita, mi sono precipitata a comprare quello che per me doveva essere l’ennesimo capolavoro del mio scrittore preferito.

Autore eclettico e sincero

Ho letto tutti i libri di Eric-Emmanuel Schmitt, adoro il suo modo di scrivere complesso ma accessibile, le trame sempre diverse e gli argomenti affrontati padroneggiando tutti i generi letterari. Si è cimentato nella commedia alla ricerca della felicità con Odette Toulemonde. Nel dramma, Oscar e la dama Rosa mi ha commosso fino al pianto. Ha scritto pungenti pièce teatrali, Piccoli crimini coniugali è più tagliente de La guerra dei Roses. Ha spaziato nella mitologia, seguendo il viaggio di un moderno Ulisse da Bagdad e raccontato la sua conversione avvenuta in una notte di fuoco. Ha riscritto la biografia di Hitler, immaginando una sliding doors. Ha trattato con delicatezza il rapporto tra l’arabo Monsieur Ibrahim e Momo, un adolescente ebreo. Storia, amore, musica, religione, potrei citare all’infinito i contenuti e le opere di un autore eclettico ed empatico, sincero e senza filtri, anche nel parlare di se stesso e delle sue fragilità. Per questo mi domando: Eric-Emmanuel ma che te sei bevuto???!!

Da salvare le note a piè di pagina

Paradisi perduti (19 euro, 491 pagine) – primo volume de La Traversata dei tempi, tradotto da Alberto Braccii Testasecca per e/o – è un libro insulso, a tratti infantile, con personaggi stereotipati, banali e senza dinamica. Un fumettone noioso che non coinvolge e che, francamente, non si capisce dove vada a parare. Non è una ricostruzione storica; non è un’opera di fantasia; non c’è alcuna allegoria né un messaggio da cogliere. Non diverte, intristisce, per l’imbarazzo. Delusa e ferita, come un’amante tradita, devo decidere se punirlo, non leggendo i prossimi volumi in progetto (altri 7!) o passarci sopra, riporre il libro sullo scaffale, perdonarlo e dimenticare. Salvando il salvabile, quelle note a piè di pagina che rivelano tante curiosità facendo collegamenti tra passato e presente, tra storia e mito, tra natura e scienza.

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