Ventidue occhi di donne senza cliché sull’amicizia al femminile

Un viaggio nell’amicizia tra donne dal mondo classico al Novecento: l’hanno realizzato undici narratrici, studiose, poetesse, giornaliste, scrivendo il volume collettivo “Tra amiche”, curato da Ivana Margarese

Complicità, solidarietà, indissolubilità. Le vere amicizie femminili si reggono su questi cardini e sono anche più profonde di tanti amori. La storia, l’arte, la letteratura (emblematico negli ultimi anni il successo della serie dell’Amica Geniale di Elena Ferrante) ci hanno tramandato più e più esempi in questo senso. Modelli non solo lontani nel tempo o ideali, ma che hanno quotidiano riscontro nelle vite di tante donne che, simili e diverse, si scelgono per non mollarsi più È materia esplosiva, che si fa molto interessante se a maneggiarla sono argute e audaci autrici, che danno vita a un volume collettivo, curato da Ivana Margarese (che coordina la rivista Morel voci dall’isola e firma anche due brani del libro stesso), pubblicato da Les Flauners edizioni, intitolato Tra amiche (232 pagine, 18 euro). Narratrici, studiose, poetesse, giornaliste si sono cimentate con il tema dell’amicizia al femminile, con un risultato più che godibile, in alcuni casi eccellente.

Saggi arguti e poetici

Le autrici di questo libro a più voci sono Ginevra Amadio, Valentina Di Cesare, Alessandra Filannino Indelicato, Dafne Leda Franceschetti, Francesca Grispello, Margherita Ingoglia, Ivana Margarese (nella foto), Antonina Nocera, Maria Oliveri, Chiara Pasanisi e Daniela Sessa. Con testi brevi, prevalentemente saggistici, dagli esiti felici, raccontano legami tra donne in modo arguto e poetico, inevitabilmente, padroneggiando la materia e allontanandosi dai luoghi comuni che vedrebbero, quali sentimenti che si intrecciano tra le donne, prevalere diffidenza e rivalità, connessioni non sane, collaborazioni sfilacciate. Tutti gli spaccati presenti nel libro sono molto interessanti ed evocati efficacemente, anche se, come è naturale che sia, alcuni spiccano, si fanno preferire di più.

Tra mitologia e realtà

È possibile così esplorare l’universo femminile e scandagliare il concetto di amicizia senza stereotipi, attraverso personaggi storici, figure reali (per esempio Dickinson, Cvetaeva, Fallaci, Arendt, Sontag) o anche immaginarie, magari legate alla mitologia come Cassandra e Penelope. Sono amicizie esemplari, quelle portate o riportate a galla in queste pagine preziose, e in certi casi sorprendenti. Nel contributo di Chiara Pasanisi si legge della «contrapposizione» e della «specularità» che legò una maestra e un’allieva, non due qualunque ma due icone del teatro fra Ottocento e Novecento, come Giacinta Pezzana ed Eleonora Duse. Riuscito l’immaginario carteggio tra Ifigenia e Cassandra, architettato da Alessandra Filannino Indelicato, come pure il dialogo tra opposti, allestito da Daniela Sessa, che mette accanto Penelope e Oriana Fallaci, entrambe alle prese con cortocircuiti che riguardano la Grecia e l’amore.

Relazioni totalizzanti, deliri anche amorosi

Vivida la condivisione letteraria e la fiducia tra Cristina Campo e Margherita Pieracci Harwell, raccontata dalla curatrice, struggente la ricostruzione di Nina Nocera a proposito del legame fra Marina Cvetaeva e l’incantevole (e dalla gloria effimera) attrice Sof’ja Gollidej, relazione totalizzante, sul crinale dell’amore e dell’amicizia (come spesso accadeva a Cvetaeva), ma anche triangolare che alla poetessa ispirò un libro, Sonecka (molto bella l’edizione Adelphi, a cura di Serena Vitale). Amiche fin dalla più tenera età, Carla Vasio e Rossana Rossanda, come scrive Dafne Leda Franceschetti, si ritrovarono anche nella comune visione femminista. E piace sottolineare anche l’efficacia del pezzo di Margherita Ingoglia, L’erotica dello Spirito: la sorellanza eretica tra Emily Dickinson e Susan Gilbert. «In segreto – scrive Ingoglia, a proposito di una dei maggiori poeti di sempre e di quella che diventerà sua cognata, moglie del fratello Austin – le due giovani donne, quasi come in un rituale d’iniziazione, sperimentano la loro disobbedienza. Stringono un covenant, un patto di sorellanza tra anime affini destinato alla spiritualità del per sempre in nome di un supremo valore che richiede fede e fedeltà: la poesia». E ancora: «La distanza l’acceca di desiderio, oltrepassa il corpo per farsi parola come leva e lava dell’amore. L’astinenza seduce il pensiero che diventa desiderio, il Verbo si trasforma in delirio amoroso, spietatamente sensuale». Non sfigura affatto, infine, l’unica prova narrativa del mazzo: il racconto di Valentina Di Cesare sull’amicizia tra Fausta Cialente e Sibilla Aleramo.

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