La Sicilia è un’isola immobile… in perenne movimento

La Sicilia e il suo cuore vibrano tra le pagine vive del nuovo volume della Collana The Passenger. Tra ricerche, inchieste, reportage e racconti si propone uno sguardo sul cambiamento dell’isola. Grazie alle voci siciliane, fra le altre, di Vanessa Ambrosecchio, Evelina Santangelo, Viola Di Grado, Stefania Auci, Piero Melati, Davide Enia. E non mancano gli osservatori esterni, come Claudia Durastanti

È fresco di stampa l’ultimo tassello della lodevole e affascinante collana The Passenger, proposta da Iperborea, dedicata questa volta alla Sicilia.
Molti già conoscono la qualità di queste pubblicazioni, come è nello stile consueto di questa casa editrice: per l’occasione, il progetto di ricerca, e di inchiesta, ha coinvolto autrici e autori di riferimento della letteratura isolana, ma anche osservatori esterni pur attenti alla realtà siciliana. È nato così un volume davvero interessante, pieno di fatti, notizie, numeri, corredato peraltro dalle immagini della fotografa Roselena Ramistella: foto dalle luci soffocate, di asciutta documentazione, non priva di inconsueti rimandi.
L’evidente ed esplicito filo rosso di molti di questi testi è quello di proporre uno sguardo sul cambiamento, sulle nuove prospettive, sui nuovi mondi che l’isola immobile, ma in perenne movimento, racchiude.
Scorriamo allora, insieme, le pagine ruvide, porose di questo bel volume. In ordine sparso.

Da Lampedusa al sacco di Palermo

C’è il forte testo di Fabio Lo Verso sull’apocalisse ambientale dei poli industriali siracusani, forme mutanti nella terra del mito e c’è quello di Evelina Santangelo su Lampedusa isola-nave, dispersa e disperata. Importante è poi il contributo di Giacomo Di Girolamo sugli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi siciliani, in una terra che, ricordiamo, è situata a non molte centinaia di chilometri dal più grande deserto del pianeta.
E ci sono i bei racconti di Viola Di Grado e di Vanessa Ambrosecchio.
La prima, da un lacerante racconto di formazione, approda ad una sciasciana ricerca linguistica, dove il linguaggio spiega i caratteri, gli ambienti, i desideri, gli odi di una popolazione. E ci narra il suo particolare nostos.
Vanessa Ambrosecchio, con la consueta grazia, si immerge invece nella descrizione dei luoghi attorno alla scuola dove da anni ormai lavora, immersa in quella dimensione totalizzante che è fare scuola al sud. Ci parla del sacco di Palermo, dei crimini, delle convenienze ma anche delle necessità che lo hanno prodotto. E ci parla delle trasformazioni nascoste, di una sorta di ricerca di archeologia, umana e industriale, e della strana storia di Giuseppe Sileno a cui è intitolato il plesso dove appunto insegna all’Arenella di Palermo.

Da Segesta ai mostri incompiuti

Nel ricco carnet di questa pubblicazione ci sono tante sorprese: c’è Stefania Auci alla scoperta di Segesta e del ricchissimo patrimonio culturale isolano spesso dimenticato, c’è la dettagliata mappa della letteratura siciliana più contemporanea dii Gaetano Savatteri, e ci sono una bella inchiesta di Veronica Caprino e Claudia Durastanti sui mostri incompiuti sparsi per l’isola e, infine, un viaggio obliquo nell’inverno demografico delle montagne interne scritto da Arnon Grunberg.
L’architettura del volume include, in definitiva, narrazioni e reportage, dentro un’alternanza molto ben studiata.
Tra le cose più rilevanti, non possiamo non parlare della tragica e spietata inchiesta di Piero Melati sulla nuova frontiera criminale di Palermo, legata alla diffusione del crack tra i miserabili e le mafie. Grazie alla grande capacità di Melati di unire storie di oggi e storie di ieri in un unico coerente e spiazzante racconto, scopriamo nuovi gironi infernali dentro l’anima della città, nuovi orizzonti per la criminalità organizzata, nuova morte, e nuove vite senza destino.

Cinema e musica

The Passenger Sicilia si chiude con le esplorazioni sul cinema e la musica nate all’interno dell’universo siciliano. Costanza Quatriglio ci porta per mano tra i documentari per decifrare la Sicilia e ci parla di lei, della sua vocazione per l’immagine. Ci ricorda tante cose, tra ieri e oggi: la stagione pedagogica de La Piovra, la scommessa del Centro sperimentale di cinematografia, Montalbano ma anche Kiarostami.
Chiudono il volume Davide Enia con la sua toponomastica noir di Palermo, e Colapesce che stila una classifica di cose musicali siciliane irrinunciabili. Come è tradizione per questa collana, la playlist proposta è disponibile per l’ascolto su Spotify.
Sono giunto al termine di questa breve ricognizione. Rileggo tutto nel timore di aver perduto qualcosa di quello che mi ero appuntato. C’è tutto, in fondo.
Ripongo il volume nella mia libreria, in bella mostra, perché la Sicilia, e il suo cuore, vibrano sicuramente tra queste spesse e vive pagine.

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