Patrizia Debicke, nozze combinate e cambiamenti epocali

Un nuovo grande romanzo storico di Patrizia Debicke, ambientato in un periodo molto più vicino al presente rispetto ad altre sue opere. In “Figlia di re” il matrimonio di Maria Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, serve a raccontare un periodo storico denso di eventi, quello tra Italia e Francia a cavallo del 1860. Un lavoro figlio di grandi indagini e ricerche

Figlia di re (342 pagine, 15 euro) è il nuovo romanzo storico di Patrizia Debicke la quale indaga, questa volta, sulla figura emblematica di Maria Clotilde di Savoia, le cui nozze si trasformano in un fil rouge per raccontare la storia franco-italiana dal luglio 1859 al gennaio 1861. La regina del Cinquecento sembra quindi aver abbandonato, o messo temporaneamente da parte, la narrazione acuta e attenta dei personaggi di quell’epoca per addentrarsi in un periodo storico più vicino al nostro. Anche se, a voler essere sinceri, Debicke riesce, per entrambi i periodi storici, a ingenerare interessanti spunti di riflessione per il lettore che gli permettono, indagando il passato, di comprendere il presente.

I destini segnati

Il lasso temporale preso in considerazione dall’autrice è denso di accadimenti e di cambiamenti epocali per la Francia, il Regno di Sardegna, la penisola italica, l’Europa, l’Africa e l’America, che vedeva Nordisti e Sudisti impegnati nella guerra di successione. Un frangente di tempo i cui eventi hanno segnato il destino di interi continenti. Che poi è esattamente quello che sta accadendo anche oggi.

Come per gli altri suoi precedenti romanzi storici, Patrizia Debicke non si dilunga in resoconti storici, spiegazioni o introduzioni al periodo storico, bensì entra fin da subito nel vivo della narrazione e lascia che sia la sua storia a raccontare quella generale. Il lettore si sente così immediatamente coinvolto nelle vicende narrate perché entra subito nelle vite dei protagonisti e, tramite il loro vivere, scopre gli accadimenti politici, gli eventi storici, gli sviluppi privati e pubblici della vicenda. Una tecnica narrativa che ha sempre funzionato e che funziona anche in questa nuova produzione.

Un ritmo incalzante

Il libro parte dagli accordi stipulati tra Cavour e Napoleone III a Plombières. Accordi politico-militari che si intrecciano con quelli dinastici ed ecco che entra in gioco la giovanissima Clotilde, data in sposa a un uomo già adulto. Un uomo sconosciuto che diventerà a breve suo marito. E che si aspetta dalla ragazza un erede quanto prima. Nulla di così sconvolgente, per le usanze dell’epoca. Neanche per la stessa Maria Clotilde che accetta il suo nuovo ruolo vivendone appieno gioie e dolori. Leggere le vicende della figlia di Vittorio Emanuele II ricorda al lettore quanto quel periodo storico sia al contempo vicino e lontano, quanto è accaduto da allora e quanto, invece, è rimasto fermo come immobile e impassibile. Accordi, intrighi, strategie, tattiche che il passar del tempo non hanno per nulla scalfito, forse rinvigorito, alimentato.

Il ritmo della narrazione è molto incalzante, Debicke aggiunge dettagli, retroscena, colpi di scena, particolari e dettagli ma la lettura non diventa mai confusionaria o confusa. Il suo è uno stile di scrittura che riesce a raccontare il passato, con il suo carico di usanze e tradizioni, senza mai appesantire la lettura stessa.

È evidente che dietro un libro come Figlia di re, pubblicato da Ali Ribelli edizioni, c’è un lungo e certosino lavoro di indagine, studio e ricerca. Un impegno e una capacità che consentono a Patrizia Debicke di narrare complessi periodi storici come fossero semplici racconti e singole vicende come fossero accadimenti epocali e dare a entrambi una tale dignità da far concretizzare nel lettore la certezza di avere tra le mani un grande romanzo.

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