Daniel Magariel, vedi alla voce: fratelli

“Uno di noi” dello scrittore americano racconta un divorzio e la fuga di un uomo e dei suoi due figli, che rinsaldano il loro vincolo fraterno dinanzi al giogo paterno: in scena i risultati devastanti di modelli distorti di virilità

Una famiglia in frantumi, un dramma comune, e un’avventura on the road, primo capitolo di una nuova vita che non si rivelerà migliore di quella precedente. Certi meccanismi emotivi e i loro equilibri che saltano non bastano a scrivere un ottimo romanzo. L’americano Daniel Magariel probabilmente lo sapeva prima di iniziare a scrivere Uno di noi (179 pagine, 14,50 euro), libro (con affascinante copertina realizzata da Alessandro Damin) finito nel catalogo dell’editore Codice, lo stesso, in sintesi; che ha lanciato Lauren Groff in Italia e non s’è lasciato sfuggire l’occasione di pubblicare Richard Mason, transfuga da Einaudi. Ed è riuscito, Magariel, a dare un altro passo alla storia raccontata, non certo unica o rara, con massicce dosi di empatia.

Fuga e manipolazione

L’opera di Magariel – tradotta in modo cristallino da Gioia Guerzoni – è formalmente agile, ma è dura e potente. C’è un divorzio, ci sono due figli affidati a un padre, allontanati con l’inganno, in sede giudiziaria, dalla madre, due ragazzini che sono più soggiogati che amati (amati tantissimo a parole) dal genitore, come emerge in fretta: picchiati, manipolati, indotti a scegliere da un uomo tronfio, inadeguato, paranoico e tossicodipendente. La loro fuga dal Kansas alla periferia di una cittadina del New Mexico, tra motel e deserti, affratella ulteriormente i due giovanissimi, scaraventati in quello che di più marcio offre la vita, la loro unione contro il padre nemico potrebbe essere la chiave di tutto, a costo di sacrificare per sempre l’innocenza.

Approvazione paterna e autodistruzione

Vittime e prigionieri, ciechi fedeli del padre quanto lui lo è del crack, i due fratelli (il minore ha dodici anni ed è il narratore, il cui resoconto in certi passaggi non sembra quello di un dodicenne per le frasi che usa…), isolati dal mondo esterno, tutt’altro che spensierati, manipolati da paure e sensi di colpa, fanno del sostegno reciproco la roccia inattaccabile delle loro vite.Un libro piccolo solo nelle dimensioni che, schiettamente, analizza il cuore duro e i risultati devastanti di modelli distorti di virilità e di certi desideri autodistruttivi legati all’approvazione paterna.

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