Eros e smottamenti dell’anima, firmati Pirandello

“Racconti erotici” è un’antologia tratta dalle Novelle per un anno dello scrittore agrigentino. Sono storie che ribadiscono il pudore (o il moralismo) del drammaturgo, che indagano tra le pieghe della psiche, tra timidezze e sconcerto, ma anche farsa: un tassello tutt’altro che banale nell’infinito puzzle pirandelliano

Prendete Luigi Pirandello, uno nato centocinquanta anni fa (e l’anniversario nel corso di questo 2018 è stato celebrato abbondantemente), ma maledettamente moderno. Prendetelo e rileggetelo ai tempi delle sfumature di grigio (moda che fortunatamente sembra già essersi esaurita). Vi farete un’idea, senza troppi pruriti, degli smottamenti dell’anima derivanti dall’eros. Rileggete in particolare, un modo per celebrare il centocinquantenario, Racconti erotici (103 pagine, 12 euro), una selezione scelta di otto novelle e pubblicata da 21 editore, interessante sigla palermitana. L’ha curata Salvatore Ferlita, docente universitario e critico letterario con la «tracotanza esegetica di racimolare gli spunti erotici» nel cantiere aperto e incompiuto delle Novelle per un anno.

Tra sogni, paure e pieghe della psiche

Da L’uscita del vedovo a Richiamo all’obbligo (novella che nella trasposizione teatrale sarebbe diventata L’uomo, la bestia e la virtù) il Nobel agrigentino non si lascia scappare l’occasione per fiondarsi tra le pieghe della psiche, confrontandosi più cerebralmente che carnalmente con quotidiane e semplici declinazioni dell’eros. Rintracciare qualche pezzo di vita e pensiero dello scrittore in ciò che scrive non è esercizio sterile. Il timido Teodoro Piovanelli (L’uscita del vedovo) ha una paura matta d’affrontare il sesso, sia quando la moglie è viva, che quando resta vedovo, e torna da una vecchia conoscenza. Più audace e farsesca è un’altra figura di Pirandello, il più disinvolto Paolino Lovico, protagonista di Richiamo all’obbligo e di uno stratagemma che serve ad attribuire una sua paternità all’ignaro marito della donna con cui ha una relazione. E che dire de La rosa? La vedova protagonista, l’attraente Lucietta, nuova telegrafista in un piccolo centro ne sconvolge la quotidianità: ci sono sottintesi interessi sessuali da parte degli uomini e malcelata invidia da parte delle donne; la sua fuga da una festa, una fuga figlia dello «sgomento» che le suscita la «bestiale sovreccitazione» maschile rimanda a certo pudore (o a certo moralismo?) del premio Nobel, in salsa psicanalitica. Lo stesso i sogni che fanno capolino in alcuni di questi otto racconti.

La «bestia» del sesso

L’approccio di Luigi Pirandello è quello di colui che deve tenere a bada la «bestia» del sesso (fosse pure la tentazione di un dipinto, come in Effetti di un sogno interrotto), scansarne la trappola (come da omonima novella) sfuggire ad esso. Le donne? Tanto fanno e tanto dicono, che alla fine ci fanno cascare, ciechi, infuocati e violenti, là nella loro trappola». Un’antologia dai risvolti tutt’altro che banali, un tassello di cui tenere conto nell’infinito puzzle pirandelliano.

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