Malet e Burma, tutto ebbe inizio con la… tragedia greca

Nestor Burma è più istintivo che spavaldo, più ingenuo che fortunato nell’incalzante breve romanzo “Primo piano sul cadavere”, avventura con cui Leo Malet porta il suo personaggio indietro nel tempo, al momento della nascita dell’agenzia investigativa Fiat Lux

Fazi editore pubblica Primo piano sul cadavere un altro episodio che ha come protagonista Nestor Burma, personaggio nato dalla penna surrealista di Léo Malet.

Quando questo breve romanzo, tradotto adesso da Federica Angelini viene pubblicato (1956), già nove libri raccontano le avventure di Burma (il debutto è del 1943), ma invece di proseguire la storia sottesa alle avventure, Malet porta il suo personaggio indietro nel tempo per raccontarci come è nata l’agenzia investigativa Fiat Lux. (Malet colloca l’agenzia nella centralissima Rue des Petits Champs, se passate da Parigi, non potrete non capitare da quelle parti e fermarvi in contemplazione, vi sembrerà di vederlo passare, Nestor, con la sua pipa in bocca, con lo sguardo basso e la testa incassata tra le spalle… o almeno è così che io lo immagino).

Un film, un attore, un omicidio

Torniamo al romanzo. Durante le riprese di un film, un famoso attore del cinema, Julien Favereau, minacciato di morte, ingaggia Nestor Burma per avere protezione. L’attore è un personaggio ambiguo, scappato dalla Russia infiammata dalla Rivoluzione di ottobre, collaboratore dell’Ochrana (Polizia politica zarista) impone ad un (quasi) sprovveduto Nestor di trasvestirsi in maniera tale da non essere riconosciuto. A poche pagine dell’inizio, ecco l’omicidio che Nestor si ritrova a risolvere.

La narrazione di Primo piano sul cadavere è molto diversa da quello cui ci ha abituato Leo Malet. Burma non batte Parigi palmo a palmo per fiutare tracce, calarsi negli ambienti più disparati, incontrare personaggi tra i più bizzarri. Questa volta non ci sono donne da sedurre, non c’è la sua fidata Hélène a riportarlo alla ragione. Nestor è più istintivo che spavaldo, più ingenuo che fortunato.

Detective privato, ma, malgrado l’apparente disinvoltura, e forse proprio perché ho iniziato da poco, sono rispettoso della legge al punto da vergognarmene

La narrazione non è graduale, il lettore si ritrova proiettato al centro della vicenda dalle elucubrazioni mentali di Nestor, il cui punto di vista parziale seppure caleidoscopico, è illuminato dal suo genio investigativo.

Due punti di forza

Due i punti di forza del romanzo. Il primo riguarda la scelta narrativa. Si realizza, in questo episodio, una sorta di trasposizione della tragedia greca. Ho idea che Malet abbia reinterpretato lo schema classico come una sorta di boutade narrativa. Abbiamo: un solo luogo, un teatro di posa (unità dello spazio); una sola giornata (unità del tempo); pochi personaggi che si aggirano sulla scena, entrano ed escono dalla narrazione; un coro, ovvero i partecipanti alle riprese del film. Il teatro di posa si trasforma in un labirinto di corridoi, quinte, camerini. La polizia insegue Burma che insegue l’assassino (o sarà un’assassina?). La bravura sta nell’incalzare della storia. Il lettore sa che non potrà uscire da quel teatro e che tutto dovrà risolversi in maniera rapida.

Il secondo punto di forza riguarda la storia. L’epilogo vedrà il trionfo del fiuto di Nestor che guadagnerà i soldi necessari ad aprire una vera agenzia investigativa invece.

E fu così che fu fondata Agenzia Fiat Lux, direttore Nestor Burma

E tutto ebbe inizio!

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