“Marcitero” di Nino Vetri, un estratto dal nuovo romanzo

È in tutte le librerie a partire da oggi, per le edizioni Il Palindromo, “Marcitero”, nuovo romanzo del palermitano Nino Vetri, classe 1964. Si tratta del sesto libro di Nino Vetri, dopo “Le ultime ore dei miei occhiali” (2007), “Lume Lume” (2010), “Sufficit” (2012), “Il Michelangelo” (2015), editi da Sellerio, e “Suite per quarti di vacca” (2018), pubblicato da Il Palindromo. Anticipiamo un assaggio di “Marcitero”, ringraziando l’autore e la casa editrice per la gentile concessione

Il problema di Marcitero, secondo Brillantina, era dovuto al fatto che non c’era il mare. Avessimo avuto il mare qui sarebbe pieno di gente. Avremmo frotte di turisti. Saranno anche dei rompicoglioni, ma portano soldi! Diceva Brillantina. Il suo sogno era portare il mare a Marcitero. Basterebbe scavare la valle, spianare le montagne e creare un canale fino al borgo. Qualche insulso villaggio che stava nella vallata sarebbe stato inondato e sarebbe sparito. Ma poco importa di fronte al benessere economico che avrebbe portato il mare. Che ce ne facciamo di quattro paeselli semidisabitati? Vedi quel cocuzzolo? Oltre quello c’è il mare! Il bengodi! Diceva Brillantina.

Di questo suo progetto parlava spesso. Che ci vuole a spianare qualche montagna e allagare le valli attorno a Marcitero?

Il borgo sarebbe diventato un’alta isoletta. Una cosa mai vista! Non hanno fatto il canale di Suez? E Panama? Dove la mettiamo Panama? E noi sempre fermi nel nostro immobilismo!

Il bello è che la gente non lo prendeva per pazzo. Così ogni tanto Brillantina stendeva una mappa e parlava con la gente della sua opera ciclopica: portare il mare a Marcitero. Il problema era che sulla via del mare, oltre ai paesi e alle montagne, c’era pure, sperduta tra le campagne, un’antica abbazia medioevale. E con l’abbazia come facciamo? Diceva qualcuno. La facciamo saltare ’sta cosa vecchia! Proponeva Brillantina. Qualcuno tentennava, ma lui, al Circolo della Fratellanza, misurava sulla cartina i paeselli e le montagne che sarebbero dovuti saltare e diceva: si può fare… si può fare… Appena avremo l’indipendenza lo faremo! Fatemi sindaco e avrete il mare! Diceva.

 

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