Una breccia sul dubbio, Marciano tra istinti e impulsi atavici

I personaggi dell’ultimo libro di racconti di Francesca Marciano, “Animal spirit”, fanno i conti con inquietudini, situazioni di disagio, tensioni sotterranee e pungenti. E con creature animali e misteriose. Storie dominate, più che dalla razionalità, dallo spirito che sfugge alla comprensione umana e abita universi paralleli…

Un libro di racconti, e basterebbe questa definizione per accendere la curiosità su Animal Spirit, la raccolta firmata da Francesca Marciano e pubblicata da Mondadori. Sei narrazioni brevi che, con la loro carica enigmatica e la ricerca mai esplicitata che li accomuna – quella legata all’animalità, agli istinti, al selvatico – aprono le porte a dimensioni inesplorate, sfilando le certezze dal pavimento e sorprendendo così il lettore. Intorno, scenari che spaziano da Roma, le sue periferie e terrazze, alla Grecia e al New Mexico, in una cornice che, complice la professione dell’autrice, ha molto di evocativo e cinematografico, un aspetto che connota e sostiene i sei racconti.

Potrebbe essere

Un condizionale apre la raccolta di Marciano, un altro la chiude. Sono i titoli del primo e dell’ultimo racconto di Animal Spirit: Potrebbero accadere cose terribili, il primo, Potrebbero esserci spargimenti di sangue, l’ultimo. Quando, e come? Ad accomunare i sei racconti racchiudendoli nella cornice dei condizionali e costruendo un filo conduttore alla raccolta c’è l’evocazione del titolo, una sorta di spirito animale, impulso atavico, istinto e presenza quasi ancestrale, insieme impalpabile eppure presente, motore delle rotte spesso inspiegabili dei personaggi.

Potrebbero essere: le situazioni, le conseguenze, gli sviluppi di un mondo dominato dalla razionalità umana. Ma qui, tra i sei racconti, serpeggia il dubbio che a regolare i conti sia qualcos’altro, una molla, una tensione che lega gli uomini e le donne protagonisti a serpenti albini, gabbiani e falchi cacciatori spietati, alci in cammino come apparizioni, storni alla guida di figure nel cielo, a indicare una via. Creature animali e per questo misteriose, come lo spirito che sfugge alla comprensione umana e abita gli universi paralleli prefigurati in questi racconti. Un enigma, sottilmente inquietante, forse proprio perché inspiegabile eppure umano.

Altre dimensioni

Da una vacanza segnata da tensioni sotterranee che stride contro i colori di un’isola greca alla Roma livida di un temporale e di una cena in centro, passando per un’escursione ai limiti del surreale in New Mexico e toccando dimensioni quasi oniriche tra viaggi e paesaggi sospesi, i sei racconti di Francesca Marsciano aprono una breccia sul dubbio. È quasi sempre una presenza animale a sollevare il velo e scoperchiare gli universi paralleli che abitano le vite, e che ogni tanto fanno capolino insinuandosi là dove le certezze del razionale si sgretolano.

Il loro posto è preso dall’istinto animale, da corpi, odori, sguardi, sensazioni tattili proprie di un altro mondo, eppure, al tempo stesso, estremamente umane. Sono indici di animalità, selvatichezza e impossibilità di resistere alle regole, per lo meno a certe regole. È così per le reazioni a quel che “potrebbe essere” e tuttavia poi accade davvero, dalle tragedie più nere – incidenti, morti improvvise – alla chimica dei corpi che scatta con innamoramenti a volte inspiegabili razionalmente. È quanto avviene per l’insegnante di yoga del racconto di apertura, per la coppia che tenta di conoscersi e accogliersi in Grecia pur non riuscendoci, per una relazione mai conclusa, macchiata da un disturbo psichiatrico, per l’improvvisa scoperta di un legame tra vittima e carnefice.

Tra lacci, gabbie e trappole

A legare insieme le relazioni tra i personaggi di Marciano sono infatti spesso lacci che improvvisamente vengono alla luce e, stritolando, finiscono per diventare letali o, al contrario, per sciogliersi, guidati da quell’istintività animale che fa da contraltare in ogni storia. Tra inquietudini, situazioni di disagio, tensioni sotterranee e pungenti, ogni personaggio intreccia lacci che talvolta lo soffocano e cerca dunque di districarli, di liberarsi dopo la prigionia, di riassaporare la libertà. Animali selvatici in cerca di nuovo respiro, i protagonisti di ogni racconto sono attraversati da un momento di limpida rivelazione in cui si accorgono di ciò che “potrebbe essere” e che forse, in effetti, è. Faccia a faccia con l’istinto animale, si interrogano sull’addomesticazione. Ecco allora gli amanti incerti, la veterinaria che insegue un antico amore malato, l’errabonda danzatrice di serpenti, la coppia in crisi che mette tra un polo e l’altro chilometri di distanza. Messi dinnanzi ai lacci che tirano e ingabbiano, i personaggi fuggono dalle trappole dentro le quali si sono spesso rifugiati da soli. E così si spostano, ritornano e si confrontano: in fondo il nucleo di ogni storia, la curva perfetta di ogni racconto avvincente.

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