De Simone e quella bimba di 37 anni che vuol fermare il tempo

“Sempre soli con qualcuno” è un romanzo di svolta nella produzione di Annalisa De Simone. L’irrisolta protagonista – che scrive per disseppellire qualcosa – fa i conti con un disagio interiore che da nulla è attenuato, né dal vecchio né dal nuovo amore, e nemmeno il desiderio di un figlio riesce a sovvertire le cose…

Ci sono romanzi che possono rappresentare svolte per certi autori, possono arrivare a un pubblico più ampio, per i temi che trattano e per come li trattano. Possono illuminare di luce nuova voci che abbiamo già ascoltato senza la dovuta attenzione. Sempre soli con qualcuno (160 pagine, 16 euro), pubblicato dalla casa editrice Marsilio, è uno di quei romanzi. L’ha scritto Annalisa De Simone, abruzzese di talento, che prende di petto il disagio e la paura del tempo che scorre, cucendoli addosso alla protagonista del romanzo, che un po’ le assomiglia, ma non fino in fondo e non davvero.

Una sfida impossibile

Una storia senza pause, quella che racconta De Simone, un libro compattissimo, per nulla algido, che trascina dentro chi legge. La debolezza del proprio ménage familiare, la possibilità di un’altra relazione (con un uomo totalmente opposto al marito Marco; fisicamente, politicamente, per desideri e ambizioni, Paolo è tutt’altro), il desiderio di maternità (frustrato da un marito che non è per nulla interessato), il sesso che nulla risolve, sono varie angolazioni di una sfida impossibile, quella che sogna di combattere e fermare l’avanzata del tempo, ciò che per definizione è irripetibile. Non basta forse neanche un amore che sembra più del precedente a opporsi al tempo.

… ho avuto paura del nostro amore. Troppo disinteressato, troppo generoso, per concedere l’illusione di un futuro. L’amore passa, mi sono detta, e ciò che resta è la distanza fra le due vite.

Una protagonista irrisolta

L’inquietudine, l’assenza della figura paterna, la dimensione della relazione extraconiugale, il quotidiano confronto con certe ipocrisie, l’approdo alla consapevolezza che, prima e principalmente, bisogna stare bene con se stessi, e non necessariamente nell’ambito di un matrimonio, sono resi in modo limpido da De Simone, che quasi non ricorre a dialoghi ed è felicemente spudorata quando la sua protagonista si definisce «una bambina di trentasette anni». Sfugge una perenne solitudine, l’irrisolta protagonista di Sempre soli con qualcuno e non è detto che all’ultima scena, alla vigilia di un Capodanno, sia sola davvero ad addormentarsi prima che scocchi la festa e tutti gli altri festeggino. Un romanzo che ammalia e fa male, pieno di un mucchio di domande, di memorie, di dubbi, di dolori. Tutte cose che hanno a che fare con la vita e con la scrittura.

Ricordo che da piccola volevo fare l’archeologa. Raggiungere una città dal nome impronunciabile per portare a galla quello che il tempo aveva sommerso. Scrivere non è poi diverso. Si tratta di disseppellire qualcosa: un’esperienza o un trauma.

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