I vangeli di Mario Valentini? Un Gesù tra ironia e profondità

Con uno stile molto vicino al fiabesco, Mario Valentini ricrea e reinventa episodi evangelici (anche apocrifi) e altri ne immagina di sana pianta. Con i suoi “Vangeli nuovissimi” ci strappa un sorriso e ci regala spunti di riflessione. Un testo che nasconde, sotto l’apparenza, strati parecchio stimolanti…

Con i suoi Vangeli nuovissimi Mario Valentini ci riporta ai tempi di Gesù. Lo fa divertendoci e arricchendo di sfumature inconsuete il personaggio più popolare, amato e discusso della storia dell’uomo. Il libro dell’autore siciliano (139 pagine, 14 euro), edito da Quodlibet Compagnia Extra, è un mix di sferzante ironia e spunti di riflessione, costruito con uno stile che si avvicina molto al fiabesco.

Episodi (anche) “non ufficiali”

Alcuni degli episodi che Valentini narra – in versi e paragrafetti, emulando la struttura dei Vangeli canonici – sono conosciuti, altri inventati, altri ancora prendono spunto dai vangeli apocrifi, vale a dire quei testi che raccontano la vita di Gesù, ma che a suo tempo vennero esclusi per svariati (e talvolta opportunistici) motivi dalla Bibbia “ufficiale”, e che quindi nel corso dei secoli sono finiti nel dimenticatoio. Sono vangeli che non sono conosciuti dalla massa, i cui passi non vengono letti durante le celebrazioni, non vengono commentati dai sacerdoti, né insegnati ai bambini del catechismo. Eppure sono Vangeli che esistono e sui quali gli studiosi si interrogano e dibattono da tempo, anche con un certo fervore. Questo corpo letterario è piuttosto nutrito e, dal punto di vista esegetico, molto interessante, e Mario Valentini non si è lasciato sfuggire l’occasione per impreziosire il suo testo dandogli un senso più profondo. Sempre con leggerezza, provando prima di tutto a strapparci un sorriso.

A Gesù non piaceva dare spettacolo, nemmeno davanti agli apostoli, e quando faceva un miracolo raccomandava sempre di non raccontare a nessuno quello che lui aveva fatto.

Più livelli di lettura

Vangeli nuovissimi – quindi – non è un testo superficiale come potrebbe apparire ad un primo (distratto) sguardo. È articolato e per certi versi anche complesso. Non perché sia astruso, anzi, si legge in un paio d’ore senza mai correre il rischio d’annoiarsi, ma consta di più livelli che non è sempre facile cogliere. Ci si può fermare al primo e farsi due risate con un Gesù Bambino screanzato e capriccioso, talvolta perfino cattivello, come tutti i bambini. O divertirsi con un Gesù più adulto che inventa il gioco del calcio o cataloga piante e fiori per genere, ordine, classe e regno. Ma se si vuol andare oltre, ci si accorgerà ben presto che il testo nasconde altri strati, ben più stimolanti e profondi, che testimoniano la conoscenza della “materia” da parte dell’autore. Il ricorso ai vangeli apocrifi è anche un escamotage per tenere sveglia la curiosità del lettore.

Paradossi e contraddizioni

Mario Valentini è abile a sottolineare con ironia alcuni aspetti del personaggio Gesù che oggi ne farebbero uno sportivo o un fervente ambientalista, forse addirittura vegetariano, un po’ hippy, a volte molto umano, altre volte più simile ad un supereroe della Marvel. Così come non sono sfuggiti all’autore certi paradossi di natura teologica che hanno fatto la fortuna di filosofi burloni e miscredenti. Lo stesso dicasi per le numerose e stridenti contraddizioni che emergono mettendo a confronto i quattro vangeli canonici.

…non lo sapremo mai. Sono talmente confuse le fonti di questa storia.

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