Villani e quei giovani di Milano nella morsa fascista

Qualcosa più di un noir “La banda degli uomini” di Flavio Villani. Due storie intrecciate nella grigia Milano del 1938: egoismi, opportunismi, avidità, viltà, mancanza di libertà fanno da contraltare alla sete di giustizia di alcuni giovani, che vogliono la verità sulla morte violenta di un anarchico. Sullo sfondo il baratro che condurrà alla seconda guerra mondiale…

Certo italico Dna, fatto di egoismi, avidità e sete e ostentazione di potere. Una Milano di un’ottantina di anni fa, povera, operaia, nella morsa del regime fascista, a una manciata di anni dalla seconda guerra mondiale, splendidamente ricostruita dal punto di vista storico. Una penna che sorprende, quella di Flavio Villani, che non conoscevo e che, in virtù del suo più recente ben congegnato romanzo, mi spinge a recuperare anche le prove del passato. La banda degli uomini (255 pagine, 18 euro), edito da Neri Pozza, solo semplicisticamente può definirsi un noir, è qualcosa di più.

Una morte e un furto

Il pretesto per imbastire questo romanzo di atmosfere grigie e passioni forti, come spiega lo stesso Villani nella nota conclusiva, è la curiosità per il furto di un quadro notissimo, Susanna al bagno di Francesca Hayez, che fa capolino tra le circostanze del plot, coinvolgendo personaggi del regime fascista e un reduce del primo conflitto mondiale, Osvaldo, non del tutto lucido da comprendere i problemi con cui dovrà fare i conti. La storia principale, però, prima di incrociare questa secondaria, riguarda la brutta fine che fa, anche sopraffatto dall’alcol, Carlin Parini. Un caso – è il 1938 – che si vuole archiviare in fretta (anche perché non è solo la sbronza la causa della morte), ma alle conclusioni ufficiali non si rassegnano i cinque figli (specie due di loro) di Parini, anarchico e dunque inviso al regime. Tommaso, primogenito di Carlin, il fratello Arturo, con l’aiuto di un meccanico ebreo, il vedovo Achille Ravenna, e di altri amici, la banda del titolo, vogliono andare fino in fondo.

Sguardo analitico e passione

Chi proverà a cercare la verità e a remare contro vento farà i conti con alcuni cancri che opprimono la società italiana del tempo, e in certi casi non solo del tempo: egoismi, opportunismi, avidità, viltà, mancanza di libertà. La morsa fascista si stringe sempre più nella vita quotidiana: affamati, perdenti, precari, imbevuti di ideali e coraggiosi, i ragazzi della banda vogliono giustizia, ma non è così semplice ottenerla. Il mistero da svelare è l’occasione per fotografare un’Italia vicina al baratro, con periferie abbandonate al degrado, e il potere costituito sempre più odioso e violento. Villani, che è anche medico, sa coniugare sguardo analitico e passione, sa dosare saggezza e diplomazia, cucendole addosso a Tommaso, con impeto e rapidità d’azione, caratteristiche di Arturo, che lo condurranno a un errore. Da lì in avanti sarà ancora un crescendo, fino a un finale in qualche modo affidato a ogni lettore.

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