L’amore clandestino di Yamazaki? Troppo superficiale

Racconto non particolarmente originale o intenso “Non ridere della vita sessuale degli altri” della giapponese Nao-Cola Yamazaki. Stile basico, scrittura sintetica, sentimenti che non vanno in profondità 

Non c’è molto da aggiungere. Davvero c’è poco da scrivere in proposito. Non ridere della vita sessuale degli altri (144 pagine, 12 euro) della scrittrice giapponese Nao-Cola Yamazaki, tradotto da Rebecca Super, edito da Rizzoli, rimane un libro che si lascia ricordare più per la simpatia del proprio titolo, che per l’intensità o l’originalità del suo contenuto.

Dolce ma senza intensità

All’interno, il grosso delle pagine è occupato dalla storia d’amore clandestina tra una professoressa universitaria ed un suo studente. Una relazione che viene raccontata in punta di fioretto, in maniera dolce, come può essere la fioritura dei mandorli in Giappone, ma senza particolari intensità. Il testo è basico, lo stile pure. Sembra di avere tra le mani un tema scolastico, ma forse la traduzione in italiano non permette di cogliere alcune sfumature della lingua nipponica.

Dei personaggi non si sa niente

Dei personaggi si dice poco e affezionarsi a loro diventa molto difficiIe. In appendice al libro anche un breve racconto, la vicenda di due ragazzi che si lasciano: anche in questo caso, nonostante una certa delicatezza nel descrivere le scene, al quale fa da contraltare un pizzico di malinconia, l’autrice racconta rimanendo sulla superficie delle cose. Un modo di scrivere sintetico, molto light, che indubbiamente può piacere, ma che a mio giudizio avrebbe meritato maggiori aperture, soprattutto nelle fasi conclusive di entrambe le storie.

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