Allora e ora, bimba e donna: il gioco serio di Jamaica Kincaid

Due brevi prose autobiografiche di Jamaica Kincaid costituiscono “Biografia di un vestito”. Tra l’infanzia e l’età matura, tra un abito cucitole dalla madre e una gioventù turbolenta, la scrittrice di Antigua sa come condannare razzismo e colonialismo…

Una cantilena, forse una nenia, un ricordo, un racconto sotto voce, che parte da un abito giallo mais e da una foto in bianco e nero e arriva a un vestito di Halloween: la bambina per la quale è confezionato il primo diventerà la donna che cuce il secondo. Due tempi, altrettanti racconti autobiografici. Allora, adesso. Due piani temporali, distanti una quarantina d’anni, fra i quali oscillano le memorie di una bambina, poi donna. Allora, adesso. Un’altalena di consapevolezza irrobustita dal tempo, fioca allora, forte adesso. Scrive in modo ricorrente di allora e di adesso, Jamaica Kincaid, la grande scrittrice nata ad Antigua ma residente negli Usa, in un paio di brevi prose pubblicate a distanza di tre anni nei Novanta (ecco quando datare “adesso”), che Adelphi manda in libreria sotto il titolo di Biografia di un vestito (45 pagine, 5 euro), volume della collana Microgrammi, la cui traduzione è stata affidata a Franca Cavagnoli, con risultati impeccabili.

Un fuoco acceso, una vocazione

Forse mai del tutto apprezzata, alle nostre latitudini, mai fino in fondo compresa – chi la ignora legga Mr. Potter e poi ne riparliamo – Jamaica Kincaid nel racconto che dà il titolo al libro e nell’altro, Quando ho rimesso insieme i pezzi, prova ad addomesticare il tempo che passa, e raccontandosi cerca di interpretare il mondo che le ruotava attorno in due (anzi in tre, visto che c’è anche un racconto nel racconto) differenti fasi della propria vita, a cominciare dall’incoscienza dell’infanzia; un’operazione dall’individuale al collettivo, dal singolare all’universale che può ricordare Annie Ernaux, ma che è del tutto originale. In qualche modo, forse alla lontana, questo libretto è anche la storia di un fuoco acceso, quello di una vocazione:

Cambiai nome e cominciai a dire che sapevo di essere una scrittrice… […] Volevo essere una scrittrice; ero una persona con delle opinioni e volevo che contassero anche per gli altri

Piccoli particolari, grandi temi

Ristrettezze economiche, paure, pasticche colorate, turbolenta vita sentimentale, spesso squallida, come quando va a letto con chi le fa mangiare del buon pesce al ristorante: Jamaica Kincaid ha il dono della sintesi e, raccontandosi in modo distaccato, dà vita a un serissimo gioco letterario, di grande intensità. È dai piccoli particolari che emergono i grandi temi in queste paginette. Un colloquio andato a rotoli, per esempio, racconta il razzismo nei confronti del colore della pelle di una ragazza caraibica, nativa di Antigua, che con i pochi soldi racimolati più che mangiare, acquista vestiti (è un refrain, ma sono anche gli abiti a definire identità, vissuto, ragioni d’essere). Le osservazioni taglienti in chiave anticolonialista – da parte di lei, figlia di eredi di schiavi – sull’effigie di re Giorgio V che fa capolino su una banconota.

È possibile ordinare questo e altri libri presso Dadabio, qui i contatti

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *