Cinema e crimine, il fottuto sogno americano per Winslow

Imprescindibile è anche “Città di sogni”, il secondo capitolo della trilogia finale di Don Winslow. Niente di esatto storicamente, tutto plausibile con continui riferimenti all’Eneide. Un eroe in fuga, fra violenze, narcotraffico e un nuovo amore…

Dalla East Coast alla California e al Nevada. Fine 1988 – aprile 1991. Danny Ryan, poco più che trentenne, cuore tenero e spalle larghe, un metro e ottantatrè, capelli castani ribelli verso il rossiccio, è in fuga, con il vecchio padre Marty (quasi sempre ubriaco e mezzo cieco), il piccolo figlio Ian di diciotto mesi e i pochi amici rimasti vivi. Vengono da Providence, Rhode Island, dove da agosto 1986 al Natale 1988 vi è stata una guerra, la miccia si è accesa per una donna, una scintilla casuale per un incendio che comunque covava. Prima le comunità (anche criminali) irlandesi (la sua) e italiane erano state alleate per generazioni, fronte comune (civile e fuorilegge) contro altri, pubblici e privati: gestivano insieme il New England. Loro ne escono sconfitti. Lui ha rubato, picchiato e ucciso per difesa tre uomini (un poliziotto corrotto poco prima); era un aiutante, è divenuto un capo; ha visto morire di cancro l’amata moglie Terri e tante persone care; infine ha buttato nell’oceano dieci chili di eroina (per un valore di due milioni di dollari).

Ricominciare a San Diego

Hanno preso poche cose e due auto, si disperdono poveri e affranti verso ovest. Devono mettere più distanza possibile dai Moretti, dalla polizia cittadina e statale, dai federali, da traditori e trafficanti. Danny chiama l’anziano boss italiano Pasquale Pasco Ferri, col quale ha sempre mantenuto buoni rapporti, gli dice che non ha la droga e vuole solo ricominciare altrove. Ci prova a San Diego, lavori in nero (ora da barista), profilo defilato (con baffi ridicoli), sempre all’erta, fa il padre. Finché potenti Dea-Fbi lo ricattano imponendogli una remunerativa missione armata contro un narcotrafficante, pur potendosi poi tenere molto. Finché per caso scopre che stanno facendo un film a Hollywood sulla loro guerra a est. Finché non viene chiamato sul set a dirimere problemi. Finché non nasce amore con l’attrice.

Vari fronti e punti di vista

Città di sogni (382 pagine, 22 euro) – traduzione di Alfredo Colitto per Harper Collins, contiene le prime pagine dell’ultimo volume della serie, Città in rovina – è il secondo magnifico atto della trilogia dell’eccelso scrittore americano Don Winslow (New York, 1953) che all’uscita del primo ha anche repentinamente annunciato (e finora confermato) il successivo ritiro dalle scene letterarie. Il libro è uscito in contemporanea in decine di paesi, subito avanti nelle classifiche, a primavera 2023 Winslow sta gioendo per il notevole successo di critica e di pubblico, mentre si sfinisce dedicandosi giustamente a tempo pieno a impedire la possibile rielezione di Trump nel 2024. Come spesso in precedenza, la narrazione è in terza varia al presente, anche qui vi sono tre parti (“Terre deserte” dalla fuga di fine 1988; “Quadri senza vita” dalla seconda fuga dopo la ricca rapina per i federali dal novembre 1989; “cosa vogliono le anime dei morti” dopo la fuga dall’attrice a la morte del padre dall’aprile 1991), ognuna con esergo tratto dall’Eneide di Virgilio, ognuna con vari capitoli (in tutto ventidue) e ficcanti dialoghi, che ricostruiscono quanto trascorso dai vari punti di vista e seguono in diretta i tanti personaggi su molteplici scene e fronti. Volutamente, niente di esatto storicamente, tutto plausibile oggi, minuziosamente basato sulla classica antichissima epopea di Enea.

Donne cruciali

Il primo sogno del titolo è proprio la migrazione forzata verso le città della West Coast, “il fottuto sogno americano”, legato poi al nomignolo di Los Angeles, “la città che preleva le fantasie dai nostri cervelli e le colloca a dieci metri di altezza” (la grotta di Cartagine con i murali che descrivono la guerra di Troia). Di continuo l’autore dispensa efficaci misurati inserti biografici, funzionali alla storia, in particolare anche qui su donne cruciali: Madeleine (Afrodite) la mamma che aveva abbandonato Danny da piccolo e ora fa a Las Vegas la potente nonna protettiva di Ian (Ascanio) e del figlio; l’irlandese Cassie Murphy, sorella maggiore di Terri, già abusata da ragazzina che ora finisce per legarsi all’indebolito capo italiano Peter Moretti; la meravigliosa sensibile fragile attrice Diane Carson (Didone), bionda, tette grandi, occhi azzurri, una nuova Marilyn; Reggie Moneta, la vendicativa direttrice dell’FBI per il crimine organizzato. L’industria cinematografica e la classe criminale s’intersecano spesso. Segnalo la cittadina Winslow sulla strada americana verso ovest, a pag. 43. Vodka o whisky, dipende. Canzoni irlandesi d’epoca, con Danny che continua pure a incantarsi con forse il più grande poeta americano contemporaneo, il boss Bruce Springsteen. Su Winslow ho scritto saggi (fra l’altro sul magazine scientifico patavino, qui e qui), dovremo tornarci sopra al termine della trilogia, intanto il secondo non è meno capolavoro del primo. Imprescindibile, da leggere.

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