Malabaila e quella splendida vita imperfetta del nonno

“Lungomare nostalgia” di Andrea Malabaila, con parole accurate e un andamento pieno di grazia racconta un nonno, Natale, sopravvissuto più volte alla morte, amato fino alla fine dal nipote. Un libro colmo di sofferenza e ammirazione, allegria e rimpianti. Sullo sfondo la storia d’Italia, dalla guerra e dal boom ai giorni nostri…

Ci sono un paio di suggestioni iper letterarie. Poco oltre la metà del romanzo un appunto sulle bozze di un libro, firmato da Cesare Pavese, recita così: «Carronate, boja fauss!». Un’imprecazione scritta più che stizzita, perché chi doveva limitarsi a stampare, aveva azzardato una correzione, scrivendo “cannonate”. E poi l’autore di questo romanzo si chiama Andrea Malabaila, Malabaila come il Primo Levi in incognito che aveva pubblicato, sotto pseudonimo, i racconti di Storie naturali (ne abbiamo scritto qui). Non sono i soli due aspetti che “valgono per il prezzo del biglietto” per quanti hanno letto, leggono, leggeranno Lungomare nostalgia (246 pagine, 15 euro) di Andrea Malabaila, pubblicato dalle edizioni Spartaco.

Ieri e oggi

Una storia in sessantuno capitoli che oscillano fra ieri e oggi. Una vicenda personalissima, quella raccontata da Malabaila: un sentimento diffuso e costante di malinconia per la scomparsa del nonno materno, Natale, nutre ogni pagina, spesso ispirata dal panorama di Finale Ligure, vicino alla costa, poco distante dal profondo Piemonte dove si svolge la vicenda principale. Nel presente si raccontano la malattia, i funerali, l’assenza che fa male e si rinnova. Dal passato riemergono la vita del nonno che ha attraversato un secolo, è scampato più volte alla morte, è sopravvissuto alla guerra, ha trovato un lavoro, ha messo su famiglia, ha scansato quasi tutte le strade brevi e apparentemente facili (un collega tipografo, invano, lo aveva blandito per convincerlo a stampare banconote false), ne ha azzeccata fortunosamente una sola (un biglietto vincente alla lotteria). Sempre battagliando, sempre vincitore, anzi no, la sconfitta amarissima dell’impotenza per l’Alzheimer della moglie Mariuccia segnò gli ultimi anni della sua esistenza.

I sentimenti, merce rara

Più che un racconto di trama o di stile, quello di Andrea Malabaila è un racconto di sentimenti, che non significa uno slittamento verso il patetico o il melenso. I sentimenti sono merce rara in letteratura, saperli evocare ed esprimere in modo semplice e puro è prerogativa dei narratori veri, quelli che non si abbandonano alle mode. L’unico nipote Andrea, scrittore ed editore, con un prezioso atto di memoria racconta il tempo gagliardo della gioventù del nonno linotipista, ma anche quando «la vita diventa uno scivolo, sempre più veloce, e non c’è modo di scendere o rallentare». E racconta come le parole, la scrittura e i libri fossero patrimonio comune per lui, Andy, e il nonno Atà, come l’aveva ribattezzato durante l’infanzia. Sofferenza e ammirazione, allegria e rimpianti. Il sillabario di questo romanzo contiene certamente queste parole. E contiene anche la parola imperfezione, come promessa di vita e di futuro, sempre e comunque.

Ma una vita perfetta ti leva sogno e aspettativa del domani. Se hai già tutto, per cosa alzarsi la mattina? Molto meglio una vita imperfetta. E la tua credo sia stata una splendida vita imperfetta.

Elegia ed eleganza

Un’anima elegiaca e uno stile delicato sostengono una scrittura cristallina. Andrea Malabaila cuce assieme episodi della vita del nonno, pezzi di storia dell’Italia, dalla guerra e dal boom ai giorni nostri, e pezzi di cuore che fanno di questo libro una storia sincera, compiuta, piena di grazia. Tra tanti libri urlati e sguaiati, l’eleganza formale e sostanziale di Lungomare nostalgia salta agli occhi. Per l’ultimo viaggio col nonno Andrea Malabaila ha scelto una strada di carta, parole accurate, precise, appassionate.

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