Le quattro cose che mi ha insegnato Italo Calvino

Mini guida – personalissima, a cui si può liberamente attingere – agli insegnamenti tratti dai libri di Italo Calvino. Ovvero le frasi giuste al momento giusto…

Le quattro cose che mi ha insegnato Italo Calvino.

1)

Che devo custodire ciò che ho di prezioso sempre. Devo dargli il mio tempo e fargli spazio nella mia vita. E che non devo mai dare per scontato ciò che per me è importante, ciò che conta. Mai.

Perché La luna di pomeriggio nessuno la guarda, ma è quello il momento in cui avrebbe più bisogno del nostro interessamento, dato che la sua esistenza è ancora in forse. È un’ombra biancastra che affiora dall’azzurro intenso del cielo, carico di luce solare; chi ci assicura che ce la farà anche stavolta a prendere forma e lucentezza”?

2)

Che siamo tutti, in fondo, dei Visconti Dimezzati, con le nostre due anime che vagano nei boschi. Una taglia a metà tutto quello che trova, esseri animati e non. L’altra ricuce e dona amore.
Solo dopo aver conosciuto bene queste due anime ho imparato a rimetterle insieme, a ricucirle. Solo dopo averle vissute sono potuta diventare un essere che ha saputo redimersi dal peccato e dal dolore, e anche dal troppo amore.

Perché “Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”.

3)

Che è soprattutto nel luogo più buio in cui ho vissuto, nel momento più doloroso che ho passato, che ho trovato una risposta alle mie domande.
Alle volte non è sufficiente la bellezza per trovare la strada da percorrere.

Perché “D’una città non godi le 7 o 77 meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”.

4)

Che anche io ho vagato tra gli alberi e lì, tra quelle chiome, mi sono innamorata di un’anima a me affine. Entrambi leggevamo Italo Calvino.
Ma il nostro rapporto era un continuo far soffrire l’altro, per comprendere se e quanto ci amassimo.

Perché:
“Chi ama vuole la felicità, non il dolore.
– Chi ama vuole solo l’amore, anche a costo del dolore.
– Mi fai soffrire apposta, allora. – Sì, per vedere se mi ami”
Alla fine, entrambi abbiamo abbandonato le chiome degli alberi. Ognuno s’è perso tra le innumerevoli strade del mondo.
Ma è con le pagine di Calvino che ci siamo vissuti.

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