Lirico e analitico Safina, quelle tartarughe così umane…

Poesia e scienza nella pagine de “Il viaggio della tartaruga” di Carl Safina. L’uomo non è in competizione con le altre specie e non è l’unico termine di paragone. Ci sono animali in forte contiguità con gli esseri umani, come la tartaruga Liuto, quasi un… dinosauro

Lui è uno scienziato statunitense di livello, ma quelli che scrive non sono astrusi testi scientifici per addetti ai lavori, semmai epopee in difesa del pianeta, dell’ambiente e, particolarmente, del mare. Biologo, quasi settantenne, Carl Safina è ormai un habitué della collana Animalia di Adelphi, che proprio lui ha inaugurato cinque anni fa. L’elemento analitico-scientifico è solo uno degli aspetti della scrittura di Safina, animato da uno spirito cristallino, che non mette l’uomo in competizione o in contraddizione con le altre specie viventi, anzi li avvicina quanto più può, trovando segni e motivi di continuità laddove in passato, ma anche nel presente, c’era distanza, opposizione e scetticismo. Carl Safina, addirittura, non ragiona solo di vicinanza genetica dell’uomo con le altre specie animali, ma cerca anche connessioni sul piano emozionale e cognitivo. L’uomo non è insomma al centro di tutto, né l’unico termine di paragone.

Una specie antichissima e gli ormoni…

In questo suo maestoso ma interessantissimo Il viaggio della tartaruga (623 pagine, 32 euro), che risale a oltre quindici anni fa, Carl Safina osserva e fotografa, lo ha fatto per circa un anno e mezzo, un’antichissima specie, la tartaruga Liuto – l’essere vivente più vicino ai dinosauri – piuttosto lontana dall’uomo, eppure contigua: intelligenza e coscienza non sono parole vuote di significato, in questo caso, il loro mondo è intrecciato al nostro più di quanto si pensi; mentre migrano e attraversano oceani – stiamo parlando di tartarughe enormi, che pesano centinaia e centinaia di chilogrammi – mentre nidificano e i loro livelli ormonali si innalzano notevolmente, anche per via dello stress, queste tartarughe, creature primitive e ancestrali, ricordano gli uomini più di quanto si pensi.

Ogni adolescente ha sperimentato le fortissime motivazioni indotte dagli ormoni che noi umani avvertiamo come impulsi. Almeno quelli, li condividiamo con le tartarughe. A volte quegli impulsi sopraffanno il nostro intelletto portandoci in situazioni di tale conflitto che ci sentiamo incapaci di resistere a noi stessi – la spinta ormonale ha la meglio sul discernimento e ne conseguono le azioni. Noi però siamo sempre consapevoli del perché stiamo facendo le cose che siamo motivati a fare. O no? Forse no. […] Gli ormoni ci addestrano a desiderare quel piacere, a volerne sempre di più. Quasi tutto il resto di ciò che effettivamente capiamo di quei comportamenti e di quelle conseguenze ci dev’essere insegnato: il nesso non è molto intuitivo, e pare che alcuni popoli tribali non abbiano mai collegato gli atti riproduttivi ai loro esiti. Quanta consapevolezza potrebbe averne, in più, una tartaruga?

Tartarughe, queste che sono a rischio di estinzione nell’oceano Pacifico, dovendo fare i conti, dopo milioni di anni, con un pianeta in fortissima evoluzione, e non in meglio.

La morte in agguato

Questo pesantissimo rettile ed enorme organismo marino sa innalzare la temperatura sanguigna sopra quella circostante, nuota in acque più profonde rispetto a quelle raggiunte dalle balene, si rende protagonista di lunghissime migrazioni (a ogni latitudine e con qualsiasi clima, da spiagge tropicali ad abissi marini), e mangia meduse, con rischi evidenti, perché a volte scambia per meduse oggetti in plastica, condannandosi spesso alla morte: pvc, rifiuti e, in genere, materiale plastico, sono in agguato e li “ingannano”. Carl Safina racconta tutto in modo analitico, ma anche lirico e brillante, ed è questo uno dei suoi segreti. Leggetelo, non vi accorgerete di quanto sarà interessante e piacevole, pagine cariche di dati storici, biologici, antropologici si dispiegano davanti agli occhi dei lettori, che si fanno incantare…

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