L’occulto di Hodgson, il razionale scetticismo di Carnacki

“Carnacki – l’indagatore dell’occulto” è una raccolta di nove racconti del britannico William Hope Hodgson, creatore dell’occult detective Carnacki, alle prese con castelli abbandonati, stanze invase da spiriti e strani fenomeni non meglio identificati

Da sempre accentuatamente divisivo, l’occulto, oltre a creare uno spartiacque profondo tra appassionati e scettici e tra volenterosi creatori e ben più accaniti disfattisti, ha da sempre fornito alla narrativa, così come al cinema prima ed alla televisione dopo, materiale copioso e prezioso, al punto da consentire al genere (o ai generi) che ne discendono di acquisire una propria identità ben delineata e di fare da modello ad ulteriori, e forse nemmeno immaginate, derivazioni letterarie e cinematografiche.

Resistere al tempo

Difficile – e, se volete, anche piuttosto inutile – inventariare le autrici e gli autori che nel tempo si sono avventurati, con alterne vicende, in questo campo; molto più semplice, forse, ricordare quelli che, tra i tanti, sono riusciti a regalarci storie capaci di resistere alle intemperie del tempo, al cambio delle mode e, nel caso specifico, alla diuturna opera di demolizione messa in campo dai sempreverdi scettici (sempre loro).

Uno di questi è sicuramente William Hope Hodgson, scrittore britannico al quale dobbiamo la creazione di Thomas Carnacki, un occult detective che in casa, dopo cena, messosi comodo sulla sua poltrona, si delizia a raccontare ai suoi ospiti – un ristrettissimo gruppo di amici che poi, puntualmente si premura di accompagnare alla porta con un amichevole ma perentorio “Fuori!” – le incredibili avventure vissute tra castelli abbandonati, stanze invase da spiriti e luoghi ammorbati da tetre creature e strani fenomeni non meglio identificati.

Nove racconti

Da qui, nove storie oggi meritoriamente proposte dalla casa editrice Il Palindromo in questo volume intitolato “Carnacki – l’indagatore dell’occulto” che oltre ai nove racconti contiene un saggio critico di Gabriele Scalessa, che dei testi è anche il traduttore, la prefazione di Franco Pezzini e le appendici di Giuseppe Aguanno e Francesco Brandoli. Senza dimenticare, anche perché appaiono per la prima volta in una edizione italiana, le illustrazioni originali comparse sulle riviste dei primi del Novecento che tennero a battesimo proprio Carnacki.

Il detective creato da Hodgson – lo scrittore di Wethersfield, considerato dai più un vero e proprio maestro dell’occulto sarebbe poi morto in guerra ucciso da una molto più reale granata nemica – colpisce innanzitutto per il suo approccio decisamente originale con gli incarichi che via via gli vengono affidati.

La dimensione umana

Persona ben dotata di fisime varie, Carnacki ama vestire i panni di un ingegnere o, se volete, di un artigiano per progettare in autonomia quegli strumenti che lo proteggeranno da tutto ciò che i cinque sensi sembrano non essere in grado di captare e che la mente umana, così piccola di fronte all’Altrove, non riesce a spiegare.

Poi, quando è in piena attività, si adopera per far leva sulla propria condizione umana, costruendo attorno a sé un cordone sanitario che lo aiuterà a rimanere coi piedi per terra, coadiuvato da non comuni abilità deduttive e da un razionale e quanto mai opportuno scetticismo. In quella dimensione umana non di rado si renderà conto che non tutto è esattamente soprannaturale, anzi.

Carnacki, ci ricorda Franco Pezzini nella prefazione, “influenzerà con potenza la storia del filone” ed è ancora oggi una figura di riferimento per un genere che grazie alla forza attrattiva che ha tutto ciò che non si può toccare, raggiungere, spiegare, non smetterà mai di piacere, a chi è dotato di un buon coraggio ed a chi, invece, si attrezza come può, pur di restare ad ascoltare.

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