Carissimo Nori, Onori è bravo quanto lei…

Un nuovo scrittore, anzi in realtà un autore consolidato, firma “Fare pochissimo”, la storia di un giornalista strampalato, campione nella scrittura di… fake news. Una storia colma di malinconia interiore mascherata da pensieri scanzonati

Quell’icona di san Stalin in copertina è la prima chicca di un libro che ne regala tante. L’onore degli altari per il dittatore comunista – o meglio l’avvio del processo di beatificazione – è solo una delle fake news che affollano il mondo professionale del quarantottenne Marco Pietramellara, giornalista di una testata emiliana on line e protagonista di Fare pochissimo (222 pagine, 16 euro), uno dei più recenti romanzi pubblicati dalla casa editrice Marcos y Marcos. L’autore, un certo Paolo Onori, per nota biogarfica e stile, richiama alla mente il più noto Paolo Nori, come lui sembra divertirsi a spiazzare, a scrivere pagine surreali e “irregolari”: è bravo quanto l’originale a cui idealmente sembra ispirarsi e naturalmente… è tutta una burla, un gioco che Nori può permettersi, spacciarsi per esordiente grazie al sodalizio con una casa editrice per cui ormai è molto di più che un semplice autore della serie, ma un compagno di viaggio che, per esempio, da traduttore, illumina la grande tradizione russa.

Cultore dell’inerzia

Marco Pietramellara è un fratello ideale di quel Learco Ferrari presente in più di un libro di Nori, praticamente un suo alter ego. Ha il tono disincantato di chi parla al bar, è un cultore dell’inerzia poco incline ai rapporti umani, rischia cause salatissime per le fandonie che scrive (una? la storia esclusiva di Mauro Bellugi, un insegnante di religione cattolica che, al confessionale con un sacerdote, confessa come peccato il proprio mestiere, e che scatena un’inchiesta sull’inutilità dell’ora di religione nelle scuole…), ha litigato con Nilde, madre di sua figlia Stasudadoss. Il romanzo consta di tante “scene” autoconcluse, raccontini che formano il mosaico complessivo, in cui nel giro di pochi giorni fanno capolino una barista, un avvocato, Matteo, una collega giornalista di Pietramellara, la Spadoni in Coltellini. E in cui l’annoiato cronista, anche autore di rubriche sui generis, a un certo punto, deve fare i conti anche con un delitto. Nessun giallo inestricabile, per il lettore sarà abbastanza facile individuare il colpevole…

La vita orribile e meravigliosa

Come la maggior parte dei libri dell’autore (Nori e Onori, chissà se questo secondo avrà un futuro editoriale…) anche questo è una porta d’accesso a un mondo che nella letteratura italiana contemporanea è forse marginale, ma ingiustamente. Chi conosce questo mondo, vorrà tornare a visitarlo, chi non l’ha ancora scoperto ha un’occasione d’oro. C’è il comico e il grigio della quotidianità, in queste pagine, c’è costantemente il dolceamaro e c’è una malinconia interiore mascherata da pensieri scanzonati. Le divagazioni, le digressioni, gli sketch riescono, incredibilmente, a non sfilacciare il filo del romanzo e hanno un minimo comune denominatore, la certezza che la vita sia contemporaneamente orribile e meravigliosa, come sostenevano Anna Achmatova e Anton Cechov, che da Nori/Onori sono espressamente citati.

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