Bracco e gli uomini interconnessi dalle coincidenze

“La Madre, il Maestro, Shakespeare e Dio” di Giulia Bracco ha come protagonisti Nabel ed Hector, sorella e fratello, figli di uno scienziato di fama mondiale. Le loro vite si influenzano vicendevolmente: se Hector è avvolto da un’aurea di energia positiva, sua sorella è condizionata da un flusso negativo

Dopo la bellissima raccolta di racconti Storia dei miei fantasmi di Francesco Borrasso, un nuovo appuntamento con Caffèorchidea non delude. Non potrebbe essere diversamente, se si considera che la giovane casa editrice deve il nome al Caffè Orchidea, il bar di Lisbona in cui Pereira ama rifugiarsi nel romanzo di Antonio Tabucchi, uno dei più belli della fine del ‘900. Per mettere a disposizione dei lettori elementi per studiare e osservare il mondo, l’editore Giuseppe Avigliano punta a giovani scrittori come Giulia Bracco, autrice del romanzo La Madre, Il Maestro, Shakespeare e Dio (348 pagine, 15 euro) che vede protagonisti Nabel ed Hector, figli dello stesso padre, il fisico e scienziato di fama mondiale Lucrezio Minenti, che li ha «concepiti nello stesso momento della sua vita, coltivando due tipi d’amore, due tipi di sogno, due tipi di vita».

La connessione tra universi paralleli

Nabel è una ragazza introversa e insicura che ama profondamente la scrittura, sebbene cancelli qualsiasi cosa scriva per paura che le sue parole svelino il mondo che ha dentro, fatto di fragilità e solitudine («Mi sembra che se dovessi lasciare le parole da qualche parte, qualcuno potrebbe avere a disposizione la mia anima in ogni istante, per affacciarvisi dentro liberamente come nulla fosse»). Hector ama l’arte e con le sue opere contemporanee e simboliche riesce ad esprime la propria natura ribelle e anticonformista. Nati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra, i due non si sono mai incontrati, fino al giorno in cui Hector decide di incontrare la sorella e raccontarle la verità. Da quel momento in poi tra i ragazzi si crea una connessione speciale. Sebbene appartengano a  due universi paralleli, Nabel inizia a dipendere dal fratello e viceversa: pur essendo lontani, condividono lo spazio- tempo in cui sono stati creati, ma seguendo energie opposte e mai separabili. Le loro vite si influenzano vicendevolmente: se a Londra Hector è avvolto da un’aurea di energia positiva, in Italia sua sorella è condizionata da un flusso negativo; se qualcosa accade da una parte, non accadrà dall’altra.

«Immagina due elettroni di una stessa molecola: essi si devono muovere in modo perfettamente complementare per poter condividere quella zona. Se uno va giù, l’altro spinge verso su, se uno va in alto, l’altro va in basso, eppure sono parte della stessa materia, anche se li si separa. e il punto è, Nabel, che tu sei l’altra parte dell’energia creativa in cui mi muovo»

Chiari ed espliciti sono i riferimenti alla teoria degli universi paralleli di Stephen Hawking: quelli dei protagonisti si evolvono e si legano grazie a un’energia speciale e una forza misteriosa che regolano i loro mondi. E non mancano i riferimenti alle teorie di Kierkegaard e ai pensieri di Chernobov, ideatore di un prototipo della Macchina del Tempo, altra grande protagonista del romanzo di Bracco che, attraverso le leggi fisiche, riesce a raccontare l’emotività, la vita, gli amori dei personaggi. I sogni, i dolori, le paure, le speranze di due universi in costante connessione tra loro, in cui l’uno controbilancia le energie dell’altro.

«Non mi sono mai innamorato di niente. Ci pensi?»
«E come mai?»
«E me lo chiedi? Sarà così finchè tu, dall’altra parte dell’universo, ti innamori di tutto»

Il potere delle parole

Il potere delle parole è infinito e stravolgente :possono cambiare un evento, una situazione, un sentimento, la nostra vita e il nostro essere. Le parole definiscono il nostro “io”. L’autrice affida questa consapevolezza tra le mani di Nabel: certa che esse possono vivere in eterno, ha paura di essere giudicata per ciò che scrive. Il titolo del romanzo, richiamando una citazione di Martin Amis, fa riferimento a tale paura, «Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo: la Madre. Il Maestro. Shakespeare. Dio»

«Anche se può essere così discreto, il mondo delle parole è violento, potente e magnifico, come l’universo che rimescola le forze con tutta la sua energia e appare sempre imperturbabile. Le parole sono magiche. Le scrivi e chi le vede automaticamente le legge. Le pronunci e si lanciano nel vuoto come dardi fiammeggianti. Le pensi e sono bombe a orologeria che incombono di nascosto. E se le invochi – pochi secondi – ti liberano, anche se dopo spariscono, come in un vuoto temporale»

Le parole di Nabel, che non sono altro che quelle dell’autrice Giulia Bracco, sono bellisime, sebbene inespugnabili; riescono a toccare l’anima e raccontare l’amore, le fragilità e le solitudini con uno stile elegante e scorrevole che non tralascia i colpi di scena. Temi complessi che raccontano due universi altrettanto complicati, lungo un percorso di crescita e di cambiamento dei due protagonisti.

Una  lettura piacevole che commuove il lettore, sopratutto nella parte finale del libro, quando il potere delle parole riuscirà a mettere in connessione Hactor e Annabel nella stessa dimensione spazio-tempo. Chiuso il libro, sarà inevitabile riflettere sul fatto che gli uomini, probabilmente, sono tutti interconnessi da una forza misteriosa che ne governa le esistenze e che chiamiamo “coincidenze”.

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