L’assenza di coordinate morali secondo Winslow

“I re del mondo” di Don Winslow è un romanzo edipico dove tocca ai figli giudicare i propri padri e chiedere loro conto di certi cambiamenti e di alcune incoerenze. Un libro che è rock ‘n roll in chiave letteraria

Ma quante volte dobbiamo ripeterlo? A Don Winslow piace scrivere romanzi politici. Okay? Okay! Sì, certo, dentro il vecchio Don non fa mancare il classico repertorio di base: si surfa tra le mitragliate degli AK-47 in mano a qualche balordo messicano, e le sniffate di cocaina sul cruscotto in pelle di una Lamborghini Countach. Impazzano le scopate come-se-non-ci-fosse-un-domani davanti all’immensità del luccicante oceano californiano e le risse in perfetto stile niuessei dove calci, testate, cazzotti, sputi, morsi e chipiùnehapiùnemetta piovono come chicchi di grandine in una tempesta di luglio. Sì, insomma, diciamocelo chiaramente: l’intramontabile, puro, genuino rock ‘n roll in chiave letteraria, dove la prosa ha la velocità del siluro e la parola fa doviziosamente il suo dovere. Ma non c’è solo questo.

Il consumismo che annichilisce i cuori

Qui si gioca tutta la raffinatezza di Don Winslow che a pagina 302 dà voce alla coscienza d’America con alcuni righi di notevole caratura: «Abbiamo visto pace e amore trasformarsi in guerra e violenza infinite il nostro idealismo in realismo il nostro realismo in cinismo il nostro cinismo in apatia la nostra apatia in egoismo il nostro egoismo in avidità e l’avidità era buona e abbiamo fatto figli». Così, e vaffanculo la punteggiatura. La trasformazione di una generazione che credeva di poter cambiare il mondo in un’altra che, per dirla alla Vasco, non ha «più Santi nè Eroi»: eccola la cifra de I re del mondo (350 pagine, 18,50 euro), edito da Einaudi, tradotto da Alfredo Colitto, un romanzo edipico dove tocca ai figli giudicare i propri padri e chiedere loro conto di certi cambiamenti e di alcune incoerenze. Dietro questa storia, che non risparmia colpi di scena e in cui il delinquere è forse più figlio del trauma che dell’avidità, si nasconde una feroce critica – già presente anche in altre opere di Winslow – alla società americana e a quel consumismo colpevole di aver annichilito i cuori e spento le coscienze.

Impossibile distinguere Bene e Male

Ben Chon e O., questi personaggi, che troveranno una fisionomia più definita e violenta nel successivo romanzo Le Belve, sono per molti aspetti il male minore. È ciò che accade intorno a loro a rendere davvero putrida la realtà: quella assenza di coordinate valoriali e morali che oramai ha infettato l’intera società, rendendo quasi impossibile distinguere il Bene dal Male, il Giusto dall’Ingiusto. Se, come si legge, ” …il sistema della giustizia si preoccupa più del sistema che della giustizia”, allora qualche domanda sul tipo di mondo che viviamo dobbiamo cominciare a farcela. Probabile che l’Autore chieda a noi, lettori distratti, questo sforzo, perchè anche se sei il Re del Mondo, prima o poi arriverà sempre qualche schizzo di fango a macchiare il tuo bel vestito bianco.

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