Truffa d’amore, Howard e la terapia della scrittura

Un incredibile tranello, quello di Henry, che finge amore sincero per Daisy. In “Perdersi” Elizabeth Jane Howard trasfigura letterariamente una vicenda autobiografica. Un misto di amarezza e di coinvolgimento accompagna la lettura: veri sono i sentimenti, che l’autrice esplora senza filtri, dalla caduta all’abbraccio salvifico degli amici di una vita

Cosa accade quando una donna di sessant’anni viene corteggiata da un coetaneo nullafacente che ha l’unico obiettivo di truffarla, cede alle lusinghe dell’uomo e, infine, viene salvata e messa davanti alla sua umana fragilità dagli amici più cari che ha? Ispirandosi a questo interrogativo, e a un’esperienza realmente vissuta, Elizabeth Jane Howard costruisce il suo ultimo romanzo uscito per Fazi, e tradotto da Sabina Terziani e Manuela Francescon, Perdersi (418 pagine, 20 euro). È la storia di una serie di cadute, di una progressiva perdita, appunto, narrata con la consueta avvincente immersione nei sentimenti umani senza reticenze che contraddistingue la penna della Howard, autrice, tra i numerosi romanzi, dell’amata saga dei Cazalet che ben evidenzia l’abilità speciale per gli intrecci e la costruzione di personaggi.

Abilità narrative e punti di vista

Anche in Perdersi nulla è lasciato al caso né sottovalutato. La trama è costruita di capitolo in capitolo attraverso il punto di vista cangiante di Henry, impostore alcolizzato che vive di espedienti, e quella di Daisy, la protagonista, una commediografa che impersona, nella finzione narrativa, la stessa Howard. Le vicende prendono il via in un paesino della campagna inglese dove Daisy acquista un cottage da ristrutturare. L’ombra della protagonista resta tale per buona parte dell’avvio della narrazione, in cui in lettore è invece accompagnato proprio dal truffatore. Ne esplora così la grande abilità narrativa, quella capacità di solleticare emozioni ed empatia che gli permetterà, grimaldello, di entrare nel cuore della sua vittima.

Henry è un vorace lettore e un abile scrittore di lettere, due caratteristiche che, davanti alla sua grettezza, gli permettono di fingersi abile conoscitore dell’animo umano, e di ingannare Daisy fingendo amore sincero. Strumenti noti alla Howard, che conosce molto bene i ferri del mestiere: è con questi che affronta l’impresa complessa di Perdersi, storia ispirata proprio alla sua biografia. “Truffata” da un impostore che la corteggiò a sessant’anni, proprio come la protagonista del romanzo, complice una vita sentimentale sfortunata e l’età, non ebbe infatti remore a cascare nel tranello di un corteggiamento guidato non da sincerità ma da puro interesse.

Punti di vista e sentimenti

Come anticipato, il pensiero di Henry si alterna al punto di vista di Daisy, capitolo dopo capitolo. Mentre la storia si sviluppa e l’inganno di Henry si costruisce, accerchiando piano piano la vita della commediografa che vivrà un’infatuazione per l’uomo, credendo di amarlo, l’autrice entra nella testa dei suoi personaggi. Mostra così da un lato i dubbi e la calda felicità di Daisy che si schiude sbocciando come un fiore, dall’altro la vita di Henry, le sue urgenze, le sue lettere, le sue finzioni realistiche, nelle quali spesso cade egli stesso, dando prova di evidente squilibrio. L’autrice entra nei pensieri del personaggio “cattivo” di questa storia, finto giardiniere tuttofare che si propone di aiutare la nuova proprietaria del cottage ma che, vivendo da squattrinato in una barca sporca e umida, punta invece a un tetto caldo. Il punto di vista variabile accompagna tutto l’avanzamento della storia, restituendo una ricchezza tridimensionale ai personaggi e alle loro azioni, allo sviluppo delle vicende.

È una caratteristica della scrittura della Howard, che osserva e narra, giocando spesso con il lettore. Sappiamo infatti fin dall’inizio che Henry non è innocente, conosciamo la sua losca trama, e allo stesso modo immaginiamo quel che accadrà, la caduta di Daisy nell’abbraccio dell’impostore. Eppure ogni pagina è una sorpresa che guida la lettura tra i sentimenti alternati dei due e il loro punto di vista da cui spesso rileggiamo episodi inquadrandoli sotto le diverse prospettive. Nonostante sia chiaro che Henry è un impostore, un poveraccio alcolizzato e privo di scrupoli e di sentimenti autentici, la scrittura della Howard è così attenta alla costruzione dei personaggi e delle infinite sfumature dei loro sentimenti che finiamo quasi per inciampare – rischiamo di cadere, proprio come accade a Daisy – nella maglia della menzogna che trama, attento e paziente come un ragno in attesa della preda.

Le conseguenze di una caduta

Daisy, studiata e spiata dal suo amante al solo scopo di svelarne le fragilità e su quelle far leva per solleticare l’infatuazione, si lascia coinvolgere. Cade, realmente e metaforicamente. È proprio in seguito a una caduta e alla successiva degenza in ospedale che la commediografa trascorre un periodo di particolare vulnerabilità fisica ed emotiva su cui Henry si avventa. Non potrebbe andargli meglio, perché la donna cade ancora una volta, in giardino, dandogli occasione di avvicinarsi sempre più al cuore di lei, di scaldarne la solitudine.

Un misto di amarezza e di coinvolgimento accompagna questa storia mentre la lettura procede. Potere della scrittura di un’autrice che ha abituato i suoi lettori a vivere universi finzionali così sfaccettati e profondi da sembrare veri. Perché veri sono i sentimenti, che l’autrice esplora senza filtri, con una straordinaria abilità nell’afferrare e descrivere i pensieri, i gesti, le debolezze che accompagnano la vita dei personaggi. Daisy non a caso avrà infatti una percezione di quel che le accade, si accorgerà di continuare a cadere (un verbo innocente in italiano, ma strettamente legato all’innamoramento in altre lingue come l’inglese e il francese), fragilità che ne accompagna i passi, e la porta a cedere al corteggiamento di Henry.

Ci si domanda come l’autrice, finissima conoscitrice dell’animo umano, abbia potuto cascare nella vita reale in un simile tranello, ma ci si stupisce anche di come, con il potere terapeutico della scrittura, sia riuscita a riportare la vicenda romanzandola in tanti aspetti e ripercorrendo una galleria di sentimenti viva e pungente, dal sospetto alla debolezza, dall’innamoramento alla bruciante constatazione della caduta, fino all’abbraccio salvifico e al paracadute fornito dagli amici di una vita.

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