Il Sole di Trevisani ci ridà lo stupore che ci hanno strappato

“Libro del sole” di Matteo Trevisani scavalca razionalità e fisicità, leggendolo possiamo dimenticarci del mondo così per come lo conosciamo e immaginarcelo diverso. Due anime, una giovane donna e un giovane uomo, si rincorrono e si perdono in un autentico inseguimento dell’amore, in cui a giocare un ruolo decisivo è il cosmo, ma non quello che conosciamo noi…

Il Libro del sole di Matteo Trevisani (192 pagine, 20 euro), edizioni Atlantide, è quel che ci spetta ma che ci è stato negato: anche da adulti abbiamo diritto alla meraviglia e allo stupore, alle favole e al credere che ci sia – ancora – dell’altro. Abbiamo ancora diritto di credere e di sperare che la nostra vita non sia tutta qui, tra cartellini da timbrare, bollette da pagare, pance da sfamare.

Libro del sole scavalca quei paletti che la razionalità e la fisicità (non appena smettiamo di essere bambini) ci impongono. Perché ci viene detto: “è questo il nostro mondo, è così che funzionano le cose. Ci sono queste leggi della fisica a cui sottostiamo tutti. Ci sono questi limiti insormontabili per noi, uomini. Non c’è altro”.

Ci è stato tolto il diritto a credere nelle favole o – almeno – a perderci in esse.

Nella serie Netflix Dark viene ripetuto spesso un concetto che qui risulta importante riprendere: “Una persona vive tre vite: la prima termina con la perdita dell’ingenuità, la seconda con la perdita dell’innocenza, e la terza con la perdita della vita stessa”.

Cosa ci impone l’età adulta

Ed è nel momento in cui si conclude la nostra prima vita che il mondo si richiude dentro un confine preciso. E non ne usciremo mai più.

Da quel giorno in poi anche perdersi a guardare le stelle assume tutt’altro significato.

Se prima, in quell’osservare il cosmo, si celava la speranza per qualcosa di diverso, per qualcosa di nuovo, per qualcosa di “oltre”, con la perdita della nostra “prima vita” guardare le stelle diventa un mero conteggio degli astri. Un semplice categorizzarli, nominarli e numerarli.

È questo che ci impone, il nostro essere adulti.

Ma con Libro del sole di Trevisani, per un attimo, possiamo dimenticarci del mondo così per come lo conosciamo e immaginarcelo diverso. E, con quelle pagine, possiamo vederla questa diversità.

Non una coincidenza

La trama è semplice da raccontare, ma non lo è il contenuto magico del libro.

Una giovane donna, dalla vita normalissima e serena, si imbatte per caso in un suo coetaneo. La biblioteca prende fuoco, mentre loro sono lì, fuori, a due passi dal campus universitario. E lui, questo giovane appena incontrato, conosce l’autore (poco noto ai molti o ai poco esperti) del libro di astronomia che la giovane tiene in mano.

Non è una coincidenza, no: le loro vite sono destinate a incontrarsi e perdersi, per poi tornare a incontrarsi e forse perdersi ancora.

In questo inseguimento dell’amore – quello vero, autentico, quello che non ti fa dormire la notte se lui non rientra in casa – è il cosmo a giocare un ruolo decisivo. Perché quelle due anime che si rincorrono e si perdono sono legate al cosmo. Ma non a quel cosmo che conosciamo noi.

Un cosmo, un viaggio

Un cosmo che si può conoscere solamente con un viaggio. Un viaggio che si può intraprendere solamente con le leggi dell’alchimia. Solamente con una dura preparazione. Solamente con un assiduo studio.

Tutto parte dal Sole e tutto al Sole verrà riportato, infine.
Perché c’è dell’altro, oltre a questo mondo fatto di carbonio, di giorni scanditi dal calendario e da ore segnate da un orologio.
C’è dell’altro: un mondo come da libro delle favole. E Matteo Trevisani ci regala, per un attimo, quell’ingenuità e spensieratezza che la vita – troppo presto – ci ha tolto.

Mi piace pensare che – dopo aver letto quel libro – torneremo un po’ tutti a osservare una notte stellata con gli occhi della nostra “prima vita” (anche solo per un attimo): con occhi ingenui e sognatori.

 

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