Musolino, il Mediterraneo è un mare di storie

Appassionante e serrato, “Mare mosso” di Francesco Musolino disegna un coro di personaggi non solo indispensabili al movimento della storia, ma soprattutto alla sua interpretazione: ogni loro sguardo offre un punto di osservazione sul mondo. Dal salvataggio di una nave si dipana un fiume di vicende. Spicca il protagonista Achille Vitale che ricorda Corto Maltese e Fabio Montale di Jean-Claude Izzo

Mare Mosso (179 pagine, 16 euro), di Francesco Musolino (edizioni E/O) è un romanzo compatto, senza sbavature, che riesce a tenere incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina, grazie alla trama appassionante, al ritmo serrato, alla varietà dei personaggi, alla bellezza di alcuni scorci descrittivi, alla profondità delle riflessioni.

L’azione centrale si svolge in una notte, la notte di Natale del 1981, lungo le coste della Sardegna. C’è il mare in tempesta, il maestrale che soffia forte, una nave da soccorrere, una squadra di uomini che fa questo di professione, a guidarla Achille Vitale, un siciliano arrivato a Cagliari per caso, quando il corso della sua vita ha subito una brusca sbandata. Nella vita di Achille Vitale il maestrale soffia da un po’, a dire il vero, ma lui è testardo e duro, ha un amore da difendere e verità da scoprire.

Più piani narrativi e registri

Il lettore segue con il fiato sospeso il salvataggio della nave Izmir, un catorcio battente bandiera boliviana, e delle sue 600 tonnellate di pesce di valore, mentre Musolino intreccia più piani narrativi, scivolando anche da un luogo all’altro, da un’atmosfera all’altra: le vicende di un equivoco armatore greco, ad Atene; la storia d’amore di Achille, cadetto all’Accademia Navale di Livorno, e la bellissima modella svedese Brigitta, a Venezia; il cavaliere, nella sua Posillipo, che ha offerto ad Achille un lavoro e a Brigitta e sua figlia una villa, a Capri; il sospetto di loschi traffici ben camuffati nelle stive dei mercantili. Le rotte dei personaggi e delle loro vite percorrono tutto il Mediterraneo. Musolino dimostra di sapere usare molti registri, e in questo romanzo li sfodera tutti. Tratteggia, con poche e suggestive pennellate, il fascino, così diverso, di Napoli, di Venezia, della costa sarda. Sa raccontare la magia di un innamoramento, i temporali della gelosia. Disegna un coro di personaggi, tutti credibili, che non solo sono indispensabili al movimento della storia, ma soprattutto alla sua interpretazione, perché ogni loro sguardo, ogni posizione, offre un punto di osservazione sul mondo e sulla società. Riesce a fare sentire gli odori, i rumori, le paure, le fatiche e il coraggio, di chi sta a bordo di una nave in tempesta. Lo fa con una lingua precisa, in cui ogni strumento, ogni parte della nave, sono nominati con esattezza, le azioni descritte con la vividezza e l’attenzione al particolare di un regista che tiene salda la sua macchina da presa. L’appropriatezza del lessico testimonia la ricerca dell’autore, certo, ma soprattutto il rispetto per il mondo del mare, di chi ci lavora, di chi ogni giorno, per mille motivi, ingaggia una sfida con questo elemento imprevedibile e bellissimo.

Un grande personaggio e un percorso di citazioni

E al centro del meccanismo narrativo di Francesco Musolino (qui la nostra videointervista) c’è Achille Vitale, che ha la forza dei grandi personaggi legati al mare. Del Fabio Montale di Jean-Claude Izzo ha il rigore morale, l’attitudine al silenzio e alla solitudine, conosce le sconfitte, e come il poliziotto marsigliese si rifugia tra le onde sulla sua barca, così Achille si immerge in muta da sub nelle profondità della Sella del Diavolo. Di Corto Maltese ha la sigaretta perennemente accesa e la fermezza dello sguardo. E con Corto Maltese e Jean-Claude Izzo l’autore stabilisce una relazione dichiarata, mettendo due loro citazioni negli esergo dei primi due capitoli. Le citazioni che aprono ognuno dei 28 brevi capitoli del libro, non decorano semplicemente il testo, creano un affascinante percorso letterario che dà profondità al libro, lo riempie di echi di ogni epoca e latitudine, un percorso popolato da Seneca, Virginia Woolf, Antonella Anedda, Antonia Pozzi, Arthur Rimbaud, Alvaro Mutis, per dirne alcuni.

Questo Achille Vitale non è personaggio da una sola avventura, è uno che sa “che rumore fanno i sogni quando s’infrangono, quando si scassano e vanno in frantumi”, lo immaginiamo che ascolta un brano di John Coltrane, adesso, e non vede l’ora “che sia subito mattino per poter tornare al porto, a giocarmi la vita con il mare”. Noi lo aspettiamo, pronti a salpare con lui.

 

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