Annie Ernaux e l’amore come continua creazione

“Il ragazzo” di Annie Ernaux è un piccolo libro, ma concentra e rinnova il piacere e le folgorazioni che la scrittura della scrittrice francese riserva sempre a chi la legge. La storia autobiografica dell’amore vissuto con un uomo più giovane di quasi trent’anni, una relazione di sentimenti, coincidenze, scelte ed emancipazione dagli stereotipi di genere…

La scrittura di Annie Ernaux, in ogni suo testo, attraverso ricordi materiali (le foto della sua infanzia, ad esempio) e immateriali (la memoria vera e propria), recupera frammenti del proprio passato — vissuti per lo più critici —, li scandaglia e li restituisce sulla pagina trasformati in parole e scritti che finiscono con l’assumere una valenza più ampia di quella dell’esperienza singola e personale, assumono cioè un significato generale e, spesso (come ne Gli anni, La donna gelata o L’evento), si trasformano in memoria collettiva, illuminante, proprio perché mettono in luce zone d’ombra, scomode e imbarazzanti, del nostro vivere. Questo fa la letteratura e i lettori, le lettrici di Annie Ernaux lo sanno bene.

Un’ulteriore consapevolezza

Ne Il ragazzo (64 pagine, 8 euro), tradotto da Lorenzo Flabbi e pubblicato da L’orma editore, a poche settimane dall’assegnazione alla stessa Ernaux del Premio Nobel per la letteratura 2022, la scrittrice francese ricostruisce e analizza la relazione sentimentale che,  poco più che cinquantenne, ebbe con un ragazzo più giovane di lei.

Questo racconto breve ci narrerà banalmente, verrebbe da dire, la relazione fra una donna matura e un giovane studente universitario? Ci svelerà particolari scabrosi della vita amorosa della scrittrice francese?

Niente di tutto questo. Il ragazzo narra la genesi di un nuovo libro, o meglio la sua urgenza, e la conquista di un’ulteriore consapevolezza, l’ennesima per Ernaux: scoprirsi felice di entrare sola e libera nel terzo millennio.

Coinvolgimento e dubbi

La relazione fra Ernaux e A. — il ragazzo — inizia casualmente, quasi trent’anni li separano: A. è un lettore di Ernaux, la contatta e, per un anno, intrattiene con lei uno scambio epistolare, quindi le chiede un incontro. Lei accetta e, dopo la cena in un ristorante, lo invita a casa per bere qualcosa. Quel che ne segue è una notte impacciata, in cui forse Ernaux, come le era già successo — ci rivela —, ha fatto l’amore per obbligarsi a scrivere, come se volesse provare la certezza che non esiste piacere superiore a quello della scrittura di un libro. 

Quella prima volta è seguita da alcuni week-end, nel corso dei quali i due amanti scivolano quasi naturalmente in una relazione clandestina: A. è infatti fidanzato, e convive, con una sua coetanea, che alla fine lascia per vivere appieno l’amore con Ernaux, un amore che si rivela essere una sorta di continua creazione, del tutto svincolato dalle abitudini di una convivenza precoce e dalle preoccupazioni per gli esami, che costellavano il rapporto con la fidanzata.

La relazione fra i due, dunque, si consolida: A. è molto coinvolto da Ernaux e glielo dimostra con un fervore, che, prima, nessuno le aveva mai riservato, e una gelosia, così estrema, da fugare qualsiasi dubbio sul suo coinvolgimento e sull’eventuale disagio dovuto alla differenza di età, che — Ernaux ne è certa — gli amici di A. non mancano di rimarcargli. Anche Ernaux è coinvolta, ma, a mano mano che il tempo passa, si accorge del divario, non solo anagrafico, che li separa. E infatti scrive: Trent’anni prima, alla sua età, mi sarei allontanata da lui. All’epoca non volevo ritrovare in un ragazzo i segni della mia origine popolare. Con mio marito, a suo tempo, mi ero sentita una ragazza del popolo. Con lui adesso ero una borghese. 

Un volto che ringiovanisce

Perché, allora, Annie Ernaux resta in quella relazione? Perché accetta di rivivere con e attraverso A. aspetti mai amati, ormai però analizzati e superati, del proprio passato e che sprezzantemente definisce: tutto ciò che “faceva buzzurro”? Sta cercando di mettere in atto e vivere una sorta di emancipazione dagli stereotipi di genere, capovolgendo la “favola bella” dell’uomo maturo che intesse una relazione con una ventenne? Sta cercando l’ispirazione e il coraggio per scrivere una storia che la spaventa per la sua mole, soprattutto emotiva?

La relazione, in effetti, prosegue per tutto questo insieme: gli sguardi di disapprovazione dei clienti dei tavoli accanto al loro, al ristorante, non fanno che rafforzare la determinazione di Ernaux a non nascondere quella relazione con un uomo che avrebbe potuto essere suo figlio, poiché è consapevole che il suo stare con un ragazzo più giovane è dettato dall’esigenza di non trovarsi davanti continuamente il volto segnato di un uomo della sua stessa età, il volto del suo stesso invecchiamento. Consapevolezza che gli uomini hanno sempre avuto e che Ernaux acquisisce specchiandosi nel volto giovane di A., che, di riflesso, ringiovanisce anche il suo. Una consapevolezza cui lei, proprio perché donna, non intende rinunciare e che si rivela una sua — e nostra — ulteriore conquista.

Attraverso la relazione con A., Ernaux, inoltre, torna a Rouen, la città in cui anche lei era stata studentessa, e trascorre del tempo nell’appartamento del ragazzo che, per una coincidenza, forse non casuale, ha le finestre che si affacciano sull’Hôtel-Dieu, lo stesso ospedale, in cui era stata portata una notte di gennaio di trent’anni prima per un’emorragia causata da un aborto clandestino.

È proprio questa coincidenza sorprendente, quasi inaudita, a portare Ernaux a cogliere in quell’incontro misterioso il segno di una storia che andava vissuta.

Una storia che andava vissuta

La relazione, pertanto, prosegue e i due amanti, come in ogni relazione, ora si avvicinano, ora si allontanano, ma entrambi si aiutano, anche inconsapevolmente, in quanto ciascuno dei due svolge una funzione nella vita dell’altro: ad A. spetta il ruolo di scoperchiatore del tempo dell’autrice, in virtù di quella sorta di déjà vu che caratterizza il suo legame con la scrittrice e che, misteriosamente, sembra ricondurla sempre a Rouen, allo studentato universitario in cui, anni prima, aveva vissuto l’esperienza che dall’innamoramento l’aveva portata all’afflizione e, poi, all’aborto clandestino; mentre Annie Ernaux è una sorta di iniziatrice al teatro, alla letteratura, al cinema, alla vita e alle abitudini borghesi per A.

Quando e perché questo amore finisce? È una canzone, trasmessa alla radio, a rivelare a Ernaux, in una trattoria di Madrid, che il tempo e lo scambio reciproci sono finiti: poco dopo, infatti, A. abbandona Rouen e si trasferisce a Parigi, mentre Annie Ernaux inizia la stesura de L’evento.

I lettori e le lettrici non si lascino ingannare dal formato ridotto del libro — avranno tra le mani un in-trentaduesimo —: Il ragazzo, è un piccolo libro, ma concentra e rinnova il piacere e le folgorazioni che la scrittura di Ernaux riserva sempre a chi la legge e la ama.

Il volume si conclude con tre brevi saggi su scrittura e memoria, Europa e libertà di genere, il territorio dell’esperienza come fonte di ispirazione letteraria.

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